Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62

Sabato, 25 Settembre 2004 23:19

...lo conosce sotto l’influsso dello Spirito Santo

Vota questo articolo
(1 Vota)

                                                                     

IV - X incontro

 

Permettere uno spazio di preghiera silenziosa.

 Lettura dei testi.

Approfondimenti degli stessi.

Silenzio.

Messa in comune.

 

Questa esperienza della gioia del figlio dinanzi al Padre è fatta sotto l’azione dello Spirito Santo.

Occorrerebbe qui tutto lo studio della presa di coscienza progressiva dello Spirito. “Lo Spirito discese su di lui come colomba” (Mt. 3,16).

Si può dire: “Quando Gesù prega, è spinto dallo Spirito” (Mt 1,12):

                  “Trasalì per la gioia sotto la mozione dello Spirito” (Lc. 10,21).

                  “Se dunque voi, pur essendo cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il                          

                    Padre celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano” (Lc.11,13).

 

Sappiamo bene che questo Spirito è una persona…e già nel vangelo troviamo questo aspetto essenziale della preghiera: viene fatta sotto l’azione dello Spirito. Lo Spirito trova un essere e lo mette in atteggiamento di dialogo. San Paolo esprimerà bene questo concetto. “E’ lo Spirito che grida in noi: “Abba”, “Padre”(Rom. 8,15).

 

Questa esperienza ricopre un ruolo importante nella vita.

Sembra che questo venga fuori molto bene da questo studio.

Non si potrebbe dire che la preghiera è la vita in sintesi? È la vita concepita in maniera originale, nella coscienza. È per questo, d’altronde, che la preghiera non costituisce tutta la vita spirituale, ma è senz’altro un qualcosa di molto importante. L’unione mistica col Padre avviene anche in colui che compie la volontà del Padre. Ma preghiera è come l’espressione “sacramentale” della vita.

Sembra che Gesù ripensi su tutta la sua vita nel suo contatto col Padre. È completamente impegnato in questo sforzo. Cristo rivede gli avvenimenti che ha vissuti e, alla luce della Scrittura, scopre e sceglie la volontà del Padre.

In questo modo si possono capire anche i lunghi momenti di preghiera prima delle scelte decisive. Tutto è già contenuto e deciso nella preghiera. In seguito bisogna vivere tutto questo per incarnarlo nella storia. Un po’ come nella Cena: tutto è già realizzato in simbolo: “Questo è il mio corpo dato per voi, questo è il mio sangue sparso”. Lo si realizzerà in seguito e lo si compirà nella storia…ma è già realizzato sotto un’altra forma, la forma sacramentale. Le preghiere di Gesù non sono altro che questa forma di vita un cui, nel contatto attuale particolarmente cosciente con il Padre, lo Spirito lo consacra per intero nel dono di lui stesso: “la Tua volontà e non la mia”. Un’altra forma di vita sarà la realizzazione di questo dono nei fatti storici. Ambedue le forme sono intimamente unite, e l’una non può sussistere veramente senza la verità dell’altra. Il tempo di preghiera è già una risposta perfetta, risposta dopo aver ascoltato Dio nella sua parola e nei suoi avvenimenti, risposta perfetta che diventerà poi preziosa nella vita.

Questa esperienza è già un’azione

La preghiera per Gesù non è soltanto un modo di vivere la sua vita, conformandola il più possibile, nella sua coscienza, alla volontà di Dio, ma ha anche una efficacia tutta particolare voluta dal Padre. “Questa specie di demoni in nessun altro modo si può scacciare, se non con la preghiera e il digiuno” (Mc. 9,29; cfr. Lc. 22,32).     

 

VII Incontro

Gesù vede in profondità
con "altri occhi"

La preghiera di Gesù come vera luce  

 

Gesù conosce il Padre in profondità: ne conosce i modi di agire, le reazioni, i punti di vista. Con la sua preghiera, soprattutto nei momenti cruciali, rianima il suo sguardo, la sua aspirazione, la sua volontà di fare ciò che vuole il Padre e tutta la sua vita ne trae luce. Così si può scoprire con Gesù un'altra dimensione dell'uomo, del mondo. Cristo vede con altri occhi e desta meraviglia il costatare che la stessa realtà può essere vista in maniera così differente.

 

L'esperienza del Padre è una nuova luce

 

Gesù potrà dire ai suoi Apostoli:

 

« Felici i vostri occhi perché vedono » (Mt. 13, 16; Lc. 10, 23).

« Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» (Mt. 15, 8).

 

Non è preghiera in senso stretto, ma è nella preghiera che egli ha “acquisito questi occhi”.

 

San Paolo dirà: “Voglia lui (lo Spirito di saggezza e di Rivelazione) illuminare gli occhi della vostra intelligenza affinché posiate conoscere a quale speranza vi ha chiamati, quale ricchezza di gloria vi riserva la sua eredità tra i santi” (Ef. 1, 18)

 

a)      – la Natura:

«Gli uccelli del cielo vengono nutriti dal Padre» (Mt. 6, 26).

«I gigli dei campi sono rivestiti di splendore» (Mt. 6, 28).

«La terra fertile dà il cento per uno » (Mt. 13, 23).

 

b)      - Il Tempio:

L'importante è «Colui che lo abita» (Mt. 23, 21). Bisogna dunque saperlo rispettare.

E' transitorio: «Non ne resterà pietra su pietra» (Mt. 24, 2)

Il vero tempio sarà Gesù Cristo stesso: «Dio verrà adorato in Spirito e verità» (Giov. 4, 23).

Egli stesso è «più grande del Tempio» (Mt. 12, 6).

E' il nuovo tempio «ricostruito in tre giorni» con la Risurrezione (Giov. 2, 19).

Cristo è:

-         Figlio del Padre

-          «nel Padre e il Padre è in lui» (Giov. 14, 10)

-         «Elia tornato sulla terra» (Mt. 17, 12)

-         «L’inviato del Padre» (Giov. 17)

-         «Re» (Lc 23, 3; Giov. 18, 33-37)

-         «Una sola cosa col Padre» (Giov. 10, 30)

 

c)      – Gli Uomini:

L'uomo ha una dimensione straordinaria: « Non vive di solo pane» (Mt. 4, 4).

Le ricchezze costituiscono un pericolo, soltanto Dio può salvare un ricco rendendolo povero. Colui che ascolta diventa vicino: «Ecco mia madre, ecco i miei fratelli» (Mt. 12, 49).

«Colui che fa la volontà di Dio è mio fratello, mia sorella e mia madre» (Mc. 3, 35).

 

Anche i bambini hanno un valore inviolabile e misterioso: «Guardate di non disprezzare uno di questi piccoli, perché vi dico: i loro angeli nel cielo contemplano incessantemente il volto del Padre vostro che è nei cieli» (Mt. 18, 10).

«Così è volontà del Padre vostro che è nei cicli che nessuno di questi piccoli vada perduto» (Mt. 18, 14).

Gesù ha notato la vedova che ha messo la sua monetina. E' lei che ha dato di più (Lc. 21, 3).

 

Gesù conosce bene ed ama i peccatori:

-         Zaccheo: «quello è un figlio d'Abramo» (Lc. 19, 9).

-         Il pubblicano e il fariseo (Lc. 18,9).

-         La donna adultera (Giov. 8, 1).

-         La peccatrice presso Simone (Lc. 7, 36).

 

Gli uomini, e questa è la loro più grande dignità, non hanno «che un padre, il Padre celeste» (Mt. 23, 9).

 

d)      - Gli Apostoli:

Essi vengono scelti dal Padre (Giov. 17, 6. 11. 24).

Scelti da Gesù (Mc. 3, 13).

Perché egli li conosce (Giov. 13, 16).

Essi sono degli « inviati » (Giov.)

«Chi ascolta voi, ascolta me» (Giov. 10, 16).
 

 

    Proseguiamo il nostro cammino per scoprire con Gesù un'altra dimensione dell'uomo, del mondo.

 

e)      - Il Regno di Dio:

Gesù sa vederlo vicino:

«Il Regno dei cieli è vicino: pentitevi» (Mt. 4, 17).

 

Vorrebbe che gli altri sapessero vederlo con occhi simili ai suoi: è per questo che ne dà loro i segni, il modo d'interpretare gli avvenimenti.

 

Il Regno è già presente:

«I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, la buona novella viene annunciata ai poveri» (Lc. 7, 22).

Il Regno viene: «Quando vedrete accadere tutte queste cose, sappiate che il Regno di Dio è vicino» (Lc. 21, 31).

 

Cristo sa svelare e denunciare la presenza di Satana tacciandolo di menzogna:

 

«Come può Satana scacciare Satana?» (Mc. 3, 23).

«Vedevo Satana cadere dal cielo come folgore!» (Lc. 10, 18).

 

f)      - La vera gioia:

Gesù sa bene dove si trova la gioia e rivela che la vera felicità consiste nel saper guardare la realtà con questi occhi nuovi, illuminati, che centrano gli avvenimenti per scoprirvi un volto, un amore:

 

 «Beati i vostri occhi perché vedono» (Mt. 13, 16).

«Beato sei tu, Simone, perché non carne e sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli» (Mt. 16, 17).

 

L'esperienza del Padre dà una «intelligenza» nuova

 

In fondo è una nuova «intelligenza» che egli ha di tutto: di Dio, del mondo, delle cose. Un modo di capire che egli ha durante tutta la sua vita, ma che durante la preghiera diventa più vivo, si rinnova, riprende nuovo slancio ed aiuto a coincidere con la realtà. E' per questo che egli spesso torna su questo argomento:

 

«Se aveste capito il senso di questa parola» (Mt. 12, 7).

«Colui che ascolta la parola di Dio e la «comprende» (Mt. 13, 23).

«Siete ancora, anche voi, senza intelligenza?» (Mt. 5, 16).

«O insensati e tardi di cuore a credere tutto ciò che hanno detto i profeti!» (Lc. 24, 25).

«Non doveva forse il Cristo soffrire queste cose ed entrare nella sua gloria?» (Lc. 24, 26).

«Proprio questo volevan dire i discorsi che vi facevo quando ero ancora con voi: si deve adempiere tutto ciò che, nella legge di Mosé, nei Profeti e nei Salmi, sta scritto di me». (Lc. 24, 44).

 

Questa luce e questa intelligenza sono un dono di Dio

 

La Scrittura è la luce che illumina la realtà se si sa proiettarvela. Ce ne viene data in grande abbondanza.

 

E' un dono nell’avvenimento: «Niente accade senza il permesso del padre».

 

E' un dono nella comprensione di lui stesso che costituisce l'unità tra la luce e l'avvenimento e che permette di «scegliere» la volontà del Padre per conformarvisi.

 

«Beato sei tu, Simone, perché questa rivelazione non ti è venuta da carne o sangue, ma da parte di mio Padre» (Mt. 16, 17).

«Tu non ti preoccupi delle cose di Dio, ma di quelle degli uomini» (Mt. 16, 23).

 

Si comprende facilmente l'esigenza assoluta di verità in cui bisogna trovarsi, se si vuole essere illuminati.

 

Bisogna essere veritieri nei confronti della Parola (cfr. le due differenti interpretazioni dello stesso Salmo 91 fatte da Satana e Gesù: Mt. e Lc. 4).

 

Bisogna essere veritieri di fronte alla realtà che la Parola illumina.

 

Bisogna essere veritieri nella risposta di tutto il proprio essere.

 

Si nota meglio che la preghiera è incontro:

di due libertà

di due persone

di due amori.


VIII Incontro

Le esigenze
di una vera preghiera

 

 

 

È un momento con il Padre nello Spirito.

  • Niente “magia”.

“Non dite un’accozzaglie di parole” (Mt 6/7).

  • Fiducia: “E’ il Padre” (Mt 7/7-11).
  • Umiltà: “Siamo peccatori” (Lc 18/14).
  • Povertà: distacco dai beni della terra Dio è il vero tesoro.

“Non potete servire Dio ed il denaro” (Mt 6/21-24).

  • Purezza di cuore: rettitudine, condizione per vedere Dio (Mt 5/8).
  • Disponibilità interiore: ritirarsi nella propria camera, lasciarsi prendere dallo Spirito (Mt 6/6).

È un atto che impegna tutto l’essere.

Non basta, certamente, pregare con le sole parole.

Occorre pregare con tutta la vita.

a)     Con tutta la propria vita attuale

 

·        Il corpo: il suo atteggiamento è importante.

·        L’intelligenza: essere attenti (Lc 12/42). Scoprire i segni del Regno.

·        La volontà: essere pronti alla lotta, alla veglia, a dire sì, alla vigilanza

(Lc 12/35-37; 40; 42;

Lc 21/34; 36

Lc 26/41).

 

b)     Con tutto ciò che porta in Lui di peso storico.

Tutta la storia, la tua, deve essere consegnata alla volontà del Padre. Ciò che si è fatto. Ciò che non si è fatto. Ciò che si è fatto male; il peccato.

 

c)      Con tutto il peso sociale che porta in sé.

La preghiera non isola dalla famiglia umana; anzi immerge in Dio per cui nel Figlio sono unito a tutti gli altri figli.

Non ci può essere vera preghiera

·        Senza perdono (Mt 6/14-15).

·        Senza riconciliazione (Mt 5/24).

·        Senza amore (Mt 5/44).

 

La preghiera in comune nel Cristo riprende tutto ciò che è individuale, che è sociale, tutto il piano di Dio “che siamo una cosa sola”.

 

Gesù ha voluto dare la sua preghiera agli apostoli (Lc 11/1).

 

Gesù ha voluto associarli alla sua preghiera (Lc 9/28).

 

Gesù ha chiesto ai suoi di unirsi a lui, in preghiera nell’orto dell’Agonia e li ha anche rimproverati (Mt 26/40-41).

 

Questo è il consiglio di Gesù (Mt 18/19-20).

 

È  un atto di adorazione, di speranza.

 

Si traduce sotto due forme principali che devono costituire il centro della nostra preghiera.

 

a)     L’adorazione

Bisogna uscire da noi stessi.

Bisogna essere centrati in Colui che ci ha scelti e chiamati

 

b)     La richiesta

È l’aspirazione totale ad incontrare Colui che è l’Unico, l’Assoluto.

È la tensione ad agire nella Sua volontà

 

Come chiedere?

·        Con umiltà.

·        Con fiducia (Gv 14/13).

·        Con perseveranza.

      ·        In comunione (Mt 18/19-20).


IX Incontro
 

“Gesù ed i poveri”

Poniamoci di fronte alla pedagogia di Dio.

Già nel vecchio Testamento, Dio ci spinge ad un superamento.

Dio chiede lo spogliamento agli uomini che ama: Abramo (Genesi 12, 1-4 e 22, 1-19).

Dio prende i poveri sotto la sua protezione (Es 6,5).

Chiede un atteggiamento morale nei loro confronti (Es 22, 20).
Il povero è una persona che ha valore in se stessa (Amos 4, 1-3; Isaia 1, 15-17).
Il Signore farà lui stesso giustizia ai miseri (Is 11, 4).
La salvezza verrà da un POVERO (Is 53)

Gesù stesso compie una serie di superamenti.

oltre la soglia della presenza, Egli diventa uno di noi (Filippesi 2,7).

Il Verbo si fece carne (Giov. 1)

E’ andato oltre la soglia della condizione sociale.

 

 

Ha voluto essere povero (2 Cor. 8,9)

Ha scelto genitori poveri (Lc 1,26)

È nato come un povero (Lc 2,7)

Rifiuto di essere re (Giov. 6,15)

 

        Oltre la soglia delle compagnie

 

I peccatori

Maria Maddalena (Lc 7,39)

    I pubblicani (Mt 9,10; Lc 15,1)

    I piccoli

    I discepoli sono dei piccoli in cui ha riposto la sua fiducia malgrado le loro deficienze (Gv 1, 35-42; Mt 26,36; Mt 26, 69; Gv 6, 70; Lc 10, 17-20).

    I bambini sono i più grandi (Mt 18, 1); in opposizione ai saggi (Mt 11, 25).

    I malati che guarisce malgrado le critiche dei farisei (Lc 4, 40; Mt 9, 34; Lc 6, 11).

    Oltre la soglia per una “chiesa di poveri”.

    La Chiesa ha per pietra angolare Pietro, peccatore, analfabeta, impulsivo, debole.

    Pietro e Giovanni, anche dopo la Pentecoste sono senza istruzione e cultura (Atti 4, 13).

    Riferendoti agli ambiti sopra esposti confronta con essi il tuo modo di agire e di pensare.

    Se scoprirai delle dissonanze non perderti di coraggio. Questa eventuale scoperta è un dono che viene dall’alto.

     

    X Incontro

    “Il progetto di Dio
     ed il mondo di chi non ha voce”

    Essere con i poveri comporta come conseguenza l’essere contro la povertà, l’emarginazione ecc.

    Iniziando questo percorso chiediti con schiettezza: “In che maniera, io cristiano, sono contro la povertà nei luoghi dove vivo?”

    I poveri...una parola scomoda.

    I poveri, una scelta preferenziale, ma questo è un modo di dire o è una scelta sconvolgente e non facile.

    Che cosa è che crea il povero?

    Tutto ciò che gli impedisce di crescere in un linea umana; è l’uomo che non viene trattato da uomo in tutte le sfere del suo essere.

    E questo nel rapporto con i seguenti ambiti:

    Con la natura

    L’uomo non si realizza a contatto con la natura 


      1. Chi non ha vacanze
      2. Chi usa male il tempo libero

      3. Chi ha fame

      4. Chi è privato dei beni naturali più elementari

    Con se stessi

    • Coloro che non si accettano così come sono
    • Coloro che falliscono nei loro progetti
    • Coloro che rifiutano la loro condizione sociale e familiare
    • Chi ha sempre lavorato regolarmente si trova poi in condizione disagiata

    Con gli altri

    • I figli maltrattati
    • Le persone che non trovano comprensione
    • I figli di coppia dissestate

    Con gli altri perché senza cultura

    quando si è senza cultura si è nell’impossibilità di integrare il proprio progresso, si resta ai margini.

    Pensiamo:
            agli ignoranti, agli analfabeti, ai male informati.

            a coloro che per vari motivi non possono accedere alla cultura, all’istruzione

    Pensiamo anche:

    A coloro che soffrono per il basso livello del nostro insegnamento

    A coloro che sono stati “catalogati”: giovani delinquenti

    • Ex carcerati
    • Ragazze madri
    • Alcolizzati
    • Prostitute
    • Drogati
    • Ecc

    Sono stati “incasellati” e non potranno più uscirne.

    Con Dio:

    Coloro che non dialogano più con LuiChe sono religiosamente ignoranti
    Che non hanno mai incontrato Cristo
    Le vittime delle ideologie Coloro che rifiutano Cristo

    Ed infine la Povertà ancora di coloro che lavorano senza poter amare il proprio lavoro.

    Tutti questi sono orientati di ricerca.

    Ma potremmo anche partire dalla Pacem Terris.

    Vi sono enumerati i diritti fondamentali dell’uomo.

    Si potrebbe partire da lì, prendere ciascuno di questi diritti e metterli a confronto con la realtà con cui siamo a contatto ogni giorno.

    Questa è una pista di riflessione nel senso della nostra vocazione di cristiani.

    “Amerai....”

    “Amatevi gli uni gli altri”.

    È nell’ambito di questi orientamenti, presentati sopra, che ognuno di noi deve vedere chi sono i poveri.

    Letto 7383 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2014 15:17

    Search