Stare davanti a Te
“Stare davanti a Te, Signore – ed avere molte cose da raccontare” – tutto il messaggio del nuovo libro di Ferrari può trovare spazio in queste parole. Stare davanti a Te vuol dire soggiornare nel presentarsi al mistero e all’amore, in cui anche tu, lettore, sei invitato ad entrare, rimanere, muoverti, vivere. Non si tratta di un libro teologico che insegna le verità di ciò che di solito confessiamo, ma di un’esperienza personalissima, anzi dell’intimità dell’anima credente che a fatica si lascia cogliere con le parole comuni. La fede è proprio lo “stare davanti” e “50 preghiere di fede” non si presenta come una raccolta di buoni consigli o delle osservazioni sulle opinioni degli altri, ma come un appello ad avvicinarsi alla sorgente nascosta da dove esce, passa, sgorga e poi si forma quella corrente della nostra esistenza in cui Dio fa apparire il Suo volto. La fede, oltre ad essere il Credo, è anche la garanzia interiore delle cose sperate, come dice san Paolo –, che non può essere taciuta. La fede non è mai muta, l’anima che riceve il messaggio con cui Dio ci fa sapere della Sua presenza, della Sua vicinanza, ha bisogno di parlare della propria scoperta, di confessare, di raccontare, di provare il suo stare “davanti a Te”. La fede, secondo la stessa formula di Paolo, è anche la prova della realtà che non si vedono.
Le preghiere e le riflessioni di Faustino Ferrari ci portano verso questa realtà nel suo vissuto, nel suo segreto. Ogni pezzo del suo libro è come una prova d’esame dell’essere umano penetrato dai raggi che cadono da quell’invisibile realtà che è l’amore che si rivela, ci riempie di gioia e ci giudica. L’autore racconta di se stesso, delle cose sperate e vissute durante la sua vita, ma il protagonista del racconto è quel Tu a cui lui si rivolge costantemente. E nel suo Tu possiamo riconoscere Qualcuno che è molto vicino anche a noi perché il genere di questo libro è la preghiera condivisa, la confessione che c’impegna a parlare, a credere con colui che crede. Il libro è, infatti, piccolo, le cose essenziali non sopportano le chiacchiere, ma l’autore riesce a comunicarci la sua intonazione, il suo ritmo… Direi anche, l’odore della fede nel suo profondo respiro. Dopo averlo letto ci viene la voglia di continuare questa avventura della preghiera e della confessione, con altre parole.
Nonostante l’unicità di questo genere, il libro di Ferrari ha i suoi predecessori o “parenti”, famosi e grandi, come le Confessioni di Sant’Agostino, mistici, come Lui e io di Gabrielle Bossis o piuttosto letterari, come il Libro della misericordia del cantautore americano Leonard Cohen, per ricordarne solo alcuni. Forse, più vicino all’opera di Ferrari è il testo di Cohen, pubblicato in italiano in una edizione con testo originale a fronte nel 2013 e che l’ha, probabilmente, ispirato. Cohen stesso definisce il suo testo un libro segreto per me, una sacra conversazione privata. Ma con tutta la parentela degli stili, c’è comunque una differenza sottile, di carattere prettamente spirituale. L’accento di Cohen è proprio sul privato, sulla sacralità del proprio mondo interiore, mentre il filo conduttore di 50 preghiere di fede ci porta all’esclamazione del Salmo: Non a noi, Signore; non a noi, ma al tuo Nome dà la gloria (115,1).
Vladimir Zelinskij