Ecumene

Giovedì, 24 Novembre 2016 20:53

I tropari alla Croce e alla Madre di Dio

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Talvolta il muto dolore della Vergine, quale ci appare dai Vangeli, viene espresso nelle preghiere bizantine con parole insieme di fede e dì lamento messe sulle labbra della Madre del Crocifisso.

La Theotókos (=Madre di Dio) è sempre presente nelle ufficiature bizantine (e forse per questo non c'è un giorno della settimana specialmente a lei dedicato): tutti i passaggi da una parte all'altra dell'ufficiatura, tutte le conclusioni, fosse pure interne, di semplici odi di canoni, implicano particolari preghiere a lei rivolte o che parlan di lei: sono i theotokia. E nei giorni dedicati alla croce, nei mercoledì e venerdì dell'anno che non coincidono con una festa importante, la Vergine viene considerata partecipe alla passione e morte del Figlio; per il sempre vivo ricordo della croce, i brevi inni mariani diventano Stavrotheotokia. Talvolta il muto dolore della Vergine, quale ci appare dai Vangeli, viene espresso nelle preghiere bizantine con parole insieme di fede e dì lamento messe sulle labbra della Madre del Crocifisso; talvolta è la meditazione della passione della Theotókos presso la croce, che dà più fiducia ai fedeli nell'invocarne l'intercessione; sempre sono composizioni liturgiche antichissime e di profonda bellezza.

La Madre, alla vista dell'Agnello e Pastore e Salvatore del mondo appeso alla croce, diceva lacrimando: «Il mondo si rallegra ricevendo  la liberazione, ma le mie viscere bruciano d'amarezza vedendo la tua crocifissione, che Tu sopporti per tutti, Figlio e Dio mio!».

Glorificata più di tutti sei Tu, o Vergine Madre di Dio! E a Te inneggiamo: per la croce del tuo Figlio, l'Ade è stato vinto, la morte messa a morte e noi, colpiti a morte, siamo stati risollevati, fatti degni della vita eterna, e ci è di nuovo offerto il Paradiso, nostra prima delizia. Perciò ringraziando, glorifichiamo Cristo nostro Dio, possente e il solo misericordioso.

Madre di Dio e Vergine, supplica il tuo Figlio volontariamente salito sulla croce e risorto di tra i morti, Cristo, Dio nostro, di salvare le nostre anime.

Vergine Immacolata, Madre di Cristo Dio, una spada trapassò la tua santissima anima quando vedesti volontariamente crocifisso il tuo Figlio e Dio: pregalo incessantemente, o Benedetta, di concederci la remissione delle colpe.

Colui che regna su tutto il creato, o Piena di grazia, si è incarnato nel tuo seno e dopo aver sofferto la morte in croce, come Dio onnipotente si è levato facendoci risorgere con Lui.

Avendo ottenuto come verga di forza la croce del tuo Figlio, o Deipara, con essa superiamo gli assalti dei nemici, senza posa inneggiando a Te con affetto.

Quando vedesti sulla croce, sospeso in mezzo ai ladroni, Colui che aveva preso carne da Te e che avevi dato alla luce in modo meraviglioso, o Vergine pura, il tuo cuore fu affranto di dolore e maternamente piangesti dicendo: «Ahimè, Figlio mio, quale mistero ineffabile e divino, per cui salvi la tua creatura vivificandola! Io canto la tua misericordia».

In piedi presso la croce del Signore, la Madre di Dio gemeva piangendo: «Ohimè, mio Figlio e Dio, luce dei miei occhi! Come mai sei steso sulla croce, Tu che hai steso il cielo come un mantello e che dall'abisso hai fatto sorgere le fonti d'acqua per tua volontà?».

La Madre sempre vergine che ti diede alla luce, vedendoti, o Cristo, soffrire per noi sulla croce, ebbe l'anima trapassata da una spada di dolore e maternamente piangeva. Per la sua intercessione, abbi pietà di noi, Signore di misericordia.

Vedendoti innalzato sulla croce, o Verbo di Dio, la tua madre immacolata piangeva maternamente e diceva: «Cos'è questo strano prodigio, o mio Figlio? Tu che sei la vita dell'universo, come puoi scendere nella morte? Ma come, Misericordioso, Tu vuoi salvare i defunti?».

Avendo con la tua croce messo in fuga i nemici, disperdi come polvere le loro eresie; rialza, o Signore, la tua veneranda Chiesa; ferma il loro impeto contro di noi e pacifica la moltitudine degli ortodossi, per le preghiere della tua Genitrice.

«Vedendoti morto e nudo sul legno, sono acerbamente ferita e mi si sconvolgono le viscere, o Figlio mio più che buono, e Dio onnipotente» — gridava nei gemiti l'Immacolata. Celebriamo la Madre del Signore e con fede glorifichiamola.

«Gustando fiele e aceto, addolcisti l'antico amaro cibo di Adamo, o dolcissimo Figlio, innalzato sul legno e condannato innocente. Perciò o Signore, risorgendo per la tua onnipotenza, addolcisci me, amareggiata dalla tua passione» — diceva la Vergine in lacrime.

Oh, la bontà infinita di Chi si è incarnato in Te, Madre di Dio da tutti lodata! Ha infatti voluto soffrire la croce e la morte per salvare il mondo che aveva creato. Pregalo di liberare me, misero e afflitto, dalla dannazione e di condurmi là dove brilla la luce che non tramonta.

Contemplando, o Cristo, la tua morte sulla croce, la Vergine tua Madre piangeva amaramente: «O mio Figlio — cos'è questo terribile mistero? Tu che accordi a tutti la vita eterna, come puoi volontariamente soffrire sulla croce il disonore e la morte?»

Vedendoti innalzato sulla croce in mezzo ai ladroni, tua Madre, o Cristo, col cuore affranto esclamò: «O Figlio, come mai soffri sulla croce le pene dei malfattori Tu che sei innocente? Ma Tu vuoi rendere la vita al genere umano nella tua immensa bontà».

Vedendoti appeso al legno, o Cristo, creatore di tutte le cose e Dio, colei che senza seme ti aveva generato, diceva amaramente: «Figlio mio, dov'è scomparsa la bellezza del tuo volto? Non posso vederti ingiustamente crocifisso. Affrettati dunque, risorgi, affinché veda la tua risurrezione dai morti al terzo giorno».

Quando vedesti sospesa alla croce l'Uva matura che avevi prodotto senza fatica, o Vergine, gridasti piangendo: «O mio Figlio, lascia sgorgare il dolce nettare che farà cessare l'ubriacatura delle passioni, quando io intercederò maternamente presso di Te, Dio di bontà e divino benefattore».

O Cristo, quando l'Agnella vide il suo Agnello sospeso alla croce in mezzo ai ladroni, gemeva amaramente e in lacrime gridava: «Cos'è questa meraviglia, o mio Figlio amatissimo?». «O Madre purissima — hai Tu risposto — essa deve rivelare la vita dell'universo».

Quando la Vergine pura vide il suo Agnello affrettarsi verso la morte, lo seguiva con premura e gli gridava: «Dove vai, Figlio mio dolcissimo? O Cristo, per chi ti slanci nella corsa? Gesù, amabile Signore, misericordioso e innocente, rispondi alla tua ancella, Figlio mio caro; col tuo silenzio non disprezzare, misericordioso, chi ti ha generato, o Dio pieno di compassione e che doni al mondo la grande misericordia».

Dio di tenerezza, Tu ti sei degnato soffrire, nella tua crocifissione, l'ignominia della morte; a tale vista tua Madre fu ferita al cuore e gemeva maternamente; per la tua misericordia e la sua intercessione, Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di Lei e salva l'universo.

 

Letto 2871 volte Ultima modifica il Giovedì, 24 Novembre 2016 21:00
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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