"Il tema delle beatitudini è la sintesi del Vangelo e del messaggio cristiano. Il convegno ha messo in rilievo il fatto che oggi annunciare le beatitudini evangeliche non significa annunciare una verità del mondo, ma il Regno di Dio. Annunciare le beatitudini oggi significa recuperare la centralità di Dio nella nostra vita e fare scoprire che i veri valori non sono passeggeri. Vivere le beatitudini significa stare con Dio, essere accolti da Dio e comportarsi in conformità alla volontà di Dio. Un programma di vita che rovescia molti dei discorsi del nostro mondo e mette in evidenza la differenza cristiana. Per le Chiese cristiane in Italia annunciare le beatitudini significa diventare credibili, dare una testimonianza di fedeltà evangelica. In questo modo non si annuncia la propria Chiesa, che è una realtà penultima, ma la realtà ultima: il Regno di Dio. Che significa stare con i poveri, i puri, i miti, i perseguitati, gli affamati e gli assetati di giustizia, i misericordiosi, gli operatori di pace... Da ciò risulta un fatto: l'annuncio cristiano riguarda l'unica Chiesa di Dio che è in Italia. La buona notizia è rivolta a questo mondo, ma non è per questo mondo".
Dai lavori del convegno e dalle tavole rotonde è uscita anche una fotografia della società italiana contemporanea. Una realtà che interroga le Chiese e le costringe a riscoprire la loro dimensione missionaria:
"Dobbiamo prestare attenzione alle esigenze di felicità e di spiritualità della gente, specie dei giovani. Cioè alla sete di beatitudini. La Chiesa deve essere attenta a questi bisogni e dare una risposta evangelica: la felicità vera, l'unica che conta, sta nella possibilità del rapporto con Dio. Il nostro annuncio non è più ccclesio-eccentrico, ma teocentrico. E’ Dio l'unico datore della felicità. Viviamo in un'epoca di grande disperazione. Le nostre Chiese non sono chiamate a giudicare, ma ad essere consolatrici". Molti sono stati gli interventi rilevanti pronunciati a Viterbo: mons. Alberto Albondi ha messo in evidenza la relazione tra beatitudini e speranza; mons. Giuseppe Chiaretti ha ripercorso il cammino ecumenico delle Chiese in Italia evidenziando gli sforzi di collaborazione e riconciliazione, nonostante le difficoltà ancora da superare. Gianni Long, presidente della Fcei e il metropolita ortodosso d'Italia Gennadios hanno richiamato il potenziale aggregante che il tema delle beatitudini esercita sulle Chiese.
"Tutte le Chiese concordano nella necessità di maggior unità e collaborazione nel mondo presente, conclude padre Valdman. "Ci sono delle premesse, ma l'ecumenismo chiede un impegno sempre maggiore per superare i problemi e le diverse comprensioni. Tuttavia le beatitudini sono pilastri inattaccabili sui quali costruire insieme". Senza trionfalismi, nella fatica quotidiana. E mettendo in pratica la rivoluzione della novità cristiana.
(da Mondo e missione, marzo 2003)