Vita nello Spirito

Martedì, 21 Maggio 2013 18:14

La Lectio Divina, il Vangelo della carità (Dom Bernardo Olivera, o.c.s.o)

Vota questo articolo
(5 Voti)

L'equilibrio e l'alternanza tra Lectio Divina, liturgia, e lavoro. Il modo migliore per assicurare questo equilibrio è dare alla Lectio un posto prioritario.

Considero che i pilastri della nostra vita contemplativa sono: la Eucaristia e l’Opus Dei, la Lectio Divina e la Intentio cordis; questi pilastri hanno la loro base sul fondamento dell'ascesi, il lavoro e la solitudine; il tutto è reso dinamico dalla discreta alternanza di questi esercizi, nell'ambito di una comunione d'amore e pluralismo convergente. Non potendo includere tutto in una semplice lettera mi concentro sulla Lectio.

Desidero evitarvi la stanchezza e il fastidio di una lettura lunga e dispersiva. Per questo mi sono deciso a scrivere ciò che segue nella forma di brevi massime o sentenze. Spero che così sia più utile e forse, anche più pedagogico.

 

PRELUDIO

1. Lo Spirito ha ispirato la Scrittura, per questo: è presente e parla per mezzo di lei. Se inspira, anche espira.

2. La Scrittura espira vita dall'inspirazione dello Spirito, per questo essa è la respirazione del monaco cristiano.

3. Tutto questo Libro Vivo converge in Cristo. Le divine Scritture sono un libro solo: Cristo. Egli è la Parola abbreviata, viva ed efficace.

4. Tutta la Scrittura si riferisce al mistero di Cristo: prefigurato nell'Antico Testamento e presente nel Nuovo, interiorizzato da ogni cristiano e consumato nella gloria.

5. Poiché Dio è infinito, anche la sua Parola è infinita: la Scrittura racchiude misteri infiniti, il suo significato è insondabile.

6. Il punto di partenza deve essere sempre il senso letterale del testo: la lettera illustra i fatti e presenta le persone, la storia è il fondamento.

7. Lo Spirito ci conduce al di là della lettera, la nostra vita teologale ci apre le porte al significato:

- allegorico, che edifica la fede scoprendo Cristo e la sua Chiesa,

- tropologico, che ci insegna a operare nella verità dell'amore,

- anagogico, che ci mostra e attira verso ciò che ancora speriamo.

8. Il Vangelo è la bocca di Cristo sempre pronta a offrirci un bacio di eternità.

9. Il Vangelo è corpo e sangue di Cristo, pregarlo e viverlo è mangiarlo e berlo.

10. Il Vangelo è forza di Dio perché ci indica il cammino e ci dà la forza per seguirlo.

11. Qui si trova la vera vita, e il mio spirito non ha e non desidera altra lettura se non la lettura orante di questi misteri

12. La Chiesa è l'unica cassa di risonanza della Parola di Dio. In quanto Corpo di Cristo lei stessa è Parola. La Scrittura ci dà vita nello Spirito quando è accolta nell'ambito della tradizione e del magistero.

13. La nostra Lectio Divina deve prolungare la Parola al di là della Liturgia con il fine di prepararci per una celebrazione fruttuosa della stessa.

14. Il cenobita può capire il senso profondo della Parola solo quando vive in comunione e concordia con i suoi fratelli.

15. La conversatio monastica deve creare un clima biblico che permetta a tutti e ad ognuno di essere protagonisti nel dialogo della salvezza.

16. L'humus dell'umiltà è la terra buona dove la Parola produce frutto abbondante.

17. Accoglie solo chi si raccoglie, solo nel silenzio si ascoltano i battiti del cuore di Dio.

18. Parliamo a Dio quando preghiamo con amore, ascoltiamo Dio quando leggiamo con fede la sua Parola.

19. Quando la nostra perseveranza e assiduità nella Lectio ci crocifiggono al Libro comprenderemo la follia del Padre buono.

20. Per conoscere Cristo crocifisso dobbiamo essere crocifissi al mondo.

21. «Eccomi, scriva Dio in me ciò che vuole», ha detto Maria. Quando il nostro cuore è una lettera scritta da Dio, tutte le lettere di Dio riecheggiano nel cuore.

22. Colui che vive la Buona Novella offre al mondo ragioni per vivere e morire.

PRIMO MOVIMENTO: riposato

23. La Lectio Divina è...

- Una lettura meditata, soprattutto della Bibbia, prolungata in preghiera contemplativa.

- Una lettura di Dio con occhi di sposa e cuore di Chiesa.

- Lettura gratuita per accogliere gratis l'Autore della grazia.

- Lettura trasformante che ci evangelizza e ci converte in evangelizzatori.

- Relazione interpersonale nella fede e nell'amore, con Cristo che ci parla, nello Spirito che ci insegna, e davanti allo sguardo del Padre che ci guarda.

- Pellegrinaggio con le parole verso il Mistero della Parola.

- Pacata assimilazione della Verità salvifica mediante il dialogo con il Salvatore.

- Fede innamorata che cerca il Volto di Dio con il fine di anticipare ciò che aspetta.

- Immersione, compenetrazione, divinizzazione, emersione.

24. La Lectio è divina:

- perché si legge Dio nella sua Parola e con il suo Spirito,

- perché ci pone innanzi il Mistero e ce lo rende presente nel cuore,

- quando si ascolta Dio che parla e si ascolta la sua presenza.

25. Poiché è dialogo, per ciò stesso, la Lectio Divina è accoglienza, donazione e comunione. Accoglienza di ascolto e riflessione; donazione di risposta; incontro di comunione.

26. Myriam di Nazareth che dialoga con Gabriele ci offre un affascinante esempio di Lectio Divina vera.

27. Poiché la Lectio Divina è vita, è anche movimento. Movimento nel quale si possono distinguere diversi momenti o esperienze: lettura, meditazione, orazione, contemplazione...

28. Lettura, meditazione, orazione, contemplazione... è ciò che normalmente accade se diamo il tempo perché accada.

29. La gratuità della Lectio Divina è qualcosa di diverso dall'utilità dello studio. Lo studio cerca di conquistare la Parola, la Lectio Divina si arrende si inchina davanti a lei.

30. La Lectio Divina è diversa anche dalla lettura spirituale. Quest'ultima può avere come fine l'acquisizione di conoscenze, la base per le convinzioni o lo stimolo per una consegna generosa. Lo scopo della prima è l'unione con Dio nella fede e nell'amore.

SECONDO MOVIMENTO: coraggioso ed ampio ma non troppo

31. Normalmente la Lectio Divina non è immediatamente gratificante. È un'attività e una passione a largo respiro. Non si raccoglie il giorno dopo aver seminato! Il vermiciattolo non si trasforma in farfalla all'istante!

32. Non c'è niente di più purificante del portare il mutismo della Parola. Ma chiunque sa aspettare è ricompensato.

33. Se ti lasci possedere dalla Parola ascolterai persino il suo silenzio.

34. Nella Lectio Divina c'è posto anche per i Padri della Chiesa e di Citeaux, i loro scritti confermano e aumentano il messaggio biblico; per il loro spirito cristiano sono guide sicure di retta interpretazione; per la loro santità di vita ci insegnano a vivere ci aiutano a dialogare nello Spirito Santo.

35. Altri libri possono aiutare nella misura in cui ci permettano di assimilare il Mistero ed essere da lui trasformati.

36. Quando il principiante dice: per me tutto è Lectio Divina; si deve intendere che per lui la Lectio Divina è niente.

TERZO MOVIMENTO: adagio però continuo

37. Raccogliti e renditi conto: è Dio che vuole parlarti e che aspetta la tua risposta!

38. Le differenti esperienze o momenti della Lectio Divina si unificano in un unico movimento dello spirito. Possono coesistere e sovrapporsi mutuamente, possono persino alternarsi in un ordine che cambia sempre. Il viandante fa molti movimenti, ma tutti si unificano in una sola azione: camminare.

39. La pratica assidua addolcisce le rigidezze. Chi si esercita poco le accentua e avanza faticosamente. Chi non si esercita, non avanza.

40. La Lectio Divina è per il monaco e la monaca una pratica quotidiana, ad un'ora privilegiata, con tutto il tempo necessario per intavolare un dialogo con il più fedele degli amici.

Lettura

41. Leggere è una forma di ascolto che permette di tornare sempre su ciò che si è ascoltato. E ascoltare è essere e lasciar essere, senza ascolto non c'è relazione interpersonale.

42. Se leggi per leggere e non per aver letto, allora la tua lettura è piacevole, riposata e disinteressata.

43. Non perdere il tempo cercando un testo che ti vada bene, decidi prima il testo, magari le letture liturgiche del giorno, o seguendo un tema, o leggendo di seguito tutta la Bibbia.

44. Lo sciocco cade nella tentazione di dire: questo testo già lo conosco! Il saggio sa che altro è conoscere la formula chimica dell'acqua e altro è assaporarla a una sorgente in un mezzogiorno di estate.

45. Se non capisci ciò che leggi, chiedi aiuto al Signore per capire. E aiuta il Signore: cerca il contesto di ciò che leggi, compara con testi paralleli cerca le parole chiave, individua il messaggio centrale...

46. Se hai letto bene potrai dire ciò che il testo dice.

Meditazione

47. Meditare è masticare e ruminare, dato che è: ripetere, riflettere, ricordare, interpretare, penetrare... Chi medita la Parola così si trasforma secondo la Parola e si converte in mediatore della Parola.

48. Se il testo letto non ti dice niente, ama la Parola al di là delle parole e non temere di consegnarti senza riserve. E se il testo è duro e se lo applichi al tuo vicino, procura di rileggerlo in prima persona.

49. Non c'è meditazione senza distrazione. Ritorna allora alla lettura, trattieniti sulle parole chiave.

50. Quando il testo ti parla al cuore hai raggiunto e ricevuto un frutto prezioso della meditazione.

Orazione

51. L'orazione, durante la Lectio Divina, può prendere molteplici forme: lode, domanda, azione di grazie, compunzione...

52. Avendo ascoltato leggendo e meditando puoi già parlare pregando. Se già sai ciò che il testo dice e ti dice: che cosa gli dici?

53. Anche il silenzio è risposta, tanto per colui che prega dimentico di sé, quanto per Colui che tutto sa.

Contemplazione

54. Contemplare è ammirare e tacere nel Tempio che è Cristo Risorto.

55. Contemplare è incontrarsi con la Parola al di là delle parole.

56. Contemplare è vivere nel Risorto, radicato nel qui di questa terra, proiettato verso l'al di là dei cieli.

57. La contemplazione è visione. Il contemplativo vede la risurrezione nella croce, la vita nella morte, vede il Risorto nel Crocifisso.

58. La contemplazione è la sete causata dall'apparente assenza o è la sazietà della mutua presenza...

59. Il contemplativo non sa cosa dire, semplicemente perché sa.

QUARTO MOVIMENTO: cosiddetta Collazione

60. La collazione è contributo o apporto e confronto o dialogo. Deve portare legna per la meditazione, fuoco per l'orazione, luce per la contemplazione, motivazione per l'azione...

Azione

61. L'azione si riferisce, prima di tutto, alla conversione del proprio cuore, agendo come discepolo e sotto la disciplina della Verità rivelata per la nostra salvezza.

Collaborazione

62. Ogni opera buona è collaborazione con Colui che fa tutto bene. Chi collabora con Lui lavora e prega con tutti.

POSTLUDIO

63. La Bibbia non è solo destinata ad informarci su Dio, ma a trasformarci secondo la forma di Cristo.

64. La Scrittura è la Parola che informa dandoci forma cristiana.

65. Il concepimento della Vergine Madre è mistero di redenzione e anche modello per l'imitazione: concepire la Parola nel seno del cuore abbracciando la volontà del Padre ci converte in fratello, sorella e madre.

66. La Parola è per l'uomo e non l'uomo per le parole perché l'uomo è per la Parola.

67. Chi ha progredito nella Lectio esperimenta la necessità di meno parole e di più Parola.

68. Chi è stato trasformato dalla Parola potrà leggerla negli avvenimenti di ogni giorno e in quei segni dei tempi che sono voci di Dio manifestate mediante le più profonde aspirazioni umane.

69. Chi ha già la verità rivelata impressa nelle viscere del suo cuore non ha bisogno del testo sacro ed è per tutti una Bibbia vivente.

70. Se desideri conoscere e raggiungere Cristo l'otterrai molto prima seguendoLo quanto leggendoLo.

Arrivato a questo punto della lettera mi rendo conto che ho scritto più di quello che avevo pensato, ma certamente meno di quanto il tema meriti. Sono rimasti in disparte molti aspetti della Lectio Divina e altri che non ho mai sperimentato.

Tutti sappiamo che uno dei nostri "vizi" capitali è l'attivismo. Già ne parlava Dom Gabriel Sortais nel 1955, e nei rapporti delle case all'ultimo Capitolo Generale è apparso molto frequentemente. Si tratta di un vizio pernicioso che perturba l'ozio monastico, polverizza il desiderio della vita eterna, interferisce nella ricerca continua del volto di Dio e, alla fine, svuota la natura stessa della vita contemplativa.

Conosco un'arma potente per attaccare e vincere questa attività snaturata: l'equilibrio e l'alternanza tra Lectio Divina, liturgia, e lavoro. Il modo migliore per assicurare questo equilibrio è dare alla Lectio un posto prioritario. Credete expertibus!

Permettetemi ancora di condividere con voi alcune parole di Gilberto, abate di Hoyland, che mi avevano profondamente interpellato nei primi anni di vita monastica e che, fino al presente, hanno conservato per me tutta la loro forza profetica.

«Voi, quelli che pregate come di sfuggita e vi fermate lungo tempo nella lettura; quelli che ardete per il desiderio di leggere e siete tanto freddi per pregare. Considerate questo: la lettura deve servire per la preghiera e disporre all'amore. Quando leggi, impari qualcosa di Cristo; quando preghi, instauri con lui una conversazione familiare. E quanto più conviene parlare con lui che parlare di lui!» (In Cant., VII: 2).

Ma, in realtà, il grande maestro della Lectio è Guglielmo, abate di Saint Thierry. Le sue Meditativae Orationes sono una testimonianza eloquente della sua applicazione alla lettura e del suo cuore pieno di desiderio e contemplazione divina. Mettetevi alla sua scuola ed egli, come buon discepolo dell'unico Maestro, farà di voi altri maestri.

Questa lettera rimane incompleta. A ognuno di voi spetta continuarla. Ma, per favore, che nessuno la completi. Lasciamola incompiuta come segno di una ricerca che continua fino a raggiungere il fine dell'infinito.

(Lettera circolare di DOM BERNARDO OLIVERA, Abate Generale o.c.s.o., 26 Gennaio 1993)

(da Vita nostra, n. 1, 2005, pp. 30-35)

 

 

Letto 6854 volte Ultima modifica il Martedì, 21 Maggio 2013 18:34
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search