«Di recente, mi sono imbattuto in un interessante articolo sul sufismo, la principale corrente mistica dell’islam. Ho letto che l'ortodossia islamica non ha mai visto di buon occhio questa tendenza ad abbreviare la distanza tra Dio e l'essere umano, e che vari sofisti sono stati perseguitati. Il mistico, come si sa, giunge a sentirsi "rapito" dalla divinità, quasi "assunto" in essa, mettendo così in pericolo l'assoluta trascendenza di Dio, che l’islam difende con assoluta determinazione. Eppure mi domando se non sia propria a livello di mistica (spiritualità) più che di religione che il dialogo islamo-cristiano possa compiere passi determinanti. Lei che ne pensa?». (Edoardo Misetti)
È buona cosa informarsi e correggersi quando ci si accorge di non conoscere in modo sufficiente alcune cose, soprattutto riguardo alle altre culture e religioni.
Prima di tutto mi permetto di fare alcune correzioni di linguaggio. Il sufismo non è la principale corrente mistica nell'islam, ma è semplicemente l'aspetto spirituale o mistico dell'islam in quanto tale. Nel sufismo ci sono varie correnti "mistiche", com'è il caso di tutte le altre religioni. Dire "sofista" poi è un'aberrazione di linguaggio. I sofisti erano dei pensatori greci che cercavano di mettere in luce alcune contraddizioni dell'esperienza umana per arrivare ad un tipo di relativismo o scetticismo assoluti. I sufi (questo è il nome corretto) sono invece i musulmani che seguono la via mistica dell'islam, ovvero il sufismo.
Poi, che cosa si intende per "ortodossia islamica"? L’islam ha varie correnti, divise soprattutto tra sunniti (la maggioranza assoluta) e sciiti (una minoranza), e credo che ambedue queste correnti si ritengano "ortodosse", nel senso cioè di rappresentare la vera fede dell'islam. Quindi quando si parla di "ortodossia" islamica si usa un termine cristiano (e già confuso nel cristianesimo stesso!) che confonde e non chiarisce il problema. Occorrerebbe parlare dell'islam sunnita maggioritario, rappresentato dalle grandi istituzioni islamiche... Ma anche qui, se uno scava un po', non trova grande chiarezza... Questa è la realtà... anche se molti sono i saccenti che si presentano sulla scena dell'occidente e proclamano, ad esempio: "L’islam dice che... bisogna portare il velo", spacciandosi per i portavoce ufficiali di un'ortodossia islamica che non esiste.
"L'islam non vede di buon occhio il fenomeno sufi": è un'affermazione che sento spesso propagandata da musulmani e non, ma che non ha alcun fondamento storico. Il sufismo è l'aspetto spirituale dell'islam che esiste, anche se molti lo vogliono ignorare; aspetto che si è sviluppato fondamentalmente dall'interno dell'islam stesso e che ha prodotto persone, opere, visioni ed esperienze spirituali che stanno al livello dei più grandi movimenti spirituali della storia umana, quali quelli del cristianesimo, ebraismo, induismo, buddismo, ecc. Occorre pure tenere presente che molti dei grandi teologi musulmani sono stati dei sufi, non ultimo il grande al-Ghazâlî (m. 505/1111), considerato il sommo dell'"ortodossia" islamica, cioè dell'islam sunnita maggioritario...
Che ci siano aspetti del sufismo (soprattutto dove si tocca la trascendenza di Dio) che sono stati considerati eretici e come tali osteggiati, molte volte in modo violento, soprattutto dall'islam sunnita maggioritario, questa è una realtà storica che trova il suo parallelo anche in altre religioni, nel cristianesimo in modo particolare. Occorre esaminare a fondo tale fenomeno che pone certamente all'islam degli interrogativi (come li pone l'Inquisizione alla coscienza cristiana) sul problema capitale della libertà di coscienza. Questo è un campo in cui una "purificazione della memoria storica" (come si usa dire) oppure una "purificazione attraverso la memoria storica" (come preferisco dire, non si tratta infatti di dimenticare per poi... fare come prima... ma di imparare finalmente dai propri errori storici!) sarebbe più che opportuna. Ma purtroppo, come ho fatto osservare altre volte, il discorso autocritico è il più difficile da farsi, sia a livello personale che comunitario. Ne vale però la spesa, se è vero che uno dei segni fondamentali di maturità umana sia a livello personale che comunitario è proprio la capacità di auto-critica... Questa realtà dovrebbe rappresentare un importante campo di dialogo fra culture e religioni... invece di rinchiudersi, come troppo spesso avviene, in vanitose apologetiche "ombelicali" sulla propria identità.
Che il sufismo possa offrire degli spunti "di apertura per un incontro con le altre tradizioni religiose umane", questo è indubbiamente vero, visto che "i sufi sono coloro che non dicono solo parole come fanno i teologi, ma che sperimentano personalmente le realtà della fede", così al-Ghazâlî. E così un detto sufi: "Se uno mette in pratica ciò che sa (della fede), Dio si prenderà cura di insegnargli ciò che non sa". Con Dio per maestro, uno può andare ben lontano...
* missionario comboniano, docente di mistica islamica a Dar Comboni, (Cairo) e Pisai (Roma).
(da Nigrizia, marzo 2004)