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Sabato, 15 Gennaio 2005 10:49

Tre Proposte: 2 - Deserto, luogo di demoni

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2 - Deserto, luogo di demoni

 

Per parlare del deserto, i termini impiegati dagli scrittori della Bibbia, cambiano durante il corso della storia del popolo ebreo.

Da luogo di punizione, data da Dio, il deserto diventa luogo di tentazione di spiriti malvagi.

Guidati dalle parole dei profeti, soprattutto Geremia ed Ezechiele, gli uomini scoprono che Dio vuole la loro vita: ”Com’è vero che io vivo, oracolo del Signore Yahvé, io non gioisco per la morte dell’empio, ma perché cambi condotta e viva.Convertitevi, tornate indietro dalle vostre strade perverse. Perché volete morire, casa d’Israele?” (Ez 33,11)

Rivolgendosi a uomini che gli volgono le spalle, Dio si preoccupa di far conoscere la sua azione di bene nei confronti del suo popolo: ”Sono stato forse per Israele un deserto o una terra tenebrosa?” (Ger 2,31)

 

Il luogo delle forze del male

Per i profeti, il male può risultare solamente da altre forze diverse da Dio. Quando il censimento del popolo deciso dal re David e punito con un’epidemia di peste, è attribuito alla collera di Yahvé nel secondo libro di Samuele (2 S 24,1), questo stesso censimento, dagli effetti così funesti, è attribuito all’azione di Satana nel primo libro delle Cronache, redatto due o tre secoli più tardi (1 Cr 21,1)

Tuttavia, il libro di Giobbe ci precisa che, quando Satana provoca l’infelicità di un uomo o di un popolo, lo fa sempre in rapporto alla onnipotenza di Dio (cfr.Gb1,12 e 2,6).Se il deserto è un luogo arido e desolato, non è strettamente perché Dio ne ha punito gli abitanti, ma perché Dio ha permesso che questo luogo sia dominato dalle forze del male che vi abitano. Progressivamente, nel pensiero ebraico, il deserto diventa covo di demoni.

 

 

 I demoni del deserto

L’Antico Testamento utilizza un linguaggio sobrio per parlare dei Demoni. La rappresentazione di questi demoni proviene essenzialmente dalle raffigurazioni presenti nelle religioni egizia e babilonese, ma alcuni esempi esistono anche nella Bibbia. Nel libro del Levitico si mette in guardia contro un demone peloso con la testa di capro (chiamato satiro presso i Greci) che in Egitto, spingeva gli Ebrei alla prostituzione (Lev17,7). Questo libro ci descrive il rituale del giorno dell’espiazione, quando un caprone era offerto in sacrificio a Yahvé e un altro era inviato ad Azazel (il cui nome significa”il capro che se ne va”) nel deserto, simbolicamente carico di tutti i peccati di Israele (Lev 16,5-10). Questi stessi satiri, secondo le profezie di Isaia, danzeranno sulle rovine de Babilonia divenuta un deserto (Is 13,21).

La presenza dei demoni nel deserto è sempre più frequentemente segnalata, sia negli scritti deuterocanonici, entrati tardivamente nel canone delle Scritture, che in quelli apocrifi, non ammessi nel canone biblico.Nel Libro di Baruch, l’Eterno farà ricadere per lunghi giorni il fuoco sulla città che avrà distrutto Gerusalemme e questa città sarà abitata da demoni per più lungo tempo ancora (4,35). Ed è nel deserto egiziano che fugge il demone che ha ucciso gli sposi di Sarra (Tb 8,3). In un manoscritto scoperto a Qoumran (4Q 180, I, 6) Azazel che vive nel deserto è un angelo corruttore. Nel libro di Hènoch (I, LIV, 5-6) lo stesso Azazel è il capo degli angeli decaduti..Infine, per mettere in evidenza la distruzione definitiva di Babilonia, l’Apocalisse annuncia che Babilonia si è trasformata in dimora di demoni (18,2).

Il nuovo Testamento evoca, ancora più spesso dell’Antico i demoni, e anch’esso li pone nel deserto. Troviamo così questa presenza dei demoni nel deserto, anche nei Vangeli. L’uomo posseduto dai demoni nel paese dei Geraseni, è da loro trascinato nei deserti (Lu 8,26-29). E' verso i luoghi aridi che lo spirito impuro uscito da un uomo, se ne va errando in cerca di riposo e non lo trova (Ma 12,43 e Lu 11,24). Poiché i demoni abitano il deserto, ne consegue che Gesù, andando nel deserto, spinto dallo Spirito, si troverà a confrontarsi con lo spirito del male, come ci raccontano i Vangeli sinottici (Mt 4,1; Mc 4,13; Lu 4,2).

 

All’alba del monachesimo

La presenza dei demoni nel deserto si manifesta attraverso la sterilità da cui queste terre sono colpite. Se in esse non nasce erba, malgrado l’azione benefica di Dio nei confronti di tutte le sue opere, (Ps 145,9) è a causa dell’influsso malefico dei demoni che le abitano. Ne deriva che il deserto è considerato come il dominio specifico dei demoni e, negli scritti dei monaci egiziani, il nome del deserto rappresenta per antonomasia i demoni che vi abitano pur senza nominarli (nella nostra epoca, si potrebbe fare il confronto con il fatto di parlare dell’Eliseo per sottintendere il Presidente della Repubblica.)

Secondo il vescovo di Alessandria, Sant Atanasio (4°secolo), Sant’Antonio, considerato come il padre del monachesimo, fu il primo asceta a rifugiarsi nel deserto e a lottare contro gli spiriti malvagi, non facendo altro che imitare la lotta sostenuta da Gesù stesso nel deserto e durante la Passione. Dopo sant’Antonio, gruppi di monaci, in strutture comunitarie molto diversificate, si organizzarono prima in Egitto nei deserti di Scété e di Nitria, poi in Palestina e nel Sinai, in Cappadocia, in Siria e in Mesopotamia e, infine, nell’Occidente latino, sempre con l’intenzione di combattere, con il Cristo, contro le forze del male.

Nel pensiero giudaico e cristiano, il deserto è venuto dunque a significare una realtà interiore e spirituale: lo scontro con gli spiriti che lottano contro Dio. Il deserto fisico, non è il solo luogo in cui l’uomo deve vivere questo scontro. Ogni uomo, qualunque sia il luogo in cui vive, si confronta con le forze del male. Gli Ebrei e i Cristiani, non hanno mai cessato di vivere questo scontro lungo tutta la loro storia.Persino il re David, dal cuore integro (Sal78,72) fu spinto a commettere delle azioni che non erano secondo il cuore di Dio. L’apostolo Pietro ricorda ai primi cristiani: ”Vegliate.Il vostro avversario, il Diavolo, vaga, come un leone ruggente, cercando chi divorare. Resistetegli, fermi nella fede, sapendo che questo è lo stesso tipo di sofferenza che la comunità dei fratelli, sparsa nel mondo, sopporta” (1 P 5,8-9).

Nella lotta contro le forze del male, l’uomo scopre che, in differenti modi, Dio viene sempre in suo aiuto.

Letto 3312 volte Ultima modifica il Domenica, 10 Gennaio 2010 17:21

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