Ecumenismo
e rinascita spirituale
di Luca Maria Negro
Quarant'anni fa nasceva il Gruppo misto di lavoro (Gml) tra la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). Per celebrare questo anniversario, così come i quarant'anni del decreto sull'ecumenismo del concilio Vaticano II (Unitatis redintegratio), il Cec e il Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani hanno organizzato una consultazione a Ginevra dal 17 al 19 novembre. Tema dell'incontro sarà una riflessione sul contributo del Gml al rinnovamento dell'ecumenismo nel XXI secolo. La consultazione si aprirà con un evento pubblico al Centro ecumenico di Ginevra (presenti fra gli altri il cardinal Walter Kasper e il moderatore del Comitato Centrale del Cec, il Catholicos Aram I), per poi proseguire all'istituto ecumenico di Bossey (Ginevra), dove si svolse la prima riunione dei Gml, nel maggio 1965.
Il Gruppo misto di lavoro è un forum consultivo che ha il compito di avviare, di valutare e di sostenere la collaborazione fra Cec e Chiesa cattolica, rispondendo del suo lavoro alle rispettive autorità, che sono l'Assemblea e il Comitato centrale del Cec e il pontificio consiglio per l'unità.
Il Gml ha appena pubblicato il suo ottavo rapporto. Si tratta di un utile strumento non solo per conoscere il Gruppo e le sue attività, ma anche per «sentire il polso» del movimento ecumenico ed in particolare per osservare l'impegno cattolico negli organismi ecumenici. In un momento di apparente stagnazione è incoraggiante scoprire la miriade di iniziative ecumeniche in cui la Chiesa cattolica è impegnata. Per esempio, anche se formalmente non fanno parte del Cec, i cattolici sono ufficialmente rappresentati in tutte le aree dl attività programmatica del Consiglio ecumenico: dalla Commissione teologica «Fede e Costituzione», ai programmi relativi a missione ed evangelizzazione, formazione ecumenica, dialogo interreligioso.
Anche se molto del lavoro teologico è passato a «Fede e Costituzione», il Gml continua a produrre propri studi su temi specifici. Tre documenti sono stati pubblicati nel corso dell'attuale mandato (1999-2005). Il primo studio riguarda le implicazioni ecclesiologiche ed ecumeniche del battesimo comune. Il secondo affronta la natura e gli obiettivi del movimento ecumenico, soffermandosi in particolare sulle recenti difficoltà (il risorgere dei confessionalismi, la difficoltà nella ricezione dei dialoghi teologici). Il terzo studio, intitolato «ispirati dalla stessa visione», riguarda la partecipazione cattolica nei consigli nazionali e regionali di Chiese. Vale la pena di notare che la Chiesa cattolica è membro di tre Consigli regionali (Conferenza delle Chiese dei Caraibi, Consiglio delle Chiese del Medio Oriente e Conferenza delle Chiese del Pacifico) e di ben 70 Consigli nazionalI di Chiese. L'Italia, purtroppo, non fa ancora parte di questa lista...
Infine, è interessante soffermarsi sulla raccomandazioni che l'attuale Gml, alla conclusione del proprio mandato, formula per il futuro. Il Gruppo individua tre aree che richiedono una speciale attenzione per il lavoro comune di Chiesa cattolica e Cec. La prima area riguarda la necessità di tornare alle «radici spirituali» dell'ecumenismo. La seconda area critica è quella della formazione ecumenica per laici e clero, visto che «una nuova generazione di cristiani a volte non è cosciente di come stessero le cose e di come siano cambiate» negli ultimi decenni. La terza area è quella delle difficoltà che, in misura crescente, le Chiese incontrano nel dare una testimonianza comune nel campo dell'etica personale e sociale. Il Gml si riferisce a temi quali la bioetica, i diritti umani, civili e religiosi, la pace e la giustizia sociale, la «guarigione delle memorie», la sessualità umana e la riproduzione. L'area dell'etica sembra dunque essere la più problematica. Per superare l'attuale impasse, il Gml propone di sviluppare una «esplorazione congiunta dei fondamenti filosofici e teologici della antropologia cristiana». Ma forse - è il mio commento - sarà proprio la prima raccomandazione del Gml, cioè lo sviluppo di un «ecumenismo spirituale» che valorizzi la ricchezza di ciascuno, a consentirci di superare questa e altre difficoltà del cammino ecumenico.
(da Mondo e Missione, ottobre 2005 p. 27)