Alcuni contengono il suo annunzio del Vangelo, e lo presentano nel suo svolgersi concreto (Atti degli Apostoli) o nel contenuto (Vangeli). Gli altri scritti hanno lo scopo di regolare la vita delle chiese o di mantenervi l'ortodossia della fede (epistole). Gli iscritti che provengono da Giovanni appartengono ad ambedue queste categorie ( un Vangelo, tre lettere, una Apocalisse), Dal giorno della Pentecoste, l'impegno fondamentale dei Dodici è quello della proclamazione del Vangelo: compito principale è la predicazione. Molta gente aderisce al messaggio, aderisce alla persona di Cristo che apre una prospettiva nuova di vita. Questa gente è carica di un'infinità di problemi e di necessità, e cerca una risposta a tante domande. Ricorre agli apostoli che si ricordano di ciò che faceva e diceva Gesù. Incominciano così a circolare un gran numero di racconti su Gesù: pezzi di discorsi, storie di miracoli, descrizioni di fatti della vita di lui e frasi isolate, che lui aveva detto in differenti occasioni. Poco a poco ci fu chi mise insieme le frasi di Gesù, chi fece la collezione dei miracoli, chi catalogò le discussioni di Gesù con i farisei. Con la morte degli apostoli si sente la necessità di fissare sulla carta ciò che correva di bocca in bocca. E così che nacquero i Vangeli e gli altri scritti.
Vangeli sinottici
Dei quattro Vangeli canonici, i primi tre presentano tali somiglianze tra loro che si possono benissimo mettere in colonne parallele e abbracciare "con un colpo d'occhio": da qui il nome di sinottici. Essi sono attribuiti a Matteo, Marco, Luca. Per la loro composizione si sono serviti di tradizioni orali e di varie tradizioni scritte con molte interdipendenze dirette tra loro. Tra le diverse redazioni si sono prodotte interazioni che hanno giocato in direzioni diverse, comportando i rapporti letterari, di somiglianza e di divergenza, che noi costatiamo tra i Vangeli nello stato attuale. Vi è un complesso groviglio di influssi. Provenendo da una predicazione orale che si rifà alle origini della comunità primitiva, essi hanno alla base le garanzia di testimoni oculari. Il loro intento è di convertire, inculcare e chiarire la fede, difenderla dagli avversari. Ma l'hanno fatto in base a testimonianze vere e controllabili. Le date di composizione sono molto incerte. Comunque sembra che l'evoluzione dalle prime alle ultime redazioni si possa inserire entro questi termini: 40-70 (o 80?) d. C.
Matteo – si susseguono cinque libretti, ognuno composto da un discorso introdotto da fatti abilmente scelti per prepararlo; ciò, unito ai racconti dell'infanzia e alla passione -risurrezione, costituisce un insieme armonioso di sette parti. Il suo Vangelo si può caratterizzare come un dramma in sette atti sulla venuta del Regno dei cieli. Matteo scrivendo tra e per i giudei, mostra nella persona e nell'opera di Gesù il compimento delle scritture. Gesù è il figlio di Dio; il suo insegnamento presenta la nuova legge che completa l'antica. La chiesa è la comunità messianica che continua quella dell'antica alleanza dandole una estensione universale.
Marco – a grandi linee può tracciare questa successione: Gesù all'inizio è ricevuto dalle folle con simpatia, poi il suo messianismo umile e spirituale delude la loro attesa e l'entusiasmo si raffredda; allora Gesù si allontana dalla Galilea per dedicarsi alla formazione del piccolo gruppo dei discepoli fedeli, dei quali ottiene l'adesione incondizionata; si tratta di una svolta decisiva a partire dalla quale tutto si orienta verso Gerusalemme, dove si consuma il dramma della passione, coronato dalla risurrezione. Il suo tema essenziale è la manifestazione del Messia crocifisso.
Luca - ama raccontare scene di perdono e sottolineare la misericordia del Maestro per i peccatori. Insiste volentieri sulla tenerezza di Gesù per gli umili e i poveri, mentre gli orgogliosi e i ricchi sono trattati severamente. Tuttavia anche la giusta condanna si farà solo dopo le pazienti proroghe della misericordia. Occorre semplicemente pentirsi, rinunciare a se stessi e alle ricchezze. Vi sono passi sulla necessità della preghiera e sull'esempio che ne ha dato Gesù. Lo Spirito Santo occupa un posto di primo piano. L'atmosfera è di riconoscenza per i benefici divini e di gioia spirituale.
Il Vangelo secondo San Giovanni esige un discorso a parte.
Giovanni – il suo Vangelo è il risultato di una lenta elaborazione con elementi di epoche successive, ritocchi, aggiunte e diverse redazioni. Si può considerare una fonte autonoma. La sua impostazione segue alcune feste liturgiche giudaiche. Gesù mette fine alle istituzioni giudaiche compiendole. Giovanni coglie il significato dei fatti della vita di Gesù, che secondo lui sono "segni", capiti dopo una lunga riflessione, di misteri divini. Il mistero dell'incarnazione guida tutto il suo pensiero: Gesù è la parola, il Verbo, mandato da Dio sulla Terra ad annunziare agli uomini i misteri divini; compiuta questa missione, deve far ritorno al Padre. Giovanni si rifà alla predicazione primitiva di cui riproduce i punti essenziali: designazione di Gesù Messia, mediante la discesa dello Spirito santo; manifestazione della "gloria" di Gesù in opere e in parole; racconto della morte e della risurrezione e di alcune apparizioni del Cristo; missione affidata agli apostoli con il dono dello Spirito e il potere di rimettere i peccati.
Una importante testimonianza sulla vita della Chiesa primitiva sono:
Atti degli Apostoli: gli Atti fanno seguito al Vangelo di Luca come la seconda tavola di un dittico. Nella prima parte del Libro l'attenzione si concentra sulla comunità di Gerusalemme in cui Pietro occupa una parte preminente. La conversione di Saulo annunzia la seconda parte, che segue con i viaggi missionari di Paolo. Furono scritti forse attorno al 70 d. C.. Il libro respira un'atmosfera di serenità e qua e là riaffiorano i temi cari a Luca: povertà, carità, gioia, lode a Dio.
Lettere di S. Paolo
Scritte sotto la spinta di problemi concreti e legate ad un determinato ambiente di una data epoca, esse sono scritti di circostanza, non trattati teorici di teologia. E venivano scritte alle comunità fondate dall'apostolo, durante i suoi viaggi. Vediamolo non secondo l'ordine cronologico, ma secondo l'ordine in cui sono messe nella Bibbia.
Romani – Fu scritta nell'inverno del 57-58, a Corinto per preparare la sua visita ad essa. E' una sintesi di temi dottrinali fondamentali esposti nella lettera ai Galati: il Vangelo è una potenza di Dio che conduce a salvezza coloro che credono, giudei o pagani, poiché in essi si manifesti la giustizia di Dio che rende giusti gli uomini mediante la fede in Gesù Cristo.
1 Corinti – Paolo scrive verso la Pasqua del 56-57 per togliere gli abusi che gli sono stati segnalati e vi troviamo informazioni e decisioni su numerosi problemi cruciali del cristianesimo primitivo, sia per la sua vita interna, sia per i rapporti con il mondo pagato.
2 Corinti – la compilazione attuale deve essere stata compiuta dai destinatari; vi sono perciò elementi molto vari. In una prima parte confuta le calunnie presentando il suo apostolato e le sue opere. Nella seconda si ha una digressione sulla colletta per i poveri di Gerusalemme. Nella terza rivendica la sua dignità di Apostolo mostrandosi non solo non inferiore, ma superiore in tutto ai suoi avversari. Paolo scrisse verso la fine del 57.
Galati – scritta verso l'anno 57 da Efeso. Alcuni giudeo-cristiani esigevano dai Galati la circoncisione. In un compendio denso di pensiero espone la sua concezione della giustificazione per mezzo della fede in Gesù Cristo e non delle opere della legge.
Efesini – si discute ancora se sia stata scritta da solo; certamente non fu scritta dagli Efesini, ma da tutto un gruppo di Chiese, nel 61-63. E' una sintesi dottrinale che si ricollega alla lettera ai Colossesi. Nel Cristo glorificato Dio ha salvato tutti noi fondendo in un unico popolo giudei e pagani. Su ciò s'innesta una serie di esortazioni.
Filippesi – sembra che sia la fusione di tre distinte missive, scritte nel 56-57 da Efeso. Più che uno scritto dottrinale è una effusione del cuore, uno scambio di notizie, una messa in guardia contro i "cattivi operai", e infine un appello all'unità nell'umiltà.
Colossesi – fu scritta durante la prigionia di Cesarea (58-60) o a Roma (61-63). La lettera è tutta concentrata sulla persona di Cristo, sulla sua funzione di Redentore. Cristo è il Capo del Corpo che è la Chiesa. Tramite il battesimo ci uniamo a Cristo che esige che ci si svesta dell'"uomo vecchio" e ci si rivesta dell'"uomo nuovo" compiendo opere.
1 Tessalonicesi – Paolo la scrive forse da Berea, presso Corinto, nell'inverno del 50-51. Si tratta di un'effusione di cuore, seguita da esortazioni pratiche, tra cui si inserisce una risposta sulla sorte dei defunti e sulla parusia di Cristo.
2 Tessalonicesi – scritta forse da Corinto qualche mese dopo, contiene, con altre esortazioni pratiche, nuove istruzioni sulla data della parusia e i segni che la devono precedere.
1 Timoteo, 2 Timoteo, Tito – è necessario vedere insieme queste tre lettere per il loro carattere particolare: sono lettere "pastorali", perché indirizzate ai suoi discepoli, comunicano direttive per l'organizzazione e la condotta della comunità cristiane. Vi è una grande preoccupazione per l'ortodossia della fede, precise istruzioni per la scelta dei presbiteri e degli episcopi, dei diaconi, delle vedove, e vari consigli a Tito e a Timoteo. Sembra che queste lettere non siano di Paolo, ma di qualche suo discepolo o segretario. Furono scritte forse fra il 65-67.
Filomene – il biglietto annunzia a un cristiano di Colossi, convertito da Paolo, il ritorno dello schiavo fuggiasco Onesimo, anch'egli cristiano. Il padrone e lo schiavo devono vivere come due fratelli al servizio dello stesso Signore, perché nel Cristo non vi è più distinzione tra schiavi e liberi. Fu scritto nel 61-63.
Ebrei – fu scritto tra il 66-70, o anche dopo, da un teologo sconosciuto.
E' un discorso di esortazione che deriva da una profonda riflessione dottrinale, per cui si ha un continuo alternarsi di sezioni teologiche e di esortazioni alla perseveranza cristiana.
Lettere Cattoliche
Sono quelle che non appartengono alla raccolta paolina. Eccole:
Giacomo – è una raccolta di schemi di prediche, opera di un pastore di anime che adatta, ad uso dei cristiani, l'insegnamento morale corrente nel Giudaismo. In essa si avverte l'eco dell'insegnamento dei profeti, e il tono richiama quello della letteratura sapienziale. E' difficile precisare la data; sembra del periodo in cui Giacomo ha governato la Chiesa di Gerusalemme (dal 44 al 61/62), ambiente da cui pare provenga.
1 Pietro – indirizzata da Roma ad un gruppo di Chiese dell'Asia Minore. E' dubbio che sia di Pietro. La data è incerta: prima del 64? Lo scopo è di sostenere la fede dei destinatari in mezzo alle prove che li assalgono, avendo il Cristo per modello.
2 Pietro – lo scritto è pseudonimo e di data difficile da precisare; la si può collocare alla fine dell'età apostolica. Per confermare i fedeli nella loro vita santa e metterli in guardia contro i falsi dottori, l'autore si richiama al Giudizio di Dio che descrive in termini apocalittici, e ricorda l'insegnamento degli apostoli e dei profeti.
1 Giovanni – le lettere di Giovanni non si possono attribuire con la massima certezza a lui, mentre lo si può fare per il pensiero. Si possono datare verso la fine del I° sec. Nella prima si avverte una predicazione orale di tipo semitico: l'autore ha qui raccolto brani di omelie convergenti su alcuni punti fondamentali. Al centro del pensiero vi è il Figlio di Dio fatto carne.
2 Giovanni – mette in guardia unachiesa particolare contro la propaganda dei falsi dottori che negavano la realtà dell'Incarnazione.
3 Giovanni – tende a regolare il conflitto di autorità sorto in una chiesa che dipendeva dall'autorità dell'apostolo.
Giuda – l'autore non è definibile. La data: gli ultimi decenni dell'epoca apostolica, forse fra l'80- 90. Falsi dottori corrompono la fede autentica e i costumi cristiani. Giuda minaccia loro una punizione divina, scongiura i fedeli a non prestar loro ascolto e a mantenersi nella carità.
Come conclusione abbiamo:
Apocalisse
- significa rivelazione: di Dio agli uomini di cose nascoste e conosciute solo a lui; specialmente di cose che riguardano l'avvenire. Tutto , o quasi, ha valore simbolico in un'apocalisse. Questa, anche se facilmente non è di Giovanni, s'ispira a lui e fu composta verso il 95, o forse prima del 70. E' uno scritto di circostanza per rialzare e rafforzare il morale dei cristiani perseguitati con la promessa che Dio è con il suo popolo nuovo, che egli ha unito a sé nelle persona del Figlio.
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