Ecumene

Martedì, 03 Agosto 2004 20:48

Ta'ziya (Maria Domenica Ferrari)

Vota questo articolo
(0 Voti)

Muhammad morì improvvisamente nel 632, senza dare nessuna indicazione sulla sua successione. La lotta politica che ne seguì fu molto cruenta, tre dei primi quattro califfi vennero assasinati, scoppiarono guerre civili e la comunità musulmana si ritrovò divisa per sempre. Gli sciiti non riconoscono come legittimi i primi tre califfi ma solo Ali, cugino e genero di Muhammad, e la sua discendenza.

Nell’ottobre del 680, nel corso della seconda guerra civile durante una delle battaglie Husayn nel tentativo di raggiungere Kufa (roccaforte dei seguaci del padre Ali) venne intercettato a Karbala torturato e ucciso insieme al suo seguito tra cui vi erano bambini. L’episodio, passato inosservato all’epoca, con il passare del tempo si trasformò in un martirio e Karbala uno dei simboli sciiti e meta di pellegrinaggi. Quel giorno per il calendario musulmano è il 10 del mese di muharram, ma il caso vuole che quel giorno è anche quello dell'ašura. Nei primi anni di predicazione Muhammad aveva adottato dagli Ebrei il digiuno dello Yom Kippur, l'ašura appunto, che dopo l'istituzione del mese di ramadan rimase facoltativa.

Husayn nel corso del tempo divenne per gli sciiti l’eroe-redentore che con il suo sacrificio salva il mondo. Nella ši‘a si riscontra un apprezzamento per la sofferenza e il martirio e la conseguente venerazione di šahdid (martiri), Ali, Hasan, Husayn; “martiri” - si noti bene - uccisi da altri musulmani con cui erano imparentati. A dire il vero Hasan aveva sostenuto la controparte da cui ricevette denaro e nel 680 era già morto avvelenato da una delle sue mogli. Da notare il fatto che gli sciiti insultano e maledicono il nome dei primi tre califfi mentre i sunniti venerano Ali.

La festa venne istituzionalizzata in epoca safavide (XVI sec), per 10 giorni durante muharram si svolgevano recitazioni di elegie sul martirio di Husayn, processioni, prediche che coinvolgevano i presenti in lamentazioni collettive. Da questa festa del pianto si originò una forma di teatro sacro la ta ‘ziya (ta ‘ziyè in persiano), la solo forma di teatro della letteratura persiana.

Le manifestazioni in ricordo di Karbala sono di tre tipi: il racconto della storia di Husayn rauza-khani , le rappresentazioni ta‘ziya, le processioni dasta-yi azadari.

I viaggiatori europei parlano della ta ‘ziya per la prima volta alla fine del 1700.

Queste pie rappresentazioni sono strutturate come un ciclo cosmico:

Husayn in età primordiale strinse un patto con Dio per mezzo del quale attraverso il suo sacrificio, nel giorno del Giudizio interverrà in favore dei suoi fedeli. Il tema centrale del martirio viene raggiunto con lo svolgimento di svariati argomenti oltre alla sacra famiglia sciita vi sono anche personaggi biblici e cristiani naturalmente rappresentati come monoteisti musulmani. La ta ‘ziya visse il suo periodo di maggior splendore nell’ottocento, dei teatri appositi vennero costruiti sia dai regnanti Qajar che da privati. I testi scritti da autori anonimi seguono i canoni della poesia classica persiana. Durante il novecento le autorità civili iraniane occasionalmente hanno proibito queste manifestazioni, e alla metà del secolo scorso sopravvivevano solo nelle zone rurali. Negli ultimi anni si è assistito a una rinascita delle ta ‘ziya, nella maggior parte delle città iraniane esistono troupe amatoriali che danno rappresentazioni anche nei piccoli e sperduti villaggi rurali.

Gli attori devono assomigliare naturalmente ai personaggi interpretati e avere buoni doti vocaliche in quanto la recitazione è basata sulle varie intonazioni musicali; la scena è spoglia, il palco privo di quinte. Scopo principale della ta ‘ziya è la commozione ed il pianto degli spettatori o per meglio dire ascoltatori.

Le processioni con flagellazione sono inimmaginabili in ambito sunnita, dove gli episodi di martirio sono tanto straordinari da essere considerati come eccentricità.

Le flagellazioni sono fatte di solito battendosi fortemente il petto, ma non mancano coloro che si percuotono con catene, pugnali, lame di rasoio. Questo tipo di autoflagellazioni nel corso del tempo è diventato quasi uno sport, con discussioni sulla metodologia e venditori specializzati dei vari strumenti necessari.

In occasione dell'ašura, vengono preparati particolari cibi, in Pakistan per esempio riso dolce e halva di semolino. In Marocco l 'ašura, è rispettata da donne e bambini, in questo paese venne introdotta presto dagli ordini sufi e poi continuata dagli Šarif, dinastia ancora regnante e discendente da Muhammed.

Nei Caraibi, i discententi degli indiani immigrati, sia musulmani che indù, festeggiano questo giorno come affermazione di identità culturale, elaborate processioni percorrono le strade, modellini di moschee vengono trasportate su carri seguiti dalle donne piangenti.

Maria Domenica Ferrari

 

 

 

Letto 2972 volte Ultima modifica il Venerdì, 23 Ottobre 2015 11:09
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search