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Venerdì, 11 Dicembre 2009 17:31

I monasteri delle Meteore

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Il monachesimo ortodosso e i monasteri delle Meteore

Ornamento della Cristianità Ortodossa sono i suoi monasteri. Sparsi in tutta la Grecia, dalle montagne ai campi e nelle isole, perpetuano la tradizione secolare con luoghi di fede e di dedizione a Dio. Nell’estremità occidentale della pianura della Tessaglia, nella località di Kalambaka, si elevano verso il cielo le imponenti rocce ripide delle Meteore.

Si tratta di un fenomeno geologico unico al mondo e di un paesaggio irripetibile, che si combina armoniosamente con i numerosi monasteri, arrampicati sulla cima delle rocce.

Il termine “Meteore”, letteralmente monasteri “sospesi in aria”, esprime in maniera sorprendente l’atmosfera surreale e mozzafiato che si respira lassù. Fu anche per questo che, sulle cime di queste rocce altissime, tra cielo e terra, molti anacoreti hanno scelto di vivere vicino a Dio il resto della loro vita, negando i beni del mondo e nutrendosi con la preghiera e la meditazione spirituale.

I primi eremiti ed asceti appaiono nel terzo secolo d.C. Essi vivevano in grotte o nelle cavità delle rocce, mentre accanto a loro creavano dei piccoli spazi per pregare, “proseuchadia”, avendo quale compagnia continua lo studio di antichi testi dell’Ortodossia. In molti continuano a rimanere da soli nella solitudine del luogo che hanno scelto (gli eremiti); altri invece, (i cenobiti), entrano nei monasteri e vivono in comunità, pregando e partecipando tutti insieme alla divina Liturgia.

Nel 1334, perseguitato sul Monte Athos dalle incursioni dei corsari, giunse a Meteora il monaco Atanasio accompagnato dal padre spirituale Gregorio.

Atanasio, in seguito Beato Atanasio “il Meteorita”, aveva quale unico scopo la costruzione di un monastero bene organizzato, in conformità con i modelli di Agion Horos (Monte Athos).

Nell’anno 1335 radunò quattordici monaci della zona e salì sulla più grande roccia denominata Mega Meteoron (Pietra Larga) alta 475 metri, iniziando l’opera di edificazione dei primi fabbricati del Monastero della Metamorfosis (della Trasfigurazione del Redentore) per completarlo nel 1348.

Sant’Atanasio, asceta di grande santità e fama, compose il primo statuto del monastero che diventò la base del monachesimo delle Meteore. La chiesa originale della Metamorfosis fu costruita nel 1387 dal monaco Josafat e fu ornata con interessanti pitture murali. Dopo un periodo di declino la cittadina monastica conobbe una fioritura nel XVI sec. Nel 1544 venne eretta una nuova imponente chiesa nel Grande Meteoron basata sul tipo architettonico del Monte Athos.

Col tempo, il fascino del luogo e la sicurezza che offrivano queste rocce alte e naturalmente inaccessibili ai vari incursori di ogni tempo, dai briganti ai malfattori, portò ad uno stato monastico organizzato che veniva rafforzato da molte donazioni e privilegi. Risultato fu che diversi monaci fondarono numerosi monasteri: il monastero della Santissima Trinità, Santo Stefano, Russanu, San Giorgio Mandilas, San Nicola Anapausas; della Madonna di Micadi, Santi Apostoli, San Gregorio, Sant’Antonio, del Redentore, ecc.

Senonchè, col tempo questo Stato teocratico comincerà pian piano a decadere, ed oggi sono abitati - e sono visitabili dai turisti - solo sei monasteri su ventiquattro: Il monastero della  Metamorfosi (Trasfigurazione), di Varlaam, di Aghios Nicolaos (San Nicola), di Aghia Trias (Santissima Trinità), Russanu, e infine il monastero di Aghios Stefanos (Santo Stefano) che è l’unico abitato da monache; tutti gli altri sono in rovina ed alcuni sono completamente scomparsi.

La vita monastica ha come luogo prediletto il Katholikon, cioè la chiesa centrale del monastero. La pianta delle chiese bizantine è rigorosamente a croce greca con cupola. Là si celebra la divina Liturgia bizantina, secondo le istruzioni delle regole canoniche, che vengono rispettate tutte con attenzione e scrupolosità. Questa osservanza rituale conserva e perpetua nei secoli fedelmente le antiche tradizioni della Chiesa Ortodossa.

La preghiera è l’opera principale della vita monastica. I monaci si trovano in chiesa con attenzione e costanza fino a sette ore al giorno. Le domenica e le altre festività fino a undici ore. I monaci pregano e cantano nei propri sedili, immersi nel profumo dell’incenso, mentre le candele illuminano i volti ascetici dei santi nelle pitture murarie e nelle icone.

La Santa Adorazione è il compito primario dei monaci nei monasteri greci, e costituisce parte integrante del Cristianesimo ortodosso.

I monasteri hanno a capo un Igumeno (Abate): il suo compito è quello di esercitare la sorveglianza spirituale. I monasteri sono sottoposti al Patriarcato di Costantinopoli.

Per il lavoro personale, i monaci si occupano di lavori agricoli, di scultura lignea, di manifattura e sono abili pittori di sacre icone.

Negli anni della dominazione turca, questi luoghi ortodossi sono stati preziosi per la salvezza dell’ellenismo, con le scuole nascoste per la conservazione dell’antica lingua paterna. È per questo che molti monasteri sono stati incendiati e saccheggiati e molti monaci subirono il martirio.

La devozione assoluta a Dio, per ispirazione divina, donò mani capaci di creare dei capolavori d’arte. Pitture murarie, icone portatili e iconostasi intagliata nel legno ornano le chiese dei monasteri, mentre oro, argento e madreperla – donazioni dei fedeli - sono stati scolpiti magistralmente, con pazienza sorprendente, per diventare segno di gratitudine dei pellegrini dell’Ortodossia.

I primi asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo di una serie di impalcature, che venivano sostenute da travi fissate nella roccia. Più tardi li sostituirono con delle scale di corda che provocavano le vertigini a quelli che salivano; quelli che non osavano salire le scale, a motivo del forte vento, venivano tirati su con una carrucola dentro una rete di corda.

La combinazione grandiosa delle antitesi geologiche multiformi del paesaggio selvaggio di Meteora crea un’immagine d’irripetibile bellezza.

La presenza vivissima dei primi giorni della creazione riempie la nostra coscienza di ideali dimenticati di perfezione spirituale.

Guardando questo sacro luogo, il nostro cuore si riempie di purezza infantile e di ammirazione senza fine. Il nostro pensiero si innalza all’infinito e all’eternità, e la nostra anima dialoga con il Silenzio.

Salvatore Celeste

Letto 5568 volte Ultima modifica il Mercoledì, 27 Giugno 2012 12:21

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