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Sabato, 19 Giugno 2004 13:02

6. La Pasqua riturale cristiana (Ildebrando Scicolone)

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Come gli Ebrei chiamano "pasqua" sia l'evento storico del loro esodo sia la memoria rituale che ne fanno ogni anno nella cena pasquale, così i cristiani chiamano "pasqua" la morte e la risurrezione di Cristo, e dovrebbero chiamare così anche il rito che la perpetua nel tempo.

Dico "dovrebbero", perché mai si sente dire che il banchetto eucaristico (i cattolici la chiamano "Messa") è la "pasqua rituale" dei cristiani.

Gesù, in verità, non solo ha portato a compimento il simbolo della pasqua storica degli ebrei con la sua morte e risurrezione, ma "compì" anche il simbolo rituale, cioè la cena pasquale ebraica, quando la mangiò con i suoi discepoli, "nella notte in cui era tradito". Anche se i sinottici (Matteo, Marco e Luca) e Paolo dicono che era la vigilia della sua passione, cioè il giovedì (mentre gli ebrei mangiano la pasqua la sera del venerdì), essi tengono a precisare che quella era una cena pasquale, perché Gesù aveva "ardentemente desiderato di mangiare con voi questa pasqua", e gli apostoli avevano domandato "dove vuoi che andiamo a preparare per mangiare la pasqua?". S. Paolo poi, nella prima ai Corinzi, 11,26 ci dice: "ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga".

Il contesto e il rituale è quello della cena ebraica, ma Gesù ne cambia il significato. Mentre il pane per gli ebrei era il simbolo della liberazione (i nostri padri hanno mangiato in Egitto il pane dell'afflizione), per Gesù è il sacramento (simbolo reale) del suo corpo dato in sacrificio per noi. Mentre il sangue dell'agnello sanciva la prima alleanza (cfr. Esodo 12 ed Esodo 24), il sangue di Cristo è il sacramento di quella nuova ed eterna, perché definitiva.

Le parole "nuove" che Gesù pronuncia sul pane e sul vino nella cena che anticipava il suo sacrificio, ci danno il senso della sua prossima morte. Egli non morrà per volontà di altri, ma perché egli lo vuole. Il suo corpo sarà offèrto in sacrificio per gli altri. Non è tanto al Padre che serve quel corpo o quel sangue: essi sono dati "per voi e per tutti". Come faranno tutti gli uomini ad essere salvati dal quel corpo e da quel sangue, se non lo potranno ricevere? "Prendete e mangiate", "prendete e bevete" significano: questo corpo e questo sangue (nel segno del pane e del vino) sono la nuova perpetua pasqua, la vostra continua liberazione e la vostra eterna alleanza con Dio e tra voi.

Senza questa visione della Pasqua, storica e rituale non si può capire che cosa è la Messa. Le premesse al nuovo messale affermano che "Messa o cena del Signore il popolo di Dio è chiamato a riunirsi, sotto la presidenza del sacerdote, che agisce in persona di Cristo, per celebrare il memoriale del Signore, ossia il sacrificio eucaristico" (PNMR 7). Il "memoriale del Signore" è la sua Pasqua di morte e risurrezione. Anche noi, nel cuore della Messa, acclamiamo: "Annunciamo la tua morte, o Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta".

Ildebrando Scicolone

 

Letto 3988 volte Ultima modifica il Martedì, 03 Aprile 2012 10:35

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