ABSTRACT tratti da "FAMIGLIA OGGI" n° 2/2003
DI MAMMA NON CE N’È UNA SOLA
Una neo-mamma non può stare contigua al
suo neonato ventiquattro ore su ventiquattro! Prendiamo le distanze
dall’idillio che ci porta a pensare che mamma e neonato costituiscano
una sorta di simbiosi autocentrata e autosufficiente. Per dare
consistenza al loro assunto, gli autori conducono l’analisi in due
momenti: con riferimento agli studi sull'attaccamento che guidano alla
costruzione della "madre responsiva" e con riferimento alla
rivisitazione e ricostruzione della "comunità delle madri".
Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini
GLI ERRORI DI UNA MADRE DELUSA
Il passaggio da figlia a madre rappresenta per la
donna un momento cruciale della sua esistenza, che prevede cambiamenti,
l'assunzione di responsabilità e ruoli inediti. A tutto ciò si
aggiungono le molte aspettative che accompagnano questo evento tanto
desiderato e temuto. Il bambino, e il rapporto che la futura madre
instaurerà con lui, finisce per avere caratteristiche per lo più
dettate da messaggi falsamente ottimistici provenienti dai mezzi di
comunicazione. Ma, ovviamente, la realtà è sempre diversa e quando lo è
in senso peggiorativo insorgono delusioni, frustrazioni e incapacità di
affrontare le difficoltà.
Anna Oliviero Ferrarsi
L’AMORE CHE FA CRESCERE IL FIGLIO
Non basta un amore umano per educare il
figlio. Il bambino è persona già dal concepimento e ciò significa che
ha tratto il suo essere da Dio e può relazionarsi con Lui. Il figlio,
dunque, non dipende dalla madre come comunemente si crede perché prima
d'essere figlio suo è figlio di Dio. È un dato di fatto. Ma la
concezione culturale materialista ha tutt'altra considerazione e
rischia di ridurre il figlio a solo corpo.
Gioia Viola Bartolo
INCORAGGIARE IL BENESSERE DI CONTATTO
Il rapporto di coppia tra due futuri
genitori dev'essere saldo ed equilibrato ancora prima della nascita del
bambino. In caso contrario, spesso, questo evento scatena il
peggioramento di una crisi già esistente. Alla serenità di una famiglia
contribuisce un più sollecito comportamento paterno, che tuttavia, non
va letto come risposta all'emancipazione femminile. L'etologia e
l'antropologia, infatti, hanno ampiamente dimostrato che da sempre il
maschio si è occupato della prole attraverso quei gesti che
ingiustamente vengono ritenuti tipicamente materni.
Fulvio Scarparro
IL BAMBINO PROGIONIERO
L'articolo sottolinea l'efferatezza del
figlicidio e l'incredulità che suscita nella pubblica opinione. E
ricorda che esistono segni e sintomi come campanelli di allarme. C'è
sempre un motivo che scuote la base sicura rappresentata dal rapporto
madre-bambino. Ma va ribadito che "fare del male" a un bambino resta un
caso raro perché la regola è la vita e la vita si riproduce e chiama
altra vita.
Franca Do
NOVE MESI DI UTILE COMUNICAZIONE
La tecnologia sviluppata negli ultimi
decenni ha consentito alle numerose ricerche scientifiche di esplorare
la vita prenatale e permesso di scoprire che il nascituro ha una vita
intrauterina ricca e complessa. Egli è dotato di una specifica
individualità, in cui le precoci abilità sensoriali trovano il loro
naturale sviluppo in un rapporto di continua interazione con l'ambiente
esterno. L'educazione prenatale ottiene molteplici vantaggi nel
processo di crescita della famiglia.
Oriana Franceschin
MANTENERE ALTO IL VALORE DELLA VITA
Negli ultimi anni sta emergendo sempre
più il bisogno di promuovere una psicologia che si occupi non solo
delle patologie, ma anche della qualità della vita della persona, sia
essa malata o non. Nell'ottica della psicologia applicata alla
ostetricia ciò assume un ruolo molto importante. Come affrontare i
problemi psicologici che la gestante vive quando entra in una struttura
ospedaliera è oggetto vari studi e i ricerche ma è solo di recente che
si sta attivando l'interdisciplinarietà per un miglioramento della
qualità dell'assistenza.
Dario Casadei
L’OSSERVAZIONE PSICOANALITICA DEL NEONATO
L’Associazione italiana di psicoterapia
psicoanalitica infantile (Aippi) ha organizzato a Milano (30 novembre
2002) un convegno dal titolo "L'osservazione psicoanalitica del neonato
e del bambino". Le diverse relazioni che si sono succedute hanno preso
in esame l'Infant Observation nella sua caratteristica di fondamentale strumento formativo per tutti gli operatori che lavorano con bambini.
In questa particolare situazione l'osservatore
diventa testimone del divenire della relazione di una madre col suo
bambino e allo stesso tempo, questa esperienza emotiva significativa,
lo porta a fare un incontro inaspettato con un altro bambino, il
proprio bambino interno, e con le correlate esperienze precoci nella
relazione madre-bambino.
Le due funzioni principali che deve essere in grado di gestire durante l'Infant Observationsono contenere e differenziare. Deve infatti, da una parte, essere in
grado di accogliere, conservare ed elaborare, senza agire, stati
emotivi primitivi intensi proiettati dalla famiglia osservata,
tollerandone il loro carattere confuso. Dall'altra è fondamentale che
sviluppi la capacità di trovare la giusta distanza emotiva,
distinguendo tra stati mentali proiettati in lui dall'esterno e le
reazioni emotive suscitate dal riattivarsi di stati mentali primitivi
propri, mantenendo così il senso della propria integrità e separatezza.
L'Infant Observation è quindi una modalità di
apprendimento particolare, durante la quale l'osservatore entra in
contatto con emozioni intense e primitive che gli consentono
d'incontrare anche le proprie emozioni.
Emanuela Di Gesù