SPESE MILITARI IN AFRICA
Giba
Nigrizia/Gennaio 2008
I numeri si prestano a qualsiasi servigio. Possono diventare anche dei tiranni. Soprattutto quando si parla di Pil, mito e ossessione della nostra economia. Ma si dovrebbero ricordare quelli pubblicati in questa tabella, tratta dal Rapporto sullo sviluppo umano 2007-8 delle Nazioni Unite. Si tratta delle percentuali delle spese militari, di ogni paese africano, in rapporto al Prodotto interno lordo, ovvero al valore di mercato di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un paese in un anno. Dati non facili da raccogliere nel continente. Tuttavia, ci fidiamo.
Balza all’occhio il dato 2005 dell’Eritrea: circa un quarto del Pil va in armamenti e in tutte le spese legate alla difesa. Un dato esorbitante. La percentuale più alta al mondo. Il secondo paese, tanto per capirci, è il sultanato dell’Oman, con l’11,9%.
Il Sipri, l’Istituzione internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma, stima che la spesa per armamenti in Africa, nel 2006, si sia aggirata sui 15,5 miliardi di dollari, la più alta dalla fine della guerra fredda. Una piccola fetta, comunque, se paragonata a quella mondiale: 1.158 miliardi di dollari, circa 15 volte l’annuale spesa per l’aiuto internazionale. Trascurando il capitolo, assai corposo, del commercio illegale.
Armi e materiale bellico sono diventati, ormai, merci ordinarie nel mercato mondiale.
Le ong Oxfam, Safeworld e lansa hanno pubblicato Io scorso ottobre i risultati di uno studio sul danno economico, in termini di mancato Pil, che i conflitti hanno causato a 23 paesi africani, nel periodo 1990-2005. Comparando le economie di questi paesi nei periodi di conflitto con quelle di paesi con lo stesso livello di sviluppo in assenza di guerre, i ricercatori hanno ricostruito, tramite una proiezione, il Prodotto interno lordo che tali paesi avrebbero dovuto avere, se fossero stati in pace, e, calcolando la differenza, quale è stata la perdita economica. Cifra sottostimata, visto che sono stati esclusi dal calcolo i costi di aiuti internazionali e operazioni di peacekeeping, l’impatto che una guerra può avere sui paesi confinanti e quello sull’economia anche dopo la fine delle ostilità.
Tuttavia, la cifra emersa è clamorosa: 284 miliardi di dollari (circa 18 miliardi l’anno), che equivalgono alla somma degli aiuti che i maggiori paesi donatori hanno erogato ai governi africani nello stesso periodo di tempo.
Paese | 1990 | 2000 | 2005 |
Eritrea | 22,9 | 24,1 | |
Burundi | 3,4 | 5,4 | 6,2 |
Angola | 5,8 | 21,2 | 5,7 |
Marocco | 5,0 | 4,2 | 4,5 |
Gibuti | 6,3 | 4,4 | 4,2 |
Guinea-Bissau | 1,3 | 4,0 | |
Mauritania | 3,8 | 3,6 | |
Namibia | 5,7 | 3,3 | 3,2 |
Botwana | 4,1 | 3,7 | 3,0 |
Algeria | 1,5 | 3,5 | 2,9 |
Rwanda | 3,7 | 3,0 | 2,9 |
Egitto | 4,7 | 2,3 | 2,8 |
Etiopia | 8,5 | 9,4 | 2,6 |
Rd Congo | 2,4 | ||
Zimbabwe | 4,5 | 4,8 | 2,3 |
Lesotho | 4,5 | 3,1 | 2,3 |
Sudan | 3,6 | 3,0 | 2,3 |
Uganda | 3,1 | 1,8 | 2,3 |
Zambia | 3,7 | 0,6 | 2,3 |
Mali | 2,1 | 2,5 | 2,3 |
Libia | <
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