Famiglia Giovani Anziani

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Sabato, 19 Marzo 2005 14:32

APPENDICE: I METODI DI LAVORO

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APPENDICE

I METODI DI LAVORO

 

L'ANNUNCIO

 

L’Annuncio è lo strumento che permette al Gruppo Famiglia di impostare il suo programma di formazione e consiste nel confrontarsi su un argomento di comune interesse. L’Annuncio può essere fatto da una persona esterna al gruppo, invitata a questo scopo, oppure può essere fatto dal gruppo stesso. In questo caso come si fa?

Si tratta di trovare un argomento di comune interesse, tratto da un libro o da una rivista, e confrontarsi su di esso.

È necessario leggere in precedenza l’argomento (personalmente e in coppia) e porsi, per ogni punto trattato, alcune domande:

·        Condividiamo quanto é scritto? Se non lo condividiamo, perché?

·        Se lo condividiamo, quali ostacoli ci impediscono di realizzarlo?

·        Da che parte incominciamo per superare questi ostacoli?

·        Quali conferme abbiamo trovato?

Durante l’incontro, dopo aver letto l’Annuncio e aver sostato un momento in silenzio, tutte queste riflessioni sono messe in comune perché “chi ha, dà...”. Si ascolta l’esperienza dell’altro come dono dello Spirito per fare chiarezza, discernimento, dentro di noi.

Ognuno, per essere più preciso nel comunicare la propria esperienza é bene metta per iscritto quel che ha pensato, meditato, sentito ... anche per essere più semplice e conciso quando presenta (verbalizza) il proprio contributo.

 

LA LECTIO DIVINA

 

La Lectio Divina è una preghiera biblica che. partendo dalla lettura del testo

sacro, giunge alla contemplazione dell’amore di Dio e spinge all’azione. all’ impegno, alla testimonianza.

Lo schema della Lectio Divina si articola in cinque punti:

·        Lettura: dopo aver letto il testo scelto uno dei presenti ne spiega la collocazione nel testo sacro e chiarisce parole e passi che possono suscitare dubbi.

·        Che cosa dice il testo in sé: si rilegge il testo una frase per volta, cercando di cogliere il significato delle singole parole, soffermandosi sui verbi, sugli aggettivi, per comprendere insieme che cosa l’autore sacro intendeva dire.

·        Che cosa dice il testo a me: ora che abbiamo capito meglio il testo chiediamoci: che cosa il Signore ci vuole dire in questo preciso momento della nostra vita, attraverso questo brano? Condividiamo la nostra risposta con i fratelli.

·        Preghiera: trasformiamo la nostra riflessione in preghiera nelle forme che lo Spirito vorrà suggerirci: dialogo, adorazione, lode, ringraziamento, intercessione.

·        Leggere “con la penna in mano”: scegliamo una frase del testo biblico letto e pregato, scriviamola per ricordarla meglio, sforziamoci di ‘ruminarla” nei giorni a venire e di viverla, prendendo un piccolo ma concreto impegno di conversione.

La vita quotidiana è trasformata dalla forza della Parola!

È opportuno incominciare sempre la Lectio Divina, sia personale sia di gruppo, con un’invocazione allo Spirito Santo affinché Lui, che ha ispirato le Scritture, guidi noi alla loro corretta ed efficace comprensione.

 

LA REVISIONE DI VITA

 

La Revisione di Vita è un metodo per fare cerniera tra vita quotidiana e fede, condividendo con gli altri il cammino. Viene proposta, prima di ogni incontro, una domanda dalla quale partire per:

·        Vedere: dopo un invocazione allo Spirito Santo la coppia che conduce l’incontro ripropone la domanda scelta per la RdV e ciascuno dà la sua risposta, attingendo alla propria esperienza personale e di coppia, senza esprimere giudizi. Questo momento di ascolto reciproco e di comprensione profonda dell’esperienza altrui favorisce la formazione della “presa in carico” reciproca.

·        Giudicare: a questo punto il gruppo si prende un momento di silenzio per ripensare a ciò che si è sentito e per interpretarlo alla luce del Vangelo. Ciascuno si raccoglierà in se stesso e farà memoria di quegli episodi e frasi del Vangelo, o più in generale della Bibbia, che rimandano a quanto udito e vissuto fino a quel momento e li condividerà con gli altri. Non sempre la nostra conoscenza del Vangelo è così approfondita da riproporre la citazione esatta, quello che conta è dire con parole nostre ciò che ci ricordiamo perché è comunque quello che ci è rimasto impresso nel cuore.

·        Agire: è il momento dell’appello alla conversione, è ora di prendere impegni precisi. Domandiamoci: che cosa mi chiede Gesù, ora e qui, per la mia conversione? Ciascuno, dopo un attimo di riflessione, esprime a voce alta il proprio pensiero sentendo che tutti gli altri partecipano sostenendolo con la preghiera. L’impegno preso non deve essere troppo difficile, altrimenti si rischia di non metterlo in pratica, deve essere alla portata anche di un bambino in modo da non poter avere scuse in caso di inadempienza.

Si conclude l’incontro con una preghiera di ringraziamento o di lode.

 

IL PARTAGE

 

Come la famiglia, anche il Gruppo Famiglia pratica la condivisione (Partage) come stile di vita.

La Lectio Divina. la Revisione di Vita sono già momenti di forte condivisione ma è bene dedicare ogni tanto un incontro al Partage, avendo cura di predefinire il tema, per fare davvero condivisione ed evitare di cadere nello spontaneismo.

Alcuni temi od occasioni di Partage possono essere: la nascita di un figlio, la morte di un familiare, scelte di vita. sofferenze. esperienze di servizio, ecc...

L’incontro di Partage può essere inserito in calendario già ad inizio anno oppure venire fissato in funzione dei bisogni e delle esigenze che nascono nelle coppie del gruppo.

Si inizia l’incontro con un brano della Parola pertinente al tema del Partage in modo da esserne illuminati e non correre il rischio di piangersi addosso.

L’incontro prosegue in modo spontaneo condividendo con i nostri fratelli nella fede le nostre esperienze; si presti attenzione a non assumere atteggiamenti sentimentali. o di pessimismo o di esaltazione.

Si termina con una preghiera che esprima l’assunzione reciproca delle gioie e delle pene.

Comunque, ogni incontro, formale od occasionale. tra le coppie del gruppo può avere momenti di Partage: aprirsi agli altri, confidando le nostre gioie, le nostre pene, le nostre attese può essere di aiuto e consolazione, soprattutto se sappiamo che quanto detto non sarà oggetto di chiacchiere o di pettegolezzi.

 

Letto 2173 volte Ultima modifica il Martedì, 07 Giugno 2005 01:44

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