Spiritualità Marista
di Padre Franco Gioannetti
Ottava parte
Ma è particolarmente nel libro dei Salmi che i "poveri" hanno espresso sentimenti e speranze.
Le loro domande esprimono il desiderio della benevolenza di Jahvé e questa loro richiesta è fatta con umiltà, disinteresse e confidenza sinceri.
Molti salmi sono delle autentiche preghiere di umiltà.
Vediamone qualche esempio:
Salmo 149/4
"Il Signore ama il suo popolo,
incorona gli umili di vittoria".
Salmo 25/9
"Guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie".
Salmo 99/33
"Vedano gli umili e si rallegrino,
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri".
Salmo 113/7-8
"Solleva l’indigente dalla polvere
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i principi
tra i principi del suo popolo".
Gli anawim, i "poveri" sono il vero popolo di Dio e sembrano avere coscienza di essere il "Resto d’Israele", di cui abbiamo parlato precedentemente.
Una delle espressioni più pure di questa preghiera di umiltà è il salmo 131 in cui appare lo spirito d’infanzia su cui torneremo più avanti.
Spirito d’infanzia, caratteristica importante per l’esperienza di fede e fondamentale perciò per la vita spirituale e per la spiritualità marista in particolare:
"Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno
Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre.
Come un bimbo svezzato è l’anima mia.
Speri Israele nel Signore,
ora e sempre."
L’esilio, la dominazione straniera, il malcostume politico, l’idolatria, una ricchezza male acquisita e coniugata con l’orgoglio, il disordine, l’ingiustizia, la violenza, hanno prodotto molteplici reazioni ma hanno portato gli spiriti migliori di Israele a scoprire il valore vero della "povertà".
Profeti e salmisti hanno aiutato questa riflessione affinché si giungesse da parte di coloro, che erano spiritualmente aperti, alla convinzione che è fondamentale mettersi nelle mani di Dio, pienamente e fiduciosamente, con la speranza e la certezza che Dio salverà.