Vita nello Spirito

Mercoledì, 28 Dicembre 2011 22:43

Il ritrovamento del Bambino (Raimondo Lullo)

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Accadde un giorno che sei Donne si incontrassero in un luogo amenissimo, e cioè: la Lode, la Preghiera, la Carità, la Contrizione, la Confessione e la Soddisfazione...

 

A lungo andarono le Donne, così parlando del Bambino, nel desiderio di adorarlo, ciascuna a suo modo. Ed essendo giunte al Bambino posto nel presepio, la Giustizia e la Misericordia, collocatesi alla porta, non permisero alle altre di portarsi più vicino, fin quando non avessero spiegato la loro intenzione di adorare e contemplare il Bambino, ciascuna a suo modo, e di ricevere da lui la grazia di poter portare molto frutto nel mondo.

1. La Lode

Per prima la Lode disse: «E degno e giusto che il Bimbo sia lodato, in quanto è buono e grande, poiché in lui sono unite l’azione umana e quella divina. Né io né qualsiasi creatura siamo capaci di dire le sue lodi.
«Ma voglio dire, per quel che me lo concede la mia capacità e natura, che questo Bambino è il Figlio di Dio, somma bontà sostanziale, somma grandezza, somma verità e tutti gli altri attributi divini, ed è uomo, bontà e grandezza creata. Da queste deriva la realtà personale più alta nella natura universale, per mezzo della quale tutte le cose sono state fatte e dalla quale tutte sono mantenute nell’essere. Questo stesso Bambino è Dio e uomo, e in lui l’umanità si riferisce alla Divinità e viceversa. Egli contiene in sé tre nature, cioè del corpo, dell’anima razionale, e la natura divina, che impersona le altre due.
«In questo Bambino tutto l’universo è esaltato, poiché l’uomo partecipa con tutte le creature, e Dio diviene uomo. Dio Padre mandò il Figlio a redimere il genere umano con la sua morte, e ad agire con ogni forma di potenza, che questo benedetto Bambino ebbe in sommo grado».

2. La Preghiera

«Adoro, disse la Preghiera, il benedetto Bambino, Dio e uomo, la divinità e le molte altre sue qualità secondo l’umanità. Lui solo è adorato in tutte le cose, poiché ogni forma di adorazione deve rivolgersi a lui come a suo fine obiettivo.
«Adoro in lui la somma bontà, la grandezza e tutte le altre sue qualità increate; adoro la sua somma intelligenza e ogni altra sua azione, in quanto è uomo che contiene queste stesse qualità come create, e l’adoro perché per mezzo di lui tutte le cose sono state fatte; e a lui offro tutte le mie capacità e le mie azioni. E se posso dire ancora di più a sua gloria ed onore, adoro il Bambino, che dopo la passione e la morte risorse il terzo giorno, e con lui do gloria alla beata Vergine madre di lui».

3. La Carità

Disse la Carità: «Un Bimbo ci è nato, un Figlio ci è stato dato. Il Figlio di Dio è carità; ed io sono la Carità, la sua ancella, ed intendo operare secondo le mie forze affinché i popoli lo amino e amino tutto il resto in vista di lui. Questo carico mi è lieve di per se stesso, ma pesante quanto agli uomini, che trascurano e ignorano me e il Bambino.
«Egli nacque dalla beata Vergine, accesa di infinita carità. Ella concepì per affiato divino e senza dolore generò e nutrì il Bimbo. Gli Angeli, gli Arcangeli, i Patriarchi, gli Apostoli e tutti quanti i Santi lodano nella gloria in perpetuo il Bimbo pieni d’amore per lui, lo adorano e lo glorificano, e amando lo contemplano; e la loro carità inenarrabile trascende ogni sentire umano.
«In quanto è uomo, il Bimbo non è per sua natura carità; ma partecipa di quella, secondo che la si può trovare creata, con cui ama se stesso, Dio ed uomo, e tutte le cose create, e ama se stesso con quella carità infinita che egli stesso è. Queste due carità sono così grandi nel Bambino, che tutte le lingue e tutti gli intelletti di uomini e di angeli non sono in grado di esprimere l’unione, la grandezza e la forza che hanno nel Bambino».

4. La Contrizione

«Quando rammemoro, disse la Contrizione, quanto il Bambino sia degno d’esser conosciuto, amato, lodato e servito, ed esser mantenuto in perpetuo nella memoria, non so che dire, piena di timore per la colpa che ho di quel che ho commesso. E temo la divina giustizia perché non ho sensibilità o movimento se non per misericordia di Dio, nella quale spero quando considero l’altezza del Bimbo e perché si è fatto uomo. Sono stata molto negligente e ingrata nel suo servizio. Sono triste e mi addoloro, se considero le somme ricchezze e onori e ragioni increate, e le somme ragioni create del Bimbo, che sono unite insieme in lui, e dall’altro lato le bestemmie, le ingiurie, il disprezzo, i vituperi, e le molte altre malvagità contro di lui. E molto mi rattristo in egual modo, poiché avevo l’impegno di far sì che gli uomini con cuore contrito si dolessero dei loro peccati e chiedessero misericordia al Bimbo».

5. La Confessione

Disse la Confessione: «Confesso, che il Figlio di Dio ha esaltato l’universo a cui è stato donato. Infatti senza di lui il mondo non sarebbe stato fatto dal nulla. Egli poi, in quanto è uomo, è parte dell’universo, che ascende all’ordine sommo esistente nell’eterna realtà divina, congiungendo la fine al principio, l’uomo e Dio».
Ed ancora disse la Confessione: «Confesso che l’universo ha in sé ordine e proporzione in vista del proprio fine, che è questo Bimbo, e il fatto che il cielo è così grande e mobile, stellato, luminoso, sferico e denso. E così il Bimbo può dirsi fine degli angeli e degli uomini, degli elementi e di tutte le cose.
«E confesso inoltre, che il mondo sarebbe privo della sua forma, se il Figlio di Dio non fosse uomo. E la ragione ne è che le ragioni divine, essendo infinite nella perfezione e nella forza operativa, potrebbero rendere l’universo sempre migliore, e di ciò non vi sarebbe mai fine; il che contrasta con l’ordine universale. Ma poiché in questo Bimbo tutte le cose inferiori sono presenti in quanto è uomo (poiché egli è tale) Dio non avrebbe potuto esaltare maggiormente l’universo, che unendo la creatura al suo principio creatore.
«Confesso ancora, che se tutte le realtà somme e infime potessero parlare, non sarebbero capaci di esprimere la lode che si conviene al Bimbo. Tutte le cose sono finite; la bontà del Bimbo invece è infinita, e tra di esse non vi è alcuna proporzione o misura comune».
La Confessione così concluse: «Ahimè, il Bambino non è tenuto in tanto onore e reverenza quanto dovrebbero. Anzi gli uomini ingrati di questo mondo lo hanno in obbrobrio, e non vado oltre. La Giustizia divina e la Misericordia vedano quel che sia da fare a questo proposito; e che cosa a proposito dei prelati e dei principi a cui il mondo è affidato, i quali così poco si curano dell’amore che devono al Bimbo».

6. La Soddisfazione

Disse la Soddisfazione: «Dio è eterno, infinito, e in tutte le sue ragioni perfetto. Ne consegue che egli era degno di venir conosciuto, amato, lodato e benedetto dalla sua creatura. Sapendo ciò Iddio, e volendo dar soddisfazione a se stesso, ordinò il mondo secondo questa sua intenzione, ma un tal fine non si sarebbe potuto raggiungere, se il Bimbo non avesse dato soddisfazione. La proporzione dell’universo non è infatti di per sé sufficiente a raggiungere un fine così alto e supremo, essendo l’universo infimo e finito. Ma il Bimbo, essendo Dio, è eterno e infinito; così l’ordine divino diede soddisfazione all’universo per mezzo del Bimbo, disponendo l’universo secondo l’ordine del Bimbo, in modo che l’uno e l’altro ordine in lui risplenda».
E ancora disse la Soddisfazione: «In quanto uomo, il Bimbo volle dare soddisfazione a Dio Padre, poiché non volle possedere alcun bene terreno in questo mondo, fu giusto e umile, virtuoso, obbediente, benigno e servo di Dio Padre, appeso al patibolo della croce, percosso e ferito; e per amore del Padre volle sopportare molte altre offese.
(...)
Dopo che le Donne predette ebbero terminato il loro discorso, la Giustizia e la Misericordia permisero loro di entrare e di adorare il Bimbo, poiché gli erano piaciute la loro intenzione e le cose che esse gli avevano detto.
E vedendo il Bimbo, le sei Donne inginocchiate cantarono diversi canti.
La Lode per prima disse: «Siano gloria e lode a te, o Signore, e in terra pace agli uomini di buona volontà».
Disse la Preghiera: «Ti adoro, Cristo Gesù, poiché sei l’unigenito di Dio Padre».
La Carità disse il cantico: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
E la Contrizione: «Abbi misericordia di me, Signore, secondo la tua infinita misericordia».
La Confessione disse: «Confesso a te, Padre, re del cielo e della terra».
E infine la Soddisfazione: «Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito; non come io desidero, ma come tu desideri».

Raimondo Lullo

(tratto da Raimondo Lullo, Il libro del Natale del Bambino Gesù)

 

Letto 2103 volte Ultima modifica il Mercoledì, 28 Dicembre 2011 22:53
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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