Salmo 80
Inno liturgico con esortazione profetica ed oracolo divino.
Celebrazione dell’Alleanza
2Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate al Dio di Giacobbe.
Capitolo 1
INDICE:
1.0.0 Premessa per l’Animatore
GRAFICI E TAVOLE
1.1.0 Accoglienza
1.2.0 Esercitazione su: Ascoltiamo gli altri quando parlano?
1.3.0 La Bibbia ci propone: Ascoltiamo DIO ed il prossimo?
Lettura della Bibbia in solitudine
1.4.0 Conclusioni dell’incontro
1.5.0 Da Partecipanti ad Animatori
di Enzo Bianchi
della comunità di Bose
3) Chiara e la contemplazione
Verificare la contemplazione di Chiara a San Damiano potrebbe sembrare un discorso ovvio: Chiara e le damianite sono contemplative per eccellenza, tant’è vero che il loro spazio di vita è la clausura. Ma questa risposta in realtà è molto ingenua e anche sviante, e anche qui permettetemi dunque alcune precisazioni.
Negli scritti di Chiara compare tre volte il termine contemplatio (Ep. 3,13; 4,11.33) e quattro volte il termine contemplare (Ep. 2,20; 4,18.23.28), sempre nelle lettere ad Agnese, per invitare l’amata sorella a contemplare nel senso di vedere, meditare la povertà, l’umiltà, la carità, le delizie del Signore e in questa contemplazione (con chiara allusione a 2Cor 3,18) «trasformarsi totalmente nell’immagine della divinità di lui» (Ep. 3,13).
(nei vv. 6-7-12, che qui non vengono riportate).
SOLITUDINE CONTEMPLATIVA
Ciao a te che stai visitando “DimensioneSperanza”, benvenuto o benvenuta a nome di tutti noi dello staff.
Se vuoi provare a fare questa sperienza segui “senza fretta” le indicazioni che ti segnaliamo. Cerca di essere paziente, non è facile entrare nel silenzio.
“Signore, Tu sei la mia vita”
“Signore, soltanto Tu pacifichi il mio cuore”.
di Enzo Bianchi
della comunità di Bose
Innanzitutto mi urge ricordare a tutti che Francesco, come negli stessi anni faceva Domenico con l’ordo praedicatorum, non ha dato origine a una vita religiosa con un fine specifico: egli appartiene ancora, lo si voglia o no, alla grande tradizione della vita religiosa che non ha una funzione concreta da realizzare (predicare, insegnare, fare la carità), ma che intende solo tentare di vivere radicalmente il vangelo.
di Enzo Bianchi
della comunità di Bose
Meditazione per i ministri generali e provinciali dei tre ordini francescani
Cari fratelli e care sorelle, è con gioia che ho accettato di essere qui con voi per narrarci le «cose del Padre» e confrontarci su di esse, e vi ringrazio della chiamata e della fiducia che mi accordate, ma è anche con un po’ di timore che ho accettato. Non sono appartenente alla grande famiglia religiosa francescana. Sono uno che tenta di vivere una sequela radicale del Signore Gesù, sono un monaco che pensa di aver ricevuto il mantello dalla grande tradizione monastica, ma che è consapevole, come tutti dovrebbero esserlo, che dopo Francesco e Chiara non è più possibile vivere la vita monastica come molti l’hanno vissuta prima.
È per il grande amore che nutro da sempre verso Chiara e Francesco che mi trovo qui, nonostante il timore che provo dinanzi a voi, autentici figli di Francesco e Chiara, e vi supplico di perdonarmi, se mai arrivassi a ferire qualcuno di voi.
Parlare della contemplazione dovrebbe essere un parlare delle «cose del Padre, Signore Altissimo e buono», e quindi un parlare in obbedienza assoluta al vangelo e anche in ascolto di Francesco e di Chiara.
Questo l’itinerario che vi propongo:
1) Una chiarificazione del termine «contemplazione»
2) Francesco e la contemplazione
4) Quale contemplazione oggi per i francescani?
5) Loro scritti