Famiglia Giovani Anziani

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 66

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Giovedì, 18 Novembre 2004 13:58

Rumori di guerra (Prof. Maurizio Andolfi)

Vota questo articolo
(1 Vota)
 

Rumori di guerra

Spesso ci chiediamo perché sia aumentata la violenza nella nostra società, spesso ci chiediamo perché tante relazioni coniugali iniziano con l’amore e terminano con la guerra, spesso ci chiediamo perché ci siano tante forme gravi di abuso all’infanzia o nei confronti della donna, spesso ci chiediamo perché in tanti paesi gli studenti vadano a scuola armati.

Troppo poco colleghiamo queste vicende domestiche, familiari o scolastiche alla cornice ampia di violenza tra intere popolazioni e di guerre che tendono a ristabilire l’ordine con l’antica legge del singolo, dove il più grande divora il più piccolo. Non soltanto, oggi, abbiamo le guerre in diretta, dove l’ascolto s’innalza quanto più crude e violente sono le immagini che vengono mostrate attraverso i canali televisivi, ma ancor più grave della guerra è il senso di smarrimento di ogni presupposto etico. Oggi il concetto del patriota o del partigiano, ovvero di qualcuno che rischia la propria vita per difendere il proprio paese o la propria causa, è sostituito da un’idea molto più mercenaria e basata su altri presupposti, ad esempio si inviano 1.500 ragazzi del Guatemala a rischiare la pelle in una guerra di invasione con la prospettiva di dar loro la cittadinanza negli Stati Uniti, oppure si baratta con il rischio della pelle l’accesso gratuito in un’università americana per chi non ha mezzi economici per iscriversi.

Oggi assistiamo ad una nuova e più sofisticata forma di legge straniera, pronta a seguire ordini per un tornaconto più privato e a difendere pozzi e a disinteressarsi alla difesa dei musei e delle biblioteche; insomma assistiamo a un mondo in cui, attraverso le guerre, il benessere di alcuni paesi si moltiplica e la povertà della stragrande maggioranza di altri si ingigantisce al punto che si muore per l’acqua che non c’è o per la carestia.

Dov’è finita l’idea di solidarietà umana e di una crescita armonica dei popoli che vivono su questo pianeta? Quando riusciremo a non farci globalizzare il cervello e a rifiutare la legge del più forte?

Maurizio Andolfi

Letto 2134 volte Ultima modifica il Giovedì, 20 Gennaio 2005 23:40

Search