Formazione Religiosa

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62

Sabato, 19 Giugno 2004 12:58

3. Morire? No, nascere! (Ildebrando Scicolone)

Vota questo articolo
(3 Voti)

Supponiamo di poter parlare con un bambino ancora nel grembo della madre. noi fuori e lui dentro. Noi gli diciamo: vuoi uscire da là? Secondo voi che risponderebbe?

Non direbbe: no!, domanderebbe: che significa "uscire"? Noi gli potremmo spiegare che fuori (cosa è "fuori"?) c'è il cielo, il sole, il mare, i fiori, ecc. Lui domanderebbe sempre: che vuoi dire? Egli non ha esperienza e quindi non può capire quello che gli diciamo noi dal di fuori. Quando, dopo nove mesi, si sente spingere fuori, potrebbe pensare: sto morendo, e uscendo fuori: sono morto. E invece... apre gli occhi e vede tanti volti felici, che dicono: è nato, è nato!

Passano... novant'anni! Ma questi sono stati anni dì vita: eravamo "fuori" dal grembo materno, abbiamo visto il cielo, il sole e il mare, abbiamo potuto muoverci, correre (anche troppo!), essere importanti, protagonisti... Eppure cosa vediamo? Solo fino ad un orizzonte limitato e solo nel momento presente, mentre io vorrei sapere cosa sarà domani, cosa c'è ora dietro quel muro. Siamo fuori, o siamo ancora al chiuso?

Ad un certo momento ci sentiamo morire; qualcuno (magari un invisibile virus) ci spinge fuori da questo mondo.

E qui la domanda: si finisce o si va altrove? La risposta non è senza conseguenze sulla vita di qua. Se "tutto finisce", allora che senso ha la vita? Non sarebbe una beffa? Saremmo senza speranza. Sarebbe giustificato il farsi largo ad ogni costo, e godersi questi pochi anni, senza scrupoli e senza responsabilità: tanto, poi, chi ci giudicherebbe? La storia? Ma io non ci sarò più.

Ma se tutto non finisce...

Gli uomini hanno cercato delle risposte, non si rassegnano a "finire". La saggezza orientale ha pensato alla reincarnazione. Ma chi te lo dice che è così? Sono teorie. Ci vuole qualcuno che venga da fuori, che ci dica cosa c’è "oltre".

I cristiani chiamano "dies natalis", cioè "giorno natalizio" il giorno della morte. Gesù (Dio fatto uomo, per i cristiani), dopo essere stato sepolto (e custodito con tante precauzioni!), è stato visto vivo, ha mangiato con tante persone, e ha detto: "vado a prepararvi un posto...poi verrò e sarete con me". È venuto qualcuno da "fuori", non ha potuto dirci quello che c’è di là, perché noi non potremmo capirne neanche una parte, non ne abbiamo esperienza.

Ma abbiamo visto una cosa: lui era morto ed è risuscitato. Lo hanno visto vivo, dopo la morte, lo hanno toccato, hanno mangiato con lui. Non è una notizia bomba?

Ildebrando Scicolone

 

Letto 3816 volte Ultima modifica il Lunedì, 14 Novembre 2011 22:18

Search