Vita nello Spirito

Lunedì, 11 Luglio 2011 22:54

Parola e mistero (P. Carlo Morandin osb)

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L'esperienza interiore della Parola di Dio è sorgente della Spiritualità cristiana. E' una Parola scritta e consegnata agli uomini come «compagno di viaggio ».

Essendo scritta va letta e ascoltata con l'intelligenza e con il cuore per essere compresa. Compagno di viaggio indispensabile può anche essere sentita come un peso a motivo delle sue intrinseche difficoltà nel comprenderla. Questo problema era sentito già nei tempi della composizione della Regola Benedettina se questa prescrive ai monaci di occuparsi in determinate ore della giornata: alla lettura divina (= lectio divina), cioè della Parola di Dio contenuta nella Bibbia (cf RB 48, 1), e in modo particolare nel giorno di domenica (cf RB 48,22) e nel tempo della quaresima (cf RB 49,4).
Ad un prima lettura, specie se frettolosa, la Parola di Dio resta incomprensibile, a tratti noiosa: non affascina il lettore. La tentazione di abbandonarla per sostituirla, nei migliori dei casi, con dei commenti di persone esperte, è sempre alle porte. Resta comunque il fatto che nella celebrazione della Liturgia, tanto feriale quanto domenicale o festiva, la Parola di Dio viene proclamata ad alta voce con l'esplicito invito ad ascoltarla. E in quell'ascolto di tutta l'assemblea dei fedeli ciascuno dovrebbe essere nelle condizioni adatte per comprenderne il significato spirituale. A questa meta si giunge con la costanza e la perseveranza nella lettura.
La difficoltà per una comprensione immediata della Parola di Dio consiste nel fatto che per diventare scritta essa ha compiuto un viaggio di secoli. Questo viaggio non è ancora concluso; essa cammina per arrivare a tutti gli uomini di oggi e di domani. La durata del suo cammino è pari a quella dell'umanità. In questa Parola di Dio scritta si scopre quindi un linguaggio che non è quello corrente, di oggi, un mondo di vita diverso con esperienze lontane da quelle attuali, un mondo storico e culturale assai lontani da quelli presenti. E' indispensabile uno sforzo di avvicinamento. Esso avviene attraverso una chiarificazione letterale, la quale implica un accostamento culturale e storico alle sue origini, agli ambienti nei quali essa è stata inizialmente comunicata dai «profeti », quali mediatori tra Dio e gli uomini. A questi ultimi vuole farsi conoscere attraverso le parole umane. E' una Parola manifestata ad una «assemblea», chiesa viva, attraverso gli avvenimenti della sua storia. Una Parola che prima viene annunciata e quindi scritta alla luce del sole. Per questo ha potuto essere trasmessa di generazione in generazione e scritta da persone guidate dallo Spirito di Dio, perchè tutti potessero attraverso i secoli riceverla in modo genuino.
Al senso spirituale della Parola di Dio, ricevuto in quell'ambiente vitale che è la comunità dei credenti, vi si giunge mediante la comprensione del senso letterale-storico. Esso richiede uno studio interpretativo per non scivolare facilmente in una ricerca oziosa e inconcludente, ed un momento applicativo alla vita.
Un secondo aspetto della Parola di Dio risulta determinante nel processo della sua applicazione alla vita della comunità di oggi e degli individui: essa è mistero. E' una realtà nascosta; non per questo totalmente oscura all'intelligenza dell'uomo. Ciononostante la Parola di Dio mantiene sempre la sua trascendenza, nel senso che essa resta sempre e comunque superiore alle possibilità umane. Per quanto profonda e autentica possa essere l'indagine dell'intelligenza umana, rimane sempre come una realtà ancora da scoprire in modo completo.
Nell'AT «mistero» indica, di solito, un messaggio proveniente da Dio e diretto all'uomo. Essendo Parola di Dio conserva la sua infinita profondità. Volendo però renderlo sempre più comprensibile agli uomini Dio manda la Sua parola attraverso le parole umane. Con questo gesto di «umiliazione» da parte di Dio, all'uomo viene offerta la possibilità di agganciarsi a questa Parola, iniziare ad interpretarla e a comprenderla.
Questo messaggio è sempre una verità nascosta; ed è un messaggio che ha un contenuto. Per i Vangeli sinottici si tratta del regno .di Dio, di come nasce, si sviluppa e cresce nell'umanità. Per S. Paolo, il contenuto del messaggio divino è il piano di salvezza di Dio. Questo piano si realizza nella storia degli uomini con un movimento ascendente, di crescita fino alla sua conclusione. S. Paolo lo definisce «ricapitolazione», cioè quando tutte le cose create saranno ricondotte a Cristo e per Cristo a Dio creatore e padre da cui si erano allontanate (=separate) a causa del peccato dell'uomo.
«Mistero», dunque, dice un messaggio di Dio all'uomo che esige da parte di quest'ultimo una speciale e particolare attenzione. La Chiesa ve l'ha posta fin dai primi secoli, specialmente nel tempo dei Padri latini, quando dal greco la parola «mistero» è stata tradotta con quella di «sacramento». E «sacramento» è entrato soprattutto nella pratica liturgica mettendo in risalto la sua efficacia. Questa ambientazione liturgica del «mistero», che è sempre strettissimamente collegato con la Parola di Dio scritta, ha permesso di cogliere l'efficacia che hanno per la vita le verità nascoste rivelate da Dio. Questo stretto legame tra «sacramento» e Parola di Dio si realizza solo quando si ascolta davvero la Parola di Dio. Vale a dire quando è il cuore ad essere in ascolto insieme all'intelligenza.
E' la stessa Parola di Dio a qualificarsi come mistero. Nella 1Tess 2.13 S. Paolo preso dall'entusiasmo per il grande impegno a tutti i livelli realizzato da quella comunità cristiana, la loda così: « ... Avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l'avete accolta non quale parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete». Per questa ragione essa è «attiva» nella vita dei Tessalonicesi. La Parola di Dio in S. Paolo si riferisce all'AT, ma è tutta incentrata in Cristo.
E' Cristo il vero contenuto del messaggio di Dio. Lo proclama fin dall'inizio la Lettera agli Ebrei: «Avendo Dio parlato un tempo in molte parti e in molti modi ai padri per mezzo dei profeti) in questi giorni che sono gli ultimi parlò a noi in uno che è Figlio» (Eb l.1-2). Cristo è la «parola vivente» di Dio. Essa « è carica di energia e più tagliente di una spada affilatissima, penetrante fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e del midollo delle ossa, con la capacità di discernere le disposizioni e i pensieri del cuore» (Eb 4.12).
Questa «energia» della Parola di Dio prende l'uomo dove si trova. Ad essa non sfugge nulla della sua realtà, delle sue ombre e delle sue luci. Con la Sua parola Dio guarda dentro l'uomo e ne scruta il cuore insieme ai pensieri e ai sentimenti più reconditi. Tutto viene posto in luce e tutto sarà giudicato. Tale « energia» della Parola rende tutto trasparente davanti a Dio. La Lettera agli Ebrei afferma in modo esplicito che «tutte le cose sono nude e vulnerabili ai suoi occhi: ed è a Lui - a Dio - che noi dobbiamo rendere conto (Eb 4.13).
La Parola di Dio scritta, da leggersi nella prospettiva di Cristo, parola incarnata e vivente in mezzo a noi, è indirizzata alla realtà umana più intima e personale. Essa è dotata di una infinita capacità di penetrazione nell'intimo dell'essere umano per prenderne possesso definitivo e sottoporlo al suo giudizio critico. Dio parla in modo diretto alla coscienza dell'uomo mettendolo in condizione di rendere conto della Parola che gli ha inviato, perchè Egli la farà ritornare a Sé non senza aver prodotto i necessari frutti. La responsabilità dell'uomo è grave; se rifiuta, cioè se questo seme seminato nel suo cuore non produrrà frutto, avrà sancito la sua autocondanna. Resterà senza « vita» per sempre a motivo del rifiuto posto al dono di Dio.
In un secondo momento di riflessione sul significato della Parola di Dio come mistero, non è difficile scorgere che l'esperienza spirituale di essa è originata dalla stessa iniziativa di Dio nel rivelarsi, farsi conoscere agli uomini. Proprio perchè la Sua parola penetra nell'intimo più profondo della coscienza umana essa ha la sufficiente « carica di energia» per mettere l'uomo nella condizione giusta per una risposta degna del dono che ha ricevuto. La Parola di Dio non viene da sola; essa è accompagnata dal dono dello Spirito Santo, che ha guidato gli autori dei testi sacri e le prime comunità che li hanno ricevuti. E guida ancora ogni credente nel suo cuore e nella sua intelligenza per condurli alla giusta comprensione del significato e del valore di vita che la Parola porta con sé.
Il cristiano che sa accogliere nel suo cuore la Parola di Dio accoglie Dio stesso. Egli è posto nella condizione di vivere una reale comunione di vita con il Dio della misericordia, di ogni consolazione e dell'amore.

P. Carlo Morandin OSB

Letto 3062 volte Ultima modifica il Venerdì, 15 Luglio 2011 16:34
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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