Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Lunedì, 08 Aprile 2013 16:46

Breve quadro dei libri dell'A.T.

Vota questo articolo
(3 Voti)

P. Franco ci propose questo "bignami" affinché ci aiutasse a ricordare l'intero quadro della Bibbia.

L'invito di base era, però, che prima di leggere/pregare un passo del Vangelo si prendesse l'abitudine di scorre l'introduzione del libro a quale esso apparteneva, ... per contestualizzarlo.

Antico Testamento

Pentateuco

I primi cinque libri della Bibbia compongono un insieme che i giudei chiamano la "Legge", la torà. La preoccupazione di avere copie maneggevoli di questo grande insieme fece sì che si dividesse il suo contenuto in cinque rotoli di lunghezza quasi uguale. Di lì viene il nome Pentateuco (= il libro in cinque volumi).

Composizione: il Pentateuco risulta dalla composizione di vari elementi tradizionali, costituiti in cicli, poi messi per iscritto sotto la pressione di un ambiente o dalla mano di una personalità eminente. Ma queste redazioni furono revisionate, ricevettero complementi, e furono infine combinate tra loro per formare il Pentateuco che noi possediamo. I testi si raggrupparono intorno a quattro correnti di tradizione:

1 - la tradizione "Jahvista" (così chiamata perché utilizza il nome divino Jahve, "Signore", fin dalla creazione. E' di origine giudea e fu scritta sotto il regno di Salomone (972-932 a. C.).

2 - la tradizione "Elohista (che designa Dio col nome comune Elohim, "Dio"). E' probabilmente più recente della tradizione jahvista e la si collega in generale alle tribù del Nord. I racconti jahvista ed elohista narrano sostanzialmente la stessa storia: hanno dunque un'origine in comune, derivano cioè da una stessa tradizione che condividevano i gruppi del Nord e del Sud. Questa tradizione si è costituita sotto forma orale e forse scritta, dal tempo dei Giudici (ca. 1.200 a.C.).

3 - la tradizione "sacerdotale", di cui le leggi costituiscono la parte principale la tradizione dei sacerdoti di Gerusalemme: si è costituita solo durante l'esilio (586-538 a.C.) e si è imposta solo dopo il ritorno ((dopo il 538 a.C.)..

4 - La tradizione del "Deuteronomio", era imparentata alla corrente elohista e al movimento profetico. Questa legge fu deposta nel tempio di Gerusalemme, ritrovata sotto Giosia (622 a.C.) e riedita all'inizio dell'esilio (586 a.C.).

La composizione del Pentateuco abbraccia sei secoli, almeno, e riflette i cambiamenti della vita nazionale e religiosa di Israele.

Vediamo ora i cinque libri:

Genesi - racconta la storia primitiva: creazione, caduta originale e sue conseguenze, perversità crescente che è punita con il diluvio. Segue poi la storia di Abramo, Giacobbe, Giuseppe e i suoi fratelli. E' la storia degli antenati.

Esodo - sviluppa due temi principali: la liberazione dall'Egitto e l'alleanza del Sinai; essi sono legati da un tema secondario: il cammino nel deserto. Una serie di ordinamenti regola il culto nel deserto.

Levitico – di carattere quasi esclusivamente legislativo.

Numeri – riprendono il tema del cammino nel deserto. Intorno al racconto dei vari avvenimenti sono raggruppati ordinamenti che completano la legislazione del Sinai e che preparano l'installazione in Canaan.

Deuteronomio – è un codice di leggi civili e religiose che è inserito in un grande discorso di Mosè.

Libri storici

I libri che noi chiamiamo "storici" hanno come oggetto principale i rapporti di Israele con Jahve, la sua fedeltà o la sua infedeltà, soprattutto la sua infedeltà, alla parola di Dio. Sono l'opera di una scuola di uomini imbevuti delle idee del deuteronomio e pii, che meditano sul passato del proprio popolo e ne traggono una lezione religiosa. Contemporaneamente ci hanno conservato anche tradizioni o testi che risalgono alla stessa epoca eroica della conquista, con il racconto degli episodi salienti della storia d'Israele.

Giosuè – mostra l'insediamento del popolo eletto nella terra che egli è promessa. Si divide in tre parti: a) la conquista della terra promessa (1-12); b) la distribuzione del territorio tra le tribù (13-21); C) la fine della carriera di Giosuè, il suo ultimo discorso e l'assemblea di Sichea (22-24). Non è stato scritto da Giosuè.

E' stato individuato nella prima parte, un gruppo di tradizioni che fanno capo al santuario beniaminita di Gàlgala. Nella seconda parte si fondono insieme due tipi di documenti: una descrizione dei confini di ciascuna tribù, dell'epoca premonarchica (prima del 1040 a.C.), e le liste di città aggiunte dopo. Nella terza parte vi sono le caratteristiche delle redazioni deuteronomista e sacerdotale, ma ha all'origine una tradizione particolare.

Giudici – rielabora la successione delle apostasie del popolo e dei suoi ritorni a Jahve. L'introduzione del libro non gli appartiene. Il libro ha fuso insieme elementi originariamente estranei. Dopo un racconto orale della storia dei "grandi giudici", queste sono state riunite in un "libro dei liberatori (i giudici)" composto nel regno del Nord durante la prima metà dell'epoca monarchica (ca.1040-980 a. C.). I "piccoli giudici" vengono da una tradizione differente. Il libro ebbe due edizioni.

Rut – contiene la storia di Rut, la moabita, che alla morte di suo marito, un uomo di Betlemme emigrato in Moab, ritorna in Giuda con la suocera Naomi e sposa Booz, un parente di suo marito, in applicazione della legge del levirato; dal suo matrimonio nasce Obed che sarà nonno di Davide. La data della composizione è incerta, forse è dell'epoca monarchica (1040-932 a. C.).

1 e 2 Samuele - descrivono come l'ideale teocratico fu realizzato sotto Davide. L'opera fonde o giustappone fonti e tradizioni diverse sugli inizi del periodo monarchico. I libri ricevettero la loro forma definitiva solo nella grande storia deuteronomista. Vi si distinguono cinque parti: a) Samuele, b) samuele e Saul, c) saul e Davide, d) Davide, e) supplementi.

1 e 2 Re – descrivono la decadenza che cominciò con il regno di Salomone e che, con una serie di infedeltà, condusse alla condanna del popolo da parte di Jahve. Si descrivono gli avvenimenti del regno di Salomone e quelli dei due regni, di Samaria e di Giuda, dopo la scissione avvenuta alla morte di Salomone. Sembra che una prima relazione deuteronomista sia stata fatta prima dell'esilio, a Meghiddo nel 609. Una seconda edizione, ugualmente deuteronomista, sarebbe stata elaborata durante l'esilio.

 

L'A.T. Comprende un secondo gruppo di libri storici che ripetono in gran parte, e poi continuano, la storia deuteronomista; che va da Giosuè alla fine dei Re. Sono i seguenti:

1 e 2 Cronache – sono opera del giudaismo post-esilico. L'autore fu un levita di Gerusalemme e scrisse forse fra il 333 e il 300 a. C.. Vi furono in seguito aggiunte dovute a una o più mani. C'è un grande interesse per il Tempio e per il clero. I libri comprendono liste genealogiche, la storia di Davide e di Salomone con la costruzione del Tempio, lo scisma, la storia del regno di Giuda e della dinastia davidica, la riforme di Ezechia e Giosia, e il permesso dato da Ciro di ricostruire il tempio.

Esdra e Neemia – il cronista riprende la storia dal 538 a. C. (fine dell'esilio). Si parla dei lavori per la ricostruzione del tempio e delle mura di Gerusalemme e delle difficoltà e disordini di questa nuova comunità. Furono composti prima dei libri delle Cronache. Esdra è il padre del giudaismo con le sue tre idee fondamentali: la stirpe eletta, il tempio, la legge.

 

I tre seguenti libri formano un gruppetto a sé.

Tobia – dipende da un originale semitico che è andato perduto. Sembra essere stato scritto verso il 200 a. C., forse in Palestina e probabilmente in aramaico. E' una storia familiare.

Giuditta – è la storia di una vittoria del popolo eletto sui nemici, grazie all'intervento di una donna. Il libro è stato scritto in Palestina verso la metà del II° secolo a. C. nel clima di fervore nazionalista e religioso creato dalla rivolta dei Maccabei (166 a. C.)

Ester – racconta una liberazione della nazione per mezzo di una donna. Dovette essere composto tra il IV° e il II° sec a. C..

 

Gli ultimi libri storici sono:

1 Maccabei – il libro è stato scritto in ebraico, ma ci è stato conservato solo attraverso una versione greca. L'autore è un giudeo palestinese, che ha scritto dopo il 134, ma anteriormente alla presa di Gerusalemme da parte di Pompeo (63 a, C.). Il libro si divide in tre parti, dedicate alle imprese dei tre figli di Mattatia (Giuda, Gionata, Simone), che prendono successivamente la guida della resistenza.

2 Maccabei – non è la continuazione del primo. Corrisponde al contenuto dei cc 1-7 del primo libro. Fu scritto in greco come riassunto dell'opera di un certo Giasone di Cirene. Lo scopo è di dilettare e di edificare. L'autore (anonimo) scrive per i giudei di Alessandria con l'intenzione di risvegliare in loro il senso di solidarietà con i fratelli di Palestina e di destare in loro l'interesse per il Tempio.

 

Libri Sapienziali

La "sapienza" di questi libri cerca di spiegare il destino degli uomini traendo argomento dall'esperienza. Si tratta di un'arte del ben vivere con una nota di buona educazione.

Intende dare il mezzo per essere felici ed avere successo. Non sempre avviene così e le esperienze di fallimento giustificano il tono di pessimismo di certe opere sapienziali. La luce della fede jahvista illumina queste opere.

La vera sapienza è il timore di Dio, e il timore di Dio è la pietà. Essa equivale alla giustizia.

Giobbe – l'autore è un israelita che forse viveva in Palestina, ma deve aver viaggiato all'estero. La data di composizione più probabile è l'inizio del V° sec a. C.. L'autore considera il caso di un giusto sofferente. Il messaggio religioso del libro è questo: l'uomo deve persistere nella fede anche quando il suo spirito non è appagato.

Salmi – data di composizione: il salterio riassume parecchi secoli di attività poetica.

Gli autori: c'era una raccolta di Asaf, una dei figli di Core e una davidica. E' ragionevole ammettere che le prime due sono state composte da cantori del tempio e che l'ultima debba riferirsi al re Davide. I Salmi sono stati le preghiere dell'A.T., in cui Dio stesso ha ispirato i sentimenti che i suoi figli devono avere nei suoi riguardi e le parole di cui devono servirsi rivolgendosi a lui. Sono grida di lode, di supplica e di ringraziamento.

Proverbi – il libro è una raccolta di collezioni inquadrate da un prologo e un epilogo. Il nucleo del libro (cc 10-29) è di prima dell'esilio; la data dei cc 30-31 è incerta. Il prologo (cc 1-9) è del V° sec. a. C..

E' l'esposizione di una teologia pratica: Dio ricompensa la carità, la verità, la purezza di cuore, l'umiltà e punisce i vizi opposti.

Ecclesiaste (Qoèlet) – fu composto con più probabilità nel III° sec a. C.. Pare vi siano stati vari autori, sebbene non sia difficoltoso mantenere l'unità del libro. Affronta il problema della retribuzione individuale. La felicità terrena non è lo scopo della vita, L'uomo deve accettare ciò che viene da Dio.

Cantico dei cantici – venne compilato da scrittori che appartenevano alla cerchia dei sapienti, pare nella prima metà del IV° sec.. E' un'opera scritta ad esaltazione dell'amore umano. Celebra l'amore delicato di una giovane coppia.

Sapienza – fu scritto nel I° sec. L'autore è un ebreo ellenizzato, sconosciuto. Esorta alla ricerca della sapienza: essa viene da Dio, si ottiene con la preghiera, è la fonte delle virtù e procura ogni bene. Il problema della retribuzione riceve una soluzione.

Ecclesiastico (Siracide) – fu scritto fra il 190-180 da Gesù, figlio di Sirach (da cui Siracide) della classe degli scribi, ricco, di Gerusalemme e che fa lunghi viaggi. La dottrina è simile a quella degli altri libri: la sapienza proviene dal Signore, suo principio è il timore di Dio, forma la gioventù e procura la felicità. Sul destino dell'uomo e la retribuzione è incerto come Giobbe e l'Ecclesiaste.

Libri Profetici

Sono libri che raccolgono il messaggio profetico dapprima parlato. In questi libri si incontrano tre specie di elementi: 1) "detti profetici" che sono oracoli in cui ora Dio stesso parla e ora il profeta in nome di Dio, oppure brani poetici, che contengono un insegnamento, un annunzio, una minaccia o una promessa; 2) racconti in prima persona, in cui il profeta riferisce la sua esperienza, in particolare la sua vocazione; 3) racconti in terza persona che narrano eventi della vita del profeta o le circostanze dal suo ministero.

Il profeta è il messaggero e interprete della parola divina. Questa parola si impone a lui, e non può tacere. Egli ha la convinzione irremovibile di aver ricevuto una parola di Dio e di doverla comunicare. Convinzione fondata su un contatto immediato con Dio. Il profeta è mandato verso il suo popolo e anche verso tutti i popoli. La dottrina dei profeti segue tre linee fondamentali:

Il monoteismo: Jahve, Signore di tutta la terra, non lascia spazio per altri dèi. Egli è al di sopra dei "figli d'uomo", ma è anche vicino, per la bontà a la tenerezza che testimonia al suo popolo.

Il moralismo: Il peccato separa l'uomo da Dio. Allora bisogna "cercare Dio", seguire i suoi ordini, seguire il diritto, vivere nell'umiltà.

L'attesa della salvezza: Da ogni sventura nasce sempre un "resto", che è il germoglio, il ceppo di un popolo santo cui è promesso l'avvenire, un'era di felicità inaudita. Queste prospettive accompagnano l'evento del regno di Dio, per governare il quale Jahve avrà il suo "unto", il suo "messia", che noi ora riconosciamo in Cristo.

Isaia – il libro si divide in tre parti non attribuibili al profeta, eccetto la prima. Isaia predicò fra il 740-700 a. C.. La composizione dell'intero libro va dall'VIII° al V° sec a.C. Dio è il santo, il forte,il potente, il re. L'uomo è un essere contaminato dal peccato, per il quale Dio domanda riparazione. Dio esige la giustizia nelle relazioni sociali e anche la sincerità nel culto che gli si rende. Vuole che si sia fedeli.

Geremia – il disordine attuale del libro è il risultato di un lungo lavoro di composizione di cui è molto difficile identificare tutte le tappe, frutto di numerosi redattori ed editori; raccoglie, oltre la predicazione di Geremia (prima metà del VII° sec.), elementi del VII° e V° sec. Geremia ha dovuto predire soprattutto la sventura. Ha messo in primo piano i valori spirituali e ha svelato i rapporti intimi che l'anima deve avere con Dio. Ha predicato una religione interiore e cordiale.

Lamentazioni – sono state composte probabilmente in Palestina dopo la rovina di Gerusalemme nel 587, da un solo autore che descrive in termini pungenti il lutto della città e dei suoi abitanti. Dal tutto scaturisce un sentimento di fiducia invincibile in Dio e di profondo pentimento.

Baruc – attribuito a Baruc, segretario di Geremia; ma l'opera è molto posteriore (III°-I° sec.). Ci introduce nella comunità della disperazione e ci mostra come la vita religiosa vi era mantenuta dai rapporti con Gerusalemme, dalla preghiera, dal culto della legge, dallo spirito di rivincita e dai sogni messianici.

Ezechiele – è una raccolta messa assieme dai discepoli del profeta, che esercitò il ministero dal 593 al 571. In lui si congiungono lo spirito profetico e lo spirito sacerdotale. Tutta la dottrina di Ezechiele è incentrata sul rinnovamento interiore; bisogna farsi un cuore nuovo, o piuttosto Dio stesso darà un "altro" cuore, un cuore "nuovo", e metterà nell'uomo uno spirito "nuovo".

Daniele – il contenuto del libro si riferisce al periodo dell'esilio, ma il libro sarebbe stato composto tra il 167-164. E' stato scritto da un autore che si nascose dietro uno pseudonimo. Inaugura il genere apocalittico. Vi sono racconti e visioni. L'attesa della fine e la speranza del regno attraversa tutto il libro. Dio ne assicurerà l'avvento in un momento che ha fissato.

Osea - Predicò fra il 745-725 nel regno del Nord. Ha espresso i rapporti di Jahve e di Israrele nei termini di un matrimonio. Il tema fondamentale è l'amore di Dio misconosciuto dal suo popolo.

Gioele – Il libro sarebbe stato composto verso il 400 a.C. per essere letto nel tempio. Gioele è il profeta della pentecoste e della penitenza: i suoi inviti al digiuno e alla preghiera, desunti dalle cerimonie del tempio e redatti sul loro modello, entreranno nella liturgia cristiana della quaresima.

Amos – era pastore. Predicò verso l'anno 750° a.C.. Il libro, compilato dai suoi discepoli o all'interno dei circoli profetici, comprende la predicazione del profeta, che è il grande difensore della giustizia. Il lusso dei grandi è un insulto alla miseria degli oppressi e lo splendore del culto maschera l'assenza di una religione vera.

Abdia – si fa oscillare la data di composizione del libro dal IX° sec. a.C. fino all'epoca greca. E' un grido appassionato di vendetta, con uno spirito nazionalista. Ma il brano esalta anche la giustizia e la potenza di Jahve, che agisce come difensore del diritto.

Giona – è un racconto didattico. Il libretto non è di Giona ed è stato composto dopo l'esilio, nella corrente del V° sec. a.C.. Ciò che Dio vuole è la conversione. Questo libro predica un universalismo molto aperto: Dio non è solo il Dio dei Giudei, ma anche dei pagani.

Michea – profetizzò fra il 740-687. Combatté le ingiustizie sociali e insistette sulla giustizia di Dio.

Naum – profetizza la caduta di Ninive (612), prototipo di un mondo che si rivolta contro Jahve. La sua caduta segna il trionfo di Dio e del suo popolo.

Abacuc – gli oracoli si collocano tra il 605-597. Abacuc osa domandare conto a Dio del suo governo del mondo. E' un problema del male posto a livello di nazioni. Lo scandalo di Abacuc è lo scandalo di molte anime moderne. A lui e ed esse va la risposta divina: per vie paradossali il Dio onnipotente prepara la vittoria finale del diritto e il giusto vivrà per la sua fede.

Sofonia – predicò tra il 640-630 a.C.. Il messaggio del profeta si riassume in un annuncio del giorno di Jahve, una catastrofe che raggiungerà le nazioni e anche Giuda per le sue colpe religiose e morali, che sono ispirate dall'orgoglio e dalla rivolta. Vede il peccato come un'offesa personale al Dio vivente.

Aggeo – esorta dalla fine di agosto alla metà di dicembre del 520. Prima dell'esilio la parola d'ordine dei profeti era stata "punizione". Durante l'esilio, è divenuta "consolazione". Ora è "restaurazione". La costruzione del tempio è rappresentata come la condizione della venuta di Jahve e dello stabilirsi del suo regno; l'era della salvezza escatologica sta per aprirsi.

Zaccaria – IL libro si divide in due parti: cc 1-8 e 9-14. La prima è datata dal novembre 520 al novembre 518. La seconda, anonima, negli ultimi decenni del IV° sec a. C.. Zaccaria si preoccupa della ricostruzione del tempio. Ma dedica una parte più larga alla restaurazione nazionale e alle sue esigenze di moralità e di purità; e l'attesa escatologica è più urgente. Questa restaurazione deve aprire un'era messianica.

Malachia – è un libro anonimo. E' una raccolta di poco anteriore al 445. Il profeta afferma che non ci si burla di Dio, il quale esige dal suo popolo religione interiore e purità. I due grandi temi sono le colpe culturali dei sacerdoti e dei fedeli, e lo scandalo dei matrimoni misti e dei divorzi.


Clicca qui per andare all'INDICE di questo TEMA:  "Cammino di Fede"

 

 

 

Letto 2902 volte Ultima modifica il Domenica, 12 Gennaio 2014 10:04

Search