I CONFLITTI DI LEALTÀ TRA LE GENERAZIONI
Ogni famiglia riceve un lascito dalle famiglie
d'origine dei coniugi: ciascuno di noi è stato figlio a sua volta, e
non può non sentire una qualche forma di devozione verso i propri
genitori (e la loro linea di discendenza). Ognuno, allora, deve vivere
in un difficile equilibrio fra l'appartenenza alla famiglia d'origine e
quella al nuovo nucleo. Ovviamente, la lealtà verso la famiglia in
qualche modo contrasta l'individuazione dei singoli familiari,
intrecciandosi ai problemi di differenziazione. La fedeltà alla
famiglia d'origine può assumere molte forme, e arrivare a vertici
insospettabili. A ben vedere, la vita familiare nelle generazioni ha
sempre a che fare con obblighi che vanno ben oltre quelli fra le
persone fisicamente presenti. E quel che vale per gli obblighi e le
lealtà, vale anche per le ambivalenze e le recriminazioni, che possono
risalire nelle generazioni più di quanto si pensi.
I conflitti di lealtà, per farla breve, sono
pressoché inevitabili. Per tanti si risolvono senza postumi di rilievo;
ma per qualcuno possono avere conseguenze a lungo termine, facilitare
dissidi senza fine nelle coppie e trasformarsi, per i figli, in
drammatiche ambivalenze. D'altra parte, se si mantiene un senso molto
forte, incontrastato, di appartenenza alla famiglia d'origine, può
risultare difficile aderire pienamente a quella nuova.
Per questo, spesso il lavoro intergenerazionale può
essere una necessità per il terapeuta della famiglia. Prendere in esame
- e a volte invitare anche in sala di terapia - le generazioni offre
una serie di vantaggi: mostra le radici e il senso di eventi, intrecci
ed emozioni altrimenti inspiegabili; allo stesso tempo, rende certi
comportamenti "disfunzionali", meno patologici (una prospettiva storica
impedisce di patologizzare i comportamenti).
Rispetto alla semplice evocazione delle famiglie
d'origine, la convocazione diretta in seduta di nonni e nonne,
l'interazione diretta delle tre generazioni, ha il vantaggio di
confrontare ciascuno non soltanto con genitori o figli interiorizzati,
ma con quelli che sono i genitori e figli nel "qui e ora", favorendo un
riequilibrio dei rapporti intergenerazionali
p.b.
(Famiglia Oggi n° 3/2002)