Vita nello Spirito

Mercoledì, 21 Febbraio 2007 00:13

Volontà di Dio contro volontà dell'uomo? (Marco Galloni)

Vota questo articolo
(1 Vota)

Santa Caterina da Genova non amava espressioni quali “lo faccio per Dio” oppure “non la mia volontà ma quella di Dio”.

 

Volontà di Dio contro volontà dell'uomo?

di Marco Galloni

Santa Caterina da Genova non amava espressioni quali “lo faccio per Dio” oppure “non la mia volontà ma quella di Dio”. Ciò che la indisponeva era l’idea di separazione che tali proposizioni nascondono dietro la loro apparente devozione, come se Dio e l’anima fossero due cose distinte. Invece, come fa notare Marco Vannini nell’introduzione alla “Spiegazione delle massime dei santi sulla vita interiore” di François de Salignac Fénelon (edizioni San Paolo), Dio e l’anima sono tanto poco separabili che a un certo punto la santa non può più dire “mio Dio”, dal momento che Dio è il suo medesimo Io. Su analoghi cammini interiori si muoverà, circa un secolo e mezzo più tardi, Madame Guyon. Ispirandosi a Francesco di Sales, Benedetto da Canfeld, ai mistici spagnoli del ‘500, ai renani e alla stessa Caterina da Genova, la Guyon arriverà a dire: “L’anima non deve e non può più fare distinzione tra se stessa e Dio, giacché Dio è essa ed essa è Dio”. In questo contesto vale la pena di riportare anche l’esperienza vissuta, attorno alla metà del secolo appena trascorso, da un monaco trappista e scrittore di origini francesi, Thomas Merton. Dopo diversi anni di vita monastica, Merton si renderà conto che finché si limita a fare la volontà di Dio non è ancora un uomo libero: “Io sono libero” – scrive Merton - “quando non soltanto faccio ma anche voglio la volontà di Dio”.

Un fanciullo tra le braccia della madre

Fare la volontà di Dio, insomma, non significa rinunciare all’esercizio della propria volontà per trasformarsi in una creatura incapace di scelta, in una foglia in balia del vento. Per Francesco di Sales come per Benedetto da Canfeld, ricorda ancora Marco Vannini, è proprio nella volontà umana che può svilupparsi la capacità d’amare. La volontà dell’uomo deve tuttavia giungere alla perfetta conformità con la volontà di Dio, a una sorta di deiformità. Per Benedetto da Canfeld questa deiformità non esclude la libertà d’azione dell’uomo, ma l’azione è ormai quella di Dio, che possiede interamente l’anima. San Francesco di Sales dimostra nei confronti della personalità e dell’autonomia umane una considerazione e un rispetto ancora maggiori: spostando il campo d’indagine dalla mistica renana a forme di analisi psicologica di sorprendente modernità, egli rifiuta l’idea dell’annichilimento della volontà umana, l’immagine spersonalizzante della goccia d’acqua che si perde nell’oceano. A quest’ultima, Francesco di Sales preferisce l’immagine del fanciullo tra le braccia della madre: per lui l’unione mistica avviene tra persona e persona, e in quest’unione la creatura non perde la propria identità.

Una volontà da correggere e sostenere, non da eliminare

La storia della salvezza narrata dalla Bibbia, in effetti, non mostra un Dio intento a eliminare la volontà dell’uomo. La volontà dell’Adamo decaduto non dev’essere annullata, bensì – proprio perché si è dimostrata così proclive all’errore – guidata e sostenuta: forse è vero che solo una volontà malata e debole può essere sedotta dalla tentazione dell’onnipotenza. Lo faceva notare il teologo Hermann Häring su “Concilium” 1/2004, un numero interamente dedicato al peccato originale: “Si tratta” – scrive Häring – “di proteggere e di situare la libertà umana, la quale è sempre una libertà limitata e incline a fallire. E precisamente per questo essa va protetta e incoraggiata”. La Bibbia, dicevamo, racconta piuttosto della progressiva eliminazione di ogni dualità e separazione tra la volontà di Dio e quella dell’uomo. Anche le tavole della Legge sono espressione della volontà di Dio, e lo stesso vale per la voce dei profeti dell’Antico Testamento. Ma sia le tavole sia gli ammonimenti che i profeti rivolgono a Israele, sposa infedele, rimangono un principio eteronomo, esterno all’uomo: Dio continua a parlare dall’alto e da lontano. Finché permane questa dualità, l’uomo resta una creatura separata e alienata, incapace di amare. Si noti per inciso che il divorzio tra Dio e Adamo avviene proprio quando quest’ultimo comincia a dare ascolto a un principio guida che parla dall’esterno, al fuori di lui. In Gesù Cristo, la volontà di Dio viene ad abitare nell’uomo e smette di essere eteronoma: il secondo Adamo, prototipo dell’uomo nuovo, è nello stesso tempo pienamente sottomesso alla volontà di Dio e pienamente autonomo, padrone di sé.

Non c’è più dualismo

Il secondo Adamo viene così a trovarsi in possesso di una volontà che è l’opposto speculare di quella dell’Adamo decaduto: mentre quest’ultimo diffida della Provvidenza in un giardino, l’Eden, che ne è manifestazione evidente, il secondo Adamo vi si affida anche quando della Provvidenza, nel Getsemani come sul Calvario, non sembra esserci più traccia; mentre il primo Adamo esercita una volontà fallace che lo porta a ottenere ciò che egli in realtà non vuole, il secondo Adamo può esercitare una volontà perfetta che gli permette di “volere”, nel senso di scegliere liberamente, persino la morte di croce. San Giovanni della Croce descrive questo rinnovamento radicale della volontà umana nella “Salita al Monte Carmelo”. Sulla sommità del monte, Giovanni scrive: “Da questo punto non c’è più sentiero, perché per il giusto non c’è più legge; egli stesso è legge”. Non c’è più dualismo. La legge non sta più fuori, non vi è più alcuna separazione tra la volontà di Dio e quella dell’uomo: il mistico è diventato egli stesso legge e può finalmente, per dirla con sant’Agostino, “amare e fare quello che vuole”. Persino Nietzsche pensava alla redenzione in termini di volontà, benché nel filosofo tedesco sia ovviamente assente qualsivoglia preoccupazione per la volontà di un Dio nel quale egli non credeva: “Convertire il così fu in così volli, solo questa per me è redenzione”, fa dire Nietzsche al suo Zarathustra.

Letto 2413 volte Ultima modifica il Giovedì, 23 Settembre 2010 23:36
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search