Il prossimo Islam
di Juan Carlos Sanz *
Poche ore dopo il più pesante attacco degli ultimi dieci anni dell’esercito turco contro il Nord dell’Iraq (240 guerriglieri curdi e 27 soldati turchi sono rimasti uccisi) e la promulgazione da parte del presidente turco, l’islamico moderato Abdullah Gül, della fine del divieto di indossare il velo (hiyab) nelle università, un gruppo di un centinaio di teologi annunciava ad Ankara il progetto di riforma dell’islam più avanzato del mondo musulmano.
Non si tratta di una svolta radicale. Non è come le tesi di Martin Lutero che hanno spianato la strada ad una rivoluzione nel cristianesimo e non è neppure come il Catechismo olandese che ha portato un vento di rinnovamento nei Paesi cattolici dopo il Concilio Vaticano II. Ma il progetto della cosiddetta Scuola di Ankara permetterà alle donne musulmane di invocare l’islam per poter viaggiare da sole, senza la protezione di un uomo, come prescrivono alcuni hadiz (detti e fatti di Maometto).
Mehmet Gormez, vicepresidente della Direzione degli Affari Religiosi (Dyanet) della Turchia e ispiratore del progetto, afferma che il governo turco non ha alcun rapporto con questa iniziativa “religiosa e accademica”. “Il nostro obiettivo è ridefinire e reinterpretare gli hadiz per renderli comprensibili al popolo turco contemporaneo”, precisa Gormez in una conversazione telefonica da Ankara. “Il progetto è rivolto in principio alla popolazione turca, ma lo tradurremo in inglese, in arabo e in russo per diffondere il nuovo testo”, I portavoce del governo turco consultati da EI Paìs hanno evitato di rilasciare dichiarazioni sul Progetto Hadiz, proprio in un momento in cui il Tribunale costituzionale turco ha ammesso un ricorso dell’opposizione laica sull’eliminazione del controverso divieto dell’uso del velo islamico nelle università.
Con la Dyanet, creata nella Turchia fondata nel 1923 da Mustafa K.emal Atatürk, dopo la costituzione dello Stato laico, gli imam e gli ulema turchi passano di fatto ad essere funzionari della Direzione degli Affari Religiosi. Il presidente della Dyanet è anche il gran muftì della Turchia. L’impulso che tale istituzione sta dando alla riforma degli hadiz, i cui cinque volumi saranno completati alla fine dell’anno, traduce l’interesse del governo a base islamica per la modernizzazione dell’islam in Turchia e per una chiara differenziazione fra tradizione religiosa e superstizione.
“Proibire che le donne viaggino da sole è qualcosa di assurdo, di ridicolo. La raccomandazione poteva aver senso per motivi di sicurezza all’epoca in cui si è raccolto l’hadiz”, argomenta Mansur Escudero, responsabile della Giunta islamica di Spagna. “Eppure in Arabia Saudita si continua a proibire alle donne di guidare”. Escudero, una delle principali voci della comunità islamica in Spagna, ritiene che il progetto turco rappresenti uno sforzo di interpretazione e modernizzazione. “Vi sono oltre 100mila hadiz, catalogati in autentici, dubbi e falsi”, spiega. “La cosa importante è riunire un insieme di testi interpretativi liberato dalle aggiunte che sono state incluse in passato senza considerare il contesto”.
La Dyanet turca è particolarmente interessata a superare la “pratica preislamica” dei delitti d’onore (assassinio di donne da parte di uomini delle loro famiglie) che si continuano a registrare ai danni di donne che intrattengono relazioni extraconiugali o persino che sono state violentate. Si vuole anche porre fine alla mutilazione genitale femminile che si pratica in alcuni Paesi africani. “Per questo è necessario presentare il messaggio del profeta in modo comprensibile, introdurre le correzioni necessarie e sopprimere quello che non abbia valore nell’attualità”, precisa un comunicato ufficiale nella pagina web della Dyanet. Il metodo di lavoro consiste nel rivedere gli hadiz “secondo criteri scientifici”.
“Quello che si delinea in Turchia è molto interessante. Soprattutto nel campo della laicità, della separazione tra Chiesa e Stato. La Turchia indica il risveglio nel mondo islamico della nozione di laicità”, riflette a voce alta Mansur Escudero.
* Juan Carlos Sanz è l’autore di questo articolo, che è stato pubblicato sul quotidiano spagnolo “El paìs”. (8/3/2008). titolo originale: “Turquìa emprende la reforma del Islam del siglo XXI”
(da Adista)