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Martedì, 14 Maggio 2013 14:44

L'uomo parla con Dio: la preghiera

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La costante stabile, nel V.T., della preghiera è la relazione col disegno di salvezza: si prega prendendo spunto da ciò che è stato, da ciò che è, da ciò che sarà e affinché qualcosa avvenga. La preghiera si colloca quindi nella storia.

La preghiera nell'Antico Testamento

I) Mosè:

la sua preghiera annunzia quella di Gesù, preghiera di intercessione.

In considerazione di lui, Dio salva il popolo (Es 33,17), da cui Mosè è però ben distinto (Es 32,10; 33,16). Questo tipo di preghiera è drammatico (Es 32,32) e segue lo schema di ogni supplica:

appello all'amore di Dio (Es. 33,13; Num 11,12)

appello alla giustizia e fedeltà a Dio

considerazione della gloria di Dio (Es. 32,11-14)

Da una preghiera contemplativa nasce l'opera legislativa di Mosè (Es. 34, 29-35)

Non bisogna dimenticare un certo tipo di distorsione, pervertimento della preghiera: "tentare Dio", "mettere Dio alla prova" ( Es 16,17; Sal 78; 106,32). Questa diventa l'anti preghiera e cioè equivale a dire: "io credo se Dio fa ciò che gli chiedo" (Gdt. 8,11-17).

2) Re e Profeti:

nei Re la preghiera era senza dubbio una delle funzioni ufficiali (2Re 19, 15-19; 2Cr. 14,10; 20,6-12; 33,12), vi si trova un elemento di contrizione (I Re 8,47; Bar 2,1; 3,8; Ne 9), si prega per le generazioni future (I Re 8,10-61), si chiede a Dio di agire secondo la Sua parola (2 Sam 7,25; I Re 8,26).

I profeti erano uomini di preghiera ed intercessori anch'essi (Ger 18, 22-32; I Re 18,36; Gc 5,17; Gre 15,1; Am 7,1-6). In Geremia, soprattutto, si vedrà "colui che prega molto per il popolo" (2Mac 15,14). La funzione di intercessore suppone una chiara coscienza della relazione tra individuo e comunità, pur distinguendo l'uno dall'altra.

Appunto per questa ricca coscienza appare il parallelismo tra la preghiera di Geremia a quella di Mosè.

Chiedono la salvezza del popolo, fanno propri i suoi dolori, si lamentano per causa sua, invocano vendetta, si dolgono della propria sorte. Stretto è il rapporto di forma e contenuto tra questo tipo di preghiera e i Salmi.

Anche Esdra e Neemia pregano sia per se stessi che per gli altri (Esd 9, 6-15; Ne 1,4-11) e così i Maccabei non si battono senza pregare (I Mac 5,33; 2 Mac 8,29). Nei Maccabei troviamo il primo esempio di preghiera di suffragio.

Dopo l'esilio risalta l'importanza della preghiera personale (Gn 2,3-10; Tb 3,11-16; Gdt 9,2-14; Est 4,17).

Nessuna preghiera di Israele è paragonabile al Salterio a motivo del suo carattere universale.

3) Salmi, preghiera dell'assemblea

Dandoci il Salterio, Dio stesso ci indica le dimensioni della preghiera così come la vuole sentire.

Nel popolo d'Israele era importante, nella preghiera, porre ente al tempio come luogo d'incontro del popolo stesso con Dio. La preghiera era un fatto di popolo, di comunità, e nella preghiera venivano evocati i fatti salienti della loro vita e i sentimenti positivi o negativi che li accompagnavano (Sal 24,5; 5,8; 119,63).

Nell'assemblea veniva anche dato risalto a ciò che veniva esaudito (lodi).

La preghiera diventa un fatto di comunità dopo che è stata vissuta dall'individuo, nel personale. Questo si vede chiaramente nei Re.

David, primo salmista, indica il valore della preghiera mediatrice, ripresa e completata da Gesù stesso. Nei Salmi la preghiera prende spunto dalle situazioni più disparate della vita di ogni giorno e poco è sentita la solitudine, perché tutto è vissuto in comunione con gli altri. Tutto è in gioco e tutto diventa preghiera, anima e corpo. Il salmista cerca, desidera, chiede tutti i beni possibili e non li aspetta che da Dio (Sal 55,7; 69,4; 63,2; 22; 38; 4).

Il salmista è un uomo calato nella realtà che non rinuncia alla vita, pur nel dialogo con Dio. Per questo è messo alla prova dalla sua stessa realtà umana (il peccato) (Sal 53,5; 42,4; 42-43).

La preghiera diventa quindi supplica, domanda. Il motivo dominante dei Salmi è la fiducia (che ci viene dalla fede). Confidare perciò a Dio le nostre necessità, con la certezza che ci verranno esaudite, anche se con mezzi diversi dalle nostre aspettative (Sal 25,2; 55,24; 22,25).

Si ringrazia prima di aver ottenuto, perché si sà di ricevere. Avendo fiducia di ottenere da Dio il proprio bene, qualunque esso sia, l'uomo supera se stesso e si innalza nella scoperta che Dio si dona.

La preghiera diventa lode, espressione di gioia, gioia di essere in comunione con Lui. Nei Salmi la speranza di un accesso dell'uomo alla vita di Dio stesso è solo presentimento (Sal 73,24; 16), perché non ci può essere certezza se non dopo la resurrezione.

I Salmi preparano la strada all' ANNUNCIO DELLA SALVEZZA

 

La preghiera nel Nuovo Testamento

Con l'insegnamento di Gesù cadono le ipotesi umane sulla preghiera.

Ora sappiamo dalla sua viva voce:

il perché

i suoi contenuti,

la sua forma,

con chi pregare,

il dove,

il quando,

il come

dobbiamo pregare,

e se abbiamo ancora dei dubbi, ci ha insegnato la preghiera più gradita a Dio:

"Padre nostro, che sei nei cieli, ..............."

 

 

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Letto 3457 volte Ultima modifica il Domenica, 12 Gennaio 2014 10:26

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