Gesù prende sempre le difese della parte più debole: gli presentano dei bambini, e i discepoli lo rimproverano perché non vogliono che Gesù accolga anche queste persone che sono considerate le nullità della società.
Gesù si indigna e dichiara: "A chi è come loro, infatti, appartiene il Regno di Dio": ai discepoli, che sono animati dall'ambizione di essere i più grandi, Gesù ricorda che il Regno di Dio, cioè la comunità dove Dio governa gli uomini, è proprio quella degli ultimi della società. Quelli che vengono considerati gli ultimi, sono in realtà i primi ad entrare nel Regno del Signore, nessuno deve impedire loro di avvicinarsi a Gesù, nessuno deve essere scandalo per essi (si veda la scheda 15).
Il successivo episodio dell'incontro di Gesù con il giovane ricco (versetti 17-31) si presta ad alcune considerazioni molto importanti.
"... gli corse incontro": in oriente, correre è considerata cosa disdicevole; in Marco solo l'indemoniato di Gerasa corre, per correre bisogna essere angosciati. E si inginocchia, come solo il lebbroso ha fatto. Fonte dell'angoscia è la vita eterna: curioso che nei vangeli si interessi della vita eterna solo chi è già sistemato bene.
Questo chiede a Gesù cosa fare per avere la sicurezza di un aldilà buono. Ma Gesù parla malvolentieri dell'aldilà, per lui la vita eterna inizia già di qua, chi assomiglia a Dio nei confronti degli altri ha già ora una qualità di vita indistruttibile.
Gesù risponde quasi seccato e gli ricorda i comandamenti, ma cita solo quelli che riguardano i rapporti con il prossimo, aggiungendo il "non frodare" che nel decalogo non c'è, ma si trova in Dt 24,14: "Non defrauderai il salariato povero ...".
Marco vuol dire che per avere la vita eterna, a Dio non interessa di come ci si comporta nei suoi confronti, ma come ci si comporta verso il prossimo, già qui su questa terra; a Gesù interessa la qualità di vita qui, e questo lo scordiamo sovente.
L'uomo ha seguito questi comandamenti, è un bravo religioso, ed è ricco: ha posto la sua sicurezza in questi due valori, ma non gli basta, per questo ha interrogato Gesù.
E Gesù lo guarda con amore, ma un amore compassionevole: infatti, presso gli ebrei dire che "ti manca una cosa" vuol dire che ti manca il tutto, la cosa più importante. E Gesù gli dice: condividi tutto con i poveri, ed avrai un tesoro in Dio: "nei cieli" non vuol dire "nell'aldilà", anche noi diciamo "grazie al cielo" intendendo grazie a Dio. Se uno si sente responsabile della felicità dell'altro, trova anche la sua.
Ma il nemico di quell'uomo, che ora scopriamo che è ricco, è la sua stessa ricchezza, che rende difficile entrare nel regno di Dio (che, ripetiamo, non equivale all'aldilà).
"è più facile ...": per "cammello" non si intende l'animale, ma una fune spessa fatta con il pelo dell'animale, e questo spiega la similitudine portata da Gesù per rappresentare la difficoltà dei ricchi ad accedere al regno di Dio, perché il denaro ("mammona") diventa il loro padrone: si vedano anche Mt 6,24 , Lc 16,13.
I discepoli sono sconcertati, tant'è che dicono tra loro "chi può essere salvato?". Ma il verbo usato da Marco indica il sostentamento: se il ricco deve lasciare tutto, come ci sosteniamo noi che abbiamo già lasciato tutto? Ecco ancora i dubbi dei discepoli.
Gesù rassicura Pietro (ricordiamo l'uso del nome 'Pietro'? scheda 14) che gli ha posto la domanda: chi agisce così ha già la ricompensa, e maggiore di quanto si pensi.
Osserviamo ancora una cosa: "chi lascia ... casa fratelli sorelle madre padre figli ..." trova "case fratelli sorelle madre figli ...": ed il padre? L'autorità, colui che comandava nella famiglia, nella comunità cristiana lascia il posto al Padre dei cieli, che non comanda ma che guida comunicando il suo spirito. E il "cento volte" non indica una quantità, ma il cento indica la benedizione da parte di Dio (vedi anche scheda 6).
La logica di Dio è così comprensibile quando Gesù dice che i primi secondo la logica del mondo saranno gli ultimi, e viceversa.
Sulla strada di Gerusalemme troviamo due gruppi con Gesù: alcuni sgomenti, altri impauriti. Questi "seguono Gesù", lo hanno capito, ed hanno paura di quello cui va incontro Gesù, la morte, e che attende anch'essi; quegli altri invece sono sconcertati perché non capiscono. E questi ultimi sono i discepoli, che Gesù prende di nuovo "in disparte" (ricordiamo cosa vuol dire? incomprensione da parte dei discepoli) e ripete loro per la terza volta l'annuncio della sua passione, morte e resurrezione.
Anche qui Gesù non usa il termine "Messia", ma "Figlio dell'uomo" (scheda 13), per distaccarsi dalla tradizione religiosa: questa addirittura lo consegnerà ai pagani.
Ma come era successo dopo il secondo annuncio, ancora non hanno capito assolutamente nulla, anzi Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù un trattamento di favore nel giorno della sua gloria, giorno dell'intronizzazione del re: vogliono essere ancora "i più grandi" (vedi scheda 15), sedere alla destra ed alla sinistra del potente era segno di privilegio e di potere anche per questi. Sul calvario si vedrà chi siede accanto al "Re dei Giudei", altro che il potere e l'onore dei "governanti"!!!
E Gesù ripete ancora il suo messaggio: nella comunità cristiana, chi vuol diventare grande deve essere al servizio, così è nel regno di Dio; anche il "Figlio dell'uomo" (non il "Messia"!) è venuto per servire gli altri, non per farsi servire dagli altri. Un concetto di Dio opposto a quella che è l'usuale idea di Dio delle religioni.
Segue l'incontro con un cieco, ed è significativo che Marco insita sul suo nome: figlio di Timeo, Bartimeo, cioè "figlio dell'onore", cieco perché insegue il suo onore.
Ma chi cercava l'onore? I due nomi in aramaico ("Bartimeo" e "Rabbuni") ci danno l'indizio: sono i dodici, ed in particolare, in questo episodio, Giacomo e Giovanni.
Già la guarigione del primo cieco (Mc 8,29), cioè l'apertura della mente, aveva fatto capire ai discepoli che Gesù era il Messia, anche se i discepoli l'avevano capito in un modo ancora distorto, pensavano al Messia "Figlio di Davide" trionfatore della tradizione, mentre Gesù si presenta come il "Messia Figlio di Dio" (vedi Mc 1,1).
Il cieco si trova inoltre "lungo la strada": è un riferimento alla parabola del seme (Mc 4 e 15), il messaggio viene ascoltato, ma viene Satana, il potere, e lo porta via.
Nel brano sono indicate le caratteristiche del cammino di fede del discepolo: disponibilità a muoversi (grida), invito di Gesù (chiamatelo!), abbandono delle sicurezze precedenti (il mantello), decisione (che io veda!), comprensione del messaggio (vide di nuovo), sequela (lo seguiva): finalmente il discepolo capisce e "segue" Gesù !
Parrocchia di San Giacomo – Sala
Filippo Giovanelli
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