Antifona d’inizio
Quando il popolo si è radunato, il celebrante, con i ministri, si reca processionalmente all’altare, mentre si esegue normalmente un canto adatto alla celebrazione. Se non ha luogo il canto il celebrante dopo il saluto, avendo come base l’antifona d’inizio proposto dal messale, formula la monizione con la quale introduce i fedeli alla messa del giorno. (Questa processione d’ingresso è il segno che il popolo cristiano è sempre in cammino e il canto d’ingresso è un aiuto per tutta l’assemblea a radicarsi sul senso della liturgia del giorno).
Saluto del celebrante
Si può presentare con brevi parole la celebrazione del giorno, poi invita l’assemblea all’atto penitenziale.
Atto penitenziale
Dopo una breve pausa di riflessione personale segue la domanda di perdono secondo una delle tre forme a scelta, quindi l’assoluzione.
Se non sono già state dette o cantate, per l’atto penitenziale, seguono le invocazioni:
“Signore pietà”
“Cristo pietà”
“Signore pietà”
Gloria a Dio
Nelle domeniche, eccetto in Avvento e Quaresima, nelle solennità e nelle feste l’assemblea canta o dice il grande inno di lode.
Colletta o Preghiera dell’Assemblea
“PREGHIAMO”
Segue un tempo di preghiere silenzioso in cui il Celebrante raccoglie e poi esprime le intenzioni di tutti nell’orazione, o colletta del giorno, alla quale l’assemblea da il suo assenso con l’acclamazione:
“AMEN”
Liturgia della Parola
Le letture dalla Sacra Scrittura con i canti che le accompagnano, costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola.
L’omelia, la professione di Fede, la preghiera dei fedeli sviluppano e concludono questa parte. Le letture, nelle feste e solennità, si articolano su tre anni A, B e C al fine di dare un quadro generale della scrittura. Nei giorni feriali si articolano, per la 1^ lettura, su due anni.
Nelle letture spiegate poi nell’omelia, Dio parla al suo popolo e Cristo stesso, nella Sua Parola, è presente tra i fedeli.
Il popolo fa propria la Parola con i canti e vi aderisce con il “Credo”; così nutrito prega nella “Preghiera dei Fedeli” per le necessità della Chiesa e la salvezza del mondo.
Centro visibile della Liturgia della Parola è l’ambone.
La domenica, nelle solennità, nelle feste ci sono tre letture.
1^ lettura: essa è presa di solito dai libri storici e profetici della Bibbia, annuncia la salvezza che sarà realizzata pienamente in Gesù Cristo.
Salmo responsoriale: un solista, lettore o cantore esegue il Salmo che è, e deve avere il senso, come di una meditazione della Parola ascoltata cui tutti rispondono con un ritornello cantato o detto.
2^ lettura: è presa di solito dagli “Atti degli Apostoli”, che presentano alla comunità il mistero di Cristo ed esortano a viverlo.
Acclamazione al Vangelo: solitamente si canta l’Alleluia che vuole dire “Lodate Dio”, o un altro canto di lode e di gioia a Cristo (questo normalmente in quaresima)
Vangelo:
E’ il punto culminante della Liturgia della Parola. Il Celebrante o il Diacono si reca solennemente all’Ambone per la proclamazione di esso.
Omelia:
Dopo l’omelia è auspicabile che si faccia una piccola pausa di silenzio.
Professione di Fede:
La parola si fa preghiera (preghiera dei fedeli)
Dopo l’invito del Celebrante una persona idonea propone alcune intenzioni di preghiera; l’Assemblea RISPONDE CON UNA COMUNE INVOAZIONE.
La Parola si fa Eucaristia
La parola di Dio si realizza in una azione: ciò che è stato proclamato ora viene fatto. La Parola diviene Eucaristia cioè azione di grazia. Il tema letto, meditato, pregato ispira la preghiera Eucaristica e dà un nuovo risalto alle formule, ai gesti, generici e fissi, della Liturgia Eucaristica.
Così la partecipazione dell’assemblea al Mistero di Cristo, presente in modo sacramentale, è resa più facile, varia, coerente con il messaggio del giorno.
Liturgia Eucaristica
La Liturgia Eucaristica consiste essenzialmente nel sacrificio conviviale sull’altare che, sotto i segni del pane e del vino, rappresenta e perpetua sull’altare il sacrificio pasquale del Signore.
Sacrificio e banchetto sono intimamente uniti, nel momento stesso in cui si compie e si offre il sacrificio, lo si compie e lo si offre nel segno del banchetto.
I momenti della Liturgia Eucristica sono.
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Momento secondario è la presentazione dei doni
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Momenti principali sono la Preghiera Eucaristica e la comunione.
Presentazione dei doni
Si portano all’altare il pane e il vino, dono dei fedeli per il banchetto eucaristico. Le altre offerte fatte in questo momento sono riservate al servizio della Chiesa e alla carità verso i fratelli poveri.
Preghiera Eucaristica
Eucaristia significa ringraziamento ed è l’atteggiamento ed un gesto preciso ed essenziale per la celebrazione. I momenti più espressivi sono due: il prefazio che inizia la preghiera eucaristica, si rende grazie a Dio per le meraviglie del suo amore.
Il memoriale, invoca lo Spirito Santo perché pane e vino diventino corpo e sangue di Cristo, si ripetono gesti e parole di Gesù obbedendo al suo invito di “fare questo in memoria di Lui”, si consacra pane e vino per ripresentare al Padre il sacrificio di Gesù morto e risuscitato. La successiva invocazione allo Spirito, nelle intercessioni si ricordano tutti i membri di questo corpo e si richiede per loro grazia, benedizioni, gioia; la dossologia che conclude la grande preghiera esprime la glorificazione di Dio in Cristo.
I prefazi sono molteplici ed in essi viene enunciato il tema specifico dell’azione di grazie; anche le preghiere eucaristiche sono molteplici, alcune con prefazio variabile altre con prefazio proprio.
Riti della Comunione
La celebrazione eucaristica è il banchetto pasquale del Signore morto e risorto.
Noi partecipiamo con la fede e la carità, sacramentalmente con la Comunione.
Comunicarsi è il modo normale di realizzare l’incontro di salvezza con Cristo, partecipando così, pienamente, alla sua morte e alla sua vita.
Mangiando insieme alla tavola del Signore noi ci perdoniamo a vicenda ed esprimiamo con il “Saluto di Pace” il nostro amore di fratelli.
“Saluto di pace”. Lo scambio della Pasce può essere fatto in molti modi: un abbraccio, una stretta di mano, un cenno col capo, un sorriso, l’importante è che sia vero, dettato da un sentimento profondo, e cioè in Cristo non ci sono differenze di razza, sesso, condizione di età. Siamo tutti peregrinanti lungo la strada uniti dalla stessa speranza.
Frazione del Pane. Come Gesù nell’ultima Cena spezzò il pane per distribuirlo, così il Celebrante spessa l’ostia per significare che tutti siamo nutriti dello stesso pane e che grazie ad esso dobbiamo essere un cuore solo ed un’anima sola.
Comunione dell’Assemblea
E’ bene che ognuno si unisca alla preghiera silenziosa del Celebrante.
Ricevendo il pane consacrato nella mano il comunicando prende si pone in disparte, se lo porta alla boca evitando di comunicarsi camminando.
Ringraziamento
E’ molto opportuna, a questo punto, una pausa di silenzio e di ringraziamento.
Orazione dopo la comunione
Riti di conclusione
Benedizione
Congedo
La famiglia di Dio si separa, ognuno ritorna alla propria casa, alle proprie occupazioni. Per tutti rimane l’impegno di conservare nella vita quotidiana quanto hanno ricevuto nella celebrazione. Rimane ancora l’i,pegno di animare il mondo e di essere testimoni di Cristo.
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