«Viviamo in tempi difficili. La corruzione dilaga. La vita è un bene prezioso soltanto per alcuni – gli stessi che scialano e riducono a misera realtà l’esistenza degli altri. La fiducia nelle istituzioni viene meno. Mentre la crisi economica divora i più deboli – che diventano, di giorno in giorno, sempre più. Per non parlare dell’inquinamento, del riscaldamento terrestre, della minaccia nucleare e delle tante guerre locali che vengono combattute…»
«Sì, il nostro tempo è difficile. Come lo sono stati anche gli altri. Ogni tempo ha le sue fatiche. Spetta a noi viverci il meglio possibile».
«Non si fa altro che parlare di crisi. Crisi: la parola ricorrente in ogni nostro discorso, in ogni notizia, in ogni prospettiva. È necessario un cambiamento radicale, che coinvolga tutto il pianeta. Un processo che trasformi la politica non soltanto di questo paese, ma di tutti. Ed io sono pessimista. Nessuno è disposto a cambiare».
«Perché affermi che non c’è speranza?».
«Guarda la chiesa! Anch’essa è travolta dagli scandali. E l’immagine che sta offrendo è quella di essere ancorata al potere, agli uomini di potere. Di essere interessata ai vantaggi economici più che all’annuncio del vangelo. Spero che non vorrai negare ciò che i mass media hanno portato in evidenza, agli occhi di tutti. Si parla tanto di conversione… Ma non vedo niente di nuovo sotto il sole. Nessuno vuole cambiare…».
«Io non conosco nulla degli altri. Non so cosa alberghi nel loro cuore. Né mi sento in grado di sentenziare. Quello che da un po’ di tempo in qua cerco di fare, di fronte a tutte le cose che anche tu vai dicendo, è di guardare dentro di me. Tento, disperatamente, nel provare a rinnovare la mia vita. O, perlomeno, alcuni frammenti di essa. È ben poca cosa? Eppure, da qualche parte bisogna cominciare. Anche se ciò che appare più facile, alla fine risulta essere la dimensione più difficile da affrontare».
«Ma questo è un atteggiamento minimalista. Non vuole vedere la consistenza dei grandi problemi del mondo. Come puoi pensare di cambiare il mondo, soltanto col cercare di cambiare te stesso?».
«È vero. Non ho la pretesa di modificare il mondo. Ma mi sto rendendo conto che è già così difficile rinnovare me stesso! E nutro la speranza che, forse, questo sforzo – che appare così insignificante di fronte alla vastità dei problemi del mondo – nasconda in sé le tracce di trasformazioni più grandi».
«Mi sembra un discorso un po’ eccessivo, quasi, perdonami il termine, da megalomane. Ti chiedo di nuovo: come puoi pretendere di cambiare il mondo iniziando da te stesso?».
«Anch’io te lo ripeto: non posso pretendere di trasformare il mondo. Ma ho scoperto – mi sembra di aver compreso – che la soluzione d’ogni grande questione – di vita o di fede – si annida soltanto in piccole cose. Proprio là ove un seme muore o un pizzico di lievito rende possibile ad un po’ di pasta di divenire pane fragrante. Per questo voglio continuare a scrutare in me stesso, per portare alla luce le tracce che diano sapore alla mia esistenza – trasformando ed il mio cuore ed il mio agire».
«Ti auguro di potercela fare. Io, però, resto con tutto il mio pessimismo».
«Penso che il problema sia proprio questo. Nulla cambierà intorno a te, finché non imparerai a guardare il mondo con gli occhi del cuore».
Faustino Ferrari