I tre re furono bene informati circa il luogo dove era proprio allora nato il Re dei giudei, da Erode, dagli scribi e dai dottori della legge. Quindi se ne tornarono indietro e uscirono da Gerusalemme, e subito la stella apparve loro, e li precedette fino a Betlemme.
E, lungo la strada, nei pressi della località in cui l'angelo aveva annunziato ai pastori la nascita del Cristo, i tre re videro proprio quei pastori, i quali riferirono che l'angelo del Signore era apparso in grande fulgore ad annunziare la natività del Signore, e li informarono di tutte le cose che avevano udite dall'angelo e che avevano visto in Betlemme: le quali cose i re ascoltarono con grande interesse e compiacimento, e si rallegrarono molto di tali parole e della testimonianza dei pastori, e non avevano più dubbio alcuno circa l'apparizione della stella e la voce che da essa li aveva ammoniti.
Vogliono, infatti, alcuni libri in Oriente che la voce udita dalla stella fosse la medesima voce dell'angelo che proprio a quei pastori annunziò la natività del Signore. E alcuni dicono che l'angelo, il quale, in forma di colonna di fuoco e di nube, precedette i figli di Israele usciti d'Egitto, fosse lo stesso angelo che precedette i tre re, in forma di stella. Queste due parti, e cioè i re e i pastori, furono come due pareti che si mossero da opposto luogo; e la pietra angolare, cementata nel loro mezzo, legò l'una all'altra. Poiché questi, ossia i pastori, furono la primizia dei giudei, e quelli, cioè i tre re, furono la primizia dei gentili.
Giovanni di Hildesheim
(da Giovanni da Hildesheim, La storia dei re magi, 1364-1375)