così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».
Parola di Dio
Salmo: 64
Rit. Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli. Signore.
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini. Rit.
Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Rit.
Coroni l'anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza. Rit.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia! Rit.
Seconda lettura: Rm 8,18-33
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l'ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mt 13,19.23 )
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.
Vangelo: Mt 1,1-23
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
"Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!".
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore
OMELIA
Dio 'sciala'.
L'amore dà, non importa dove, come, quando. Perché è fatto così, non può non donarsi. Infatti Dio non ama, è amore, per cui non può non amare e non donare.
L'amore si riversa su tutto e su tutti, impregna ogni cosa e chiunque, indifferente dal tipo di terreno e dal tipo di persona che sei. «Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5, 45), non fa preferenza di persona (cfr. At 10, 34), non guarda in faccia a nessuno, ma solamente al cuore (cfr 1Sam 16, 7).
Soprattutto non fa preferenze nella mia persona. Io sono il terreno dove l'amore – che è Dio – accade. In questa mia storia fatta di terra dura, di sassi, di rovi, di superficialità – ma soprattutto di terra buona, Dio si riversa. Non mi ama a pezzi; abbraccia tutto l'amato: la luce e la tenebra, il bene e il male, l'ombra e lo splendore. Un amore che scegliesse cosa amare dell'altro sarebbe un amore impazzito, schizofrenico.
Se Dio ha una debolezza dunque, è quella di abbracciare il tutto e quindi di recuperare sempre, di scommettere ancora una volta su chi ha fallito, e non finire di rompere ciò che è già scheggiato:
«Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia» (Mt 12, 20).
E la giustizia di Dio è solo la possibilità di riversare il suo amore su tutti i suoi figli.
Al di là dei sentieri che lo attraversano, delle pietre che nasconde e dei rovi che lo dominano, l'uomo agli occhi del suo Dio, sarà sempre terra bella, madre feconda in grado di ricominciare ancora una volta, di rimettersi in piedi ancora una volta, di sbagliare ancora una volta.
CAMMINO DELLA SETTIMANA
Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:
9Chi ha orecchi, ascolti"
Dio non fa preferenza di persona (cfr. At 10, 34), non guarda in faccia a nessuno, ma solamente al cuore (cfr 1Sam 16, 7).
Buon cammino!
Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola" sulle letture di questa domenica la troverai qui:
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Rit.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. Rit.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. Rit.
Seconda lettura: Rm 8,9.11-13
Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Cf 1 Pt 2, 9 )
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
Vangelo: Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
OMELIA
Gesù – stando alla traduzione letterale del passo parallelo di Luca – "danza di gioia" perché finalmente il Padre ha trovato qualcuno che s'è reso disponibile a lasciarsi raggiungere dal suo Amore.
Gesù ci ricorda chi sono coloro che possono essere ricettacoli di questo amore, causa della gioia di Dio. Non certo i sapienti, ovvero quelli che credono di avere in pugno la verità, e neanche i dotti e i saggi, ossia quelli che credono di sapere sempre come dirigere le cose a proprio vantaggio, fosse pure Dio stesso. I sapienti e i dotti son pieni di sé, ma un vaso pieno non può essere ricettacolo di nessun dono, di nessuna rivelazione.
Allora saranno i piccoli coloro che possono ricevere il dono dell'amore, perché l'amore per definizione non va conquistato con la sapienza e l'intelligenza, né guadagnato coi meriti e la purezza.
I piccoli sanno di non meritare nulla. Letteralmente questi sarebbero gli 'infanti', ovvero coloro che non sono in grado di proferire parola. Ebbene, proprio perché in questa situazione, questi sono in grado di riceve l'unica Parola che salva.
Per cui Gesù esulta, danza di gioia perché gli unici che possono ricevere la grazia della salvezza sono i peccatori, i bisognosi, i 'vuoti' a perdere... Dove c'è il bisogno c'è il desiderio, dove c'è il desiderio c'è il dono, dove c'è il dono c'è Dio. Perché Dio è solo dono, e non può non donarsi a chi si riconosce come puro desiderio.
«Prendete il mio giogo sopra di voi» (v. 29). Il giogo era uno strumento di legno che univa due bestie, in modo che il lavoro di aratura, in vista di un abbondante frutto, potesse essere ottimizzato. Gesù ci dice che esiste un altro giogo che se accolto, ci permetterà di ottenere un raccolto abbondante di vita: il legno della croce, ossia il suo amore per me. Col suo amore riversato in noi (cfr. Rm 5, 5), ora possiamo arare il nostro quotidiano e far cadere nel solco quel seme che è caparra di vita compiuta.
Nella sua croce abbiamo l'offerta del suo amore, promessa di compiutezza e possibilità che le nostre croci trovino senso e possano sbocciare come fiori. Con la sua croce si è unito a noi, in modo che il tutto di noi ora faccia parte di lui. E così ameremo nel mondo come ha amato lui, con mitezza e umiltà (v. 29), ovvero con lo stile di Gesù che non ha mai fatto pesare la sua autorità, perché l'unica autorità di Dio è solo il servizio, e ritenendo ciascun fratello superiore a se stesso, sino a fargli dono della propria stessa vita.
CAMMINO DELLA SETTIMANA
Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:
Buon cammino!
Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola" sulle letture di questa domenica la troverai qui:
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