Avvenire, 04/07/2010: pag 13 (estratto) (Antonella Mariani)
No senza appello di Belletti, presidente del Forum delle Famiglie, alla proposta del Cosiglio del notariato appoggiata da Alfano.
Il matrimonio come la compravendita di una casa. Come un qualunque contratto. Si va dal notaio, si firma, si paga la parcella e amici come prima: il divorzio è fatto. Basta con le lungaggini dei processi, basta con giudici e udienze, basta carte bollate. Scenari? Non proprio. Ha destato sorpresa e qualche preoccupazione la proposta, lanciata venerdì nel corso del Consiglio nazionale del notariato, di trasferire ai notai la gestione delle separazioni coniugati quando non ci sono figli. È stato lo stesso Guardasigilli Angolino Alfano, ospite d'onore della riunione del Consiglio, a confermare che i suoi tecnici, al lavoro per tentare di snellire la giustizia civile, stanno esaminando l'ipotesi di delegare ai notai alcune competenze, tra cui appunto le separazioni in assenza di figli, prima limitatamente agli aspetti patrimoniali, ma «se c'è la volontà, nel giro di qualche mese anche l'intera separazione». «Una logica di mercato che secondo noi non appartiene a quella della famiglia»:
Ecco la nuova rivoluzione delle famiglie in Italia: aumentano gli uomini che in solitudine crescono un figlio.
Avvenire 07/07/2010, estratto da pag.10
La legge sulla parità scolastica, questa incompiuta. Dieci anni dopo, il panorama culturale è - parzialmente - cambiato in meglio. Ma sulla concreta attuazione c'è molto da fare. In più, il mutamento del titolo quinto della Costituzione, con il passaggio di competenze alle Regioni, ha finora prodotto situazioni eterogenee.
Di tutto questo ha discusso ieri un convegno organizzato a Montecitorio per iniziativa dell'Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), alla presenza del presidente della Camera Gianfranco Fini e del Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. C’erano la presidente del sodalizio Maria Grazia Colombo, il rettore della Lumsa Giuseppe Della Torre, i1 presidente della Commissione Cultura di Confindustria Alessandro Laterza e il parlamcn-tarc delPd Eugenio Mazzarella. Tutti concordi sulla novità di quanto introdotto dieci anni fa dall’allora ministro Luigi Berlinguer. E sul fatto che ai genitori ancora non sia pienamente data facoltà di esercitare una scelta educativa tra istituti pubblici e paritari, statali e non. Non pubblici e privati. dicotomia fasulla che ha ingenerato distorsioni.
Corriere della Sera, 20/07/2010:1,21
Nel 2025 in Italia avremo due milioni di anziani in più di oggi. Le statistiche dicono che i consumi sanitari di un settantenne sono circa il doppio di quelli di un quarantenne, quelli di un novantenne il triplo. Il tasso di non autosufficienza nella popolazione totale aumenterà del 53%, sollevando enormi problemi finanziari, organizzativi e sociali. Come affrontare la sfida? E chi deve pagare il conto? Qualsiasi ipotesi di discriminazione dei pazienti sulla base dell'età è considerata «eticamente oltraggiosa», ma i costi crescenti della sanità, in buona misura dovuti proprio all'invecchiamento della popolazione, sono un problema reale, e costituiscono una sfida che nessun governo può oggi permettersi di ignorare.
Corriere della Sera, 20/07/2010:21
ROMA — In Italia ci sono almeno 2,6 milioni di persone non autosufficienti, cioè non in grado, per disabilità legate alla salute, di badare a se stesse. Di queste, 2 milioni sono anziani. Il problema riguarda circa una famiglia su 10 ed è destinato ad aggravarsi visto l'invecchiamento della popolazione. Per fronteggiarlo non si può pensare di contare sulla sola assistenza pubblica, peraltro già molto carente, ma bisognerà puntare sui fondi sanitari integrativi, in grado di meglio organizzare la spesa privata che del resto è già ingente, tra spese per badanti e case di degenza. L'adesione a tali fondi dovrà essere all'inizio volontaria e poi, se ci sarà consenso delle parti sociali, obbligatoria. Tali analisi e proposte sono contenute nel «Rapporto sulla non autosufficienza» che sarà presentato domani dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
Il futuro già scritto
Già oggi in Italia le persone con più di 65 anni sono oltre il 20% della popolazione, saranno il 34,5% nel 2051. La percentuale di non autosufficienti cresce con l'età: il 9,7% tra i 70 e i 74 anni, il 44,5% per gli ultra ottantenni. Tutto questo porterà ad un incremento esponenziale dei costi di assistenza, anche se il rapporto non lo quantifica. A farsi carico del problema sono essenzialmente le famiglie per quanto riguarda la cura a casa, «ovvero in generale le donne (madri, mogli, nuore e figlie)».
il Giornale (Milano), 08/07/2010. Estratto da pagina: 42
Da un indagine della Cattolica il dato di un disagio. E a sorpresa sono i papà a stare di più con i loro figli.
Hanno dagli 8 ai 17 anni. Frequentano l'oratorio estivo in città e provincia e non giocano con mamma e papà. Preferiscono due calci al pallone con gli amici o un solitario videogioco. Ma quando ci sono i genitori che concedono sprazzi di tempo ai figli si scopre che sono più «giocattolosi» i papà delle mamme. Percentuali irrisorie, però. Come emerge dalla ricerca «A che gioco giochiamo» condotta dalla cooperativa sociale Pepita in collaborazione con il Cremit, centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia dell'università Cattolica.
1. Trent'anni di grandi cambiamenti
Negli ultimi trent'anni la società italiana è stata caratterizzata da profondi mutamenti, avvenuti spesso in modo graduale, a volte quasi impercettibile, ma che ne hanno radicalmente modificato l'aspetto. Nascono sempre meno bambini e aumentano gli anziani, scompaiono le famiglie numerose e aumentano quelle unipersonali, i giovani restano sempre più a lungo in casa con i genitori[1]. Anche uno degli istituti che sembravano essere più consolidati, quale il matrimonio, è stato posto in discussione dalla diffusione di nuove forme di unione libera.
All'origine di questi cambiamenti vi sono le grandi trasformazioni culturali e sociali avvenute negli anni '60 del XX sec. in alcuni paesi precursori dell'Europa occidentale e scandinava, estesesi successivamente in tutto il resto del continente.
Senza la famiglia fondata sul matrimonio la società non potrà avere futuro. Non solo la trasmissione della vita e l’educazione dei figli, ma anche l’assistenza agli anziani e ai disabili sarebbero impossibili senza l’apporto della famiglia. Ecco perché sostenere il futuro della famiglia vuol dire sostenere la sussistenza stessa della società.
Piuvoce.net - Cattolici in rete 18 maggio 2010
I movimenti migratori impongono un dibattito improntato al realismo
E’ difficile sottrarsi alla “bolla calda della politica”, come l’ha definita Aldo Bonomi, quando nel nostro Paese si affronta il tema dell’immigrazione. Ma la sfida della “famiglia a colori” va affrontata con realismo, nella sua globalità e complessità. Il tema della dimensione familiare dei movimenti migratori, è anche stato segnalato dalle Nazioni Unite, che hanno dato alla Giornata Internazionale della Famiglia 2010 il titolo "L`impatto delle migrazioni sulla famiglia nel mondo".
Avvenire 30/05/2010
Una manifestazione per non rassegnarsi e per guardare al futuro dell'Italia con gli occhi dei bambini. «Il riconoscimento che anche i bambini non nati sono bambini ... è la prima pietra da porre se vogliamo ridare fiducia a una società migliore che metta al centro l'uomo, a partire dai più piccoli e più deboli».