Vita nello Spirito

Venerdì, 24 Dicembre 2004 00:51

L'utopia della fede come forza per curare l'universo (Marcelo Barros)

Vota questo articolo
(0 Voti)

L'utopia della fede
 come forza per curare l'universo
di Marcelo Barros

Quanto più si moltiplicano le guerre e si inasprisce il sistema economico che assassina interi popoli come una bomba terrorista, tanto più si estende per il mondo una rete di persone e gruppi che si impegnano a favore della pace e vogliono trasformare il mondo. La moltiplicazione di incidenti ecologici rivela come la natura non sopporti più tante aggressioni. Di fronte a questo, le religioni non possono limitarsi a consolare il cuore dei fedeli o a chiudersi nei propri interessi istituzionali interni. I loro fondatori hanno lasciato in eredità l'amore solidale, la compassione e la cura nei confronti dell'umanità e della terra povere di salvezza. Sempre più gruppi di fedeli di diverse tradizione spirituali, molti dei quali non legati ad alcuna istituzione religiosa, cercano di vivere la spiritualità come solidarietà e non accettano di godere della pace interiore che la religione propone senza che il mondo intero sia salvo.

In questi giorni, si completano 42 anni da quell'11 ottobre in cui Giovanni XXIII, un papa anziano eletto dai cardinali perché non cambiasse niente, convocò a Roma i vescovi cattolici di tutto il mondo nel Concilio Vaticano II, soffiando nella Chiesa cattolica una nuova aria di amorevolezza, un'inattesa primavera di apertura e di impegno a dialogare amichevolmente e rispettosamente con tutta l'umanità. È importante sottolineare come egli facesse questo in una Chiesa estremamente centralizzata, nel modello dell'Impero governato da Pio XII e in un mondo in cui nordamericani e russi si minacciavano con missili atomici e i marines di Kennedy aveva invaso la Baia dei Porci.

Per quanto molti dei semi piantati da papa Giovanni e dal Concilio non siano stati successivamente coltivati e sviluppati dal Vaticano e da gran parte della gerarchia ecclesiastica, la Chiesa cattolica non è più stata la stessa. Nessuno può fermare lo Spirito. Alcune intuizioni fondamentali di questo processo di rinnovamento sono irreversibili: l'importanza della comunità locale come Chiesa con volto e consistenza propri, l'uguaglianza di dignità e di diritti tra tutti i membri del popolo di Dio, la relazione tra fede e vita, la centralità della Parola di Dio rivelata nella Sacra Scrittura e la missione di costruire un mondo nuovo come testimonianza del regno di Dio.

In America Latina, il Concilio Vaticano II ispirò la seconda Conferenza dei vescovi cattolici a Medellin (1968). Questo incontro significò la nascita di una Chiesa cattolica dal volto propriamente latinoamericano. Qui. Presero ufficialmente il via la Teologia della Liberazione e un modello di Chiesa impegnata a non convertire nessuno alla propria fede, ma a collaborare con tutte le persone di pace nella costruzione di un Continente libero e giusto. È necessario che risuoni di nuovo in questo Continente la proposta dei vescovi di quella epoca:

"Che si presenti sempre più nitido, in America Latina, il volto di una Chiesa autenticamente povera, missionaria e pasquale, slegata da ogni potere temporale e coraggiosamente impegnata nella liberazione dell'essere umano nella sua integrità e dell'umanità intera" (Medellin 5,l 5 a).

Ora, più di quarant'anni dopo, viviamo in un mondo in cui, in funzione del mercato, differenti attività umane si associano e si integrano a livello planetario. Tuttavia, il progresso e il benessere conquistati dalla tecnica sono al servizio di una minoranza dell'umanità. Appena 200 multinazionali controllano l’800/o della ricchezza mondiale. L'Europa e l'America del Nord consolidano il proprio comfort a costo di un aumento terribile della miseria e della fame di più di 2/3 dell'umanità. I governi nazionali perdono la loro autonomia e si trasformano i meri funzionari locali della Banca Mondiale per garantire che gli interessi sul debito vengano pagati. La dignità di ogni essere umano e i diritti dei popoli sono violati in funzione della sicurezza militare dell'impero nordamericano. Questi squilibri economici e sociali provocano terribili problemi ecologici. Per servire le leggi del mercato, la natura è saccheggiata, avvelenata e privata della sua biodiversità. Molte discussioni sullo sviluppo sostenibile ricordano quello che i prigionieri politici dicono sulle sessioni di tortura nelle prigioni della dittatura militare. Un medico assisteva alla tortura per dire fino a che punto il torturato potesse sopportare i colpi senza rischio della vita. È questo che certe imprese che dicono di avere "un impegno ecologico" fanno con la terra, l'acqua e l'aria che respiriamo.

I problemi sono urgenti e chiedono soluzioni immediate. Gli organismi internazionali si mostrano impotenti ad amministrare la crisi. I partiti politici, anche quelli dagli ideali più puri, arrivati al potere si sono mostrati uguali a chi li ha preceduti. Il divorzio sempre più grave tra Stato e società civile fa sì che anche il cammino di incontri e forum che l'umanità ha visto svolgersi non riesca, perlomeno finora, ad influenzare il cammino ufficiale delle nazioni. Da dove può venire la speranza? Che contributo possono dare le persone che credono in Dio come fonte di amore, se le religioni continuano ad essere isolate e prese dai loro interessi istituzionali e dai loro problemi interni?

Dalla fine degli anni '80, il Consiglio Ecumenico delle Chiese, che riunisce 340 Chiese cristiane, propone un processo di dialogo tra le Chiese e un nuovo Concilio ecumenico, per approfondire la responsabilità dei cristiani nei riguardi della giustizia e della pace nel mondo e della difesa della natura. Durante il processo preparatorio dell'anno 2000, 40 vescovi cattolici avevano scritto una lettera al papa chiedendo un nuovo Concilio. Questa lettera già conta più di l0 mila firme, tra quelle di religiosi e quelle di laici

Nel gennaio del 2005, prima del quinto Forum Sociale Mondiale, si svolgerà a Porto Alegre un Forum Mondiale su Teologia e Liberazione per approfondire i fondamenti religiosi e spirituali dell'impegno delle religioni e delle Chiese per un nuovo mondo possibile.

Le maggiori difficoltà che le religioni incontrano per dialogare ed unirsi nel servizio dell'umanità vengono da fattori che nulla hanno a che vedere con Dio e la spiritualità. Sono questioni legate al potere dei leader e alle interpretazioni dogmatiche della dottrina. La spiritualità non divide mai nessuno. Al contrario, crea tra gli esseri umani una Fraternità dello Spirito che può essere il punto di partenza per un'alleanza mondiale tra tutte le persone amanti della pace, della giustizia e della comunione con l'universo. Pur senza ancora incontri formali, viene lanciato un grande Forum Mondiale per una Mistica della Vita. Non mi chiedete altro. Nel IV secolo, diceva S. Agostino: "Indicatemi qualcuno che ami ed egli sentirà quello che sto dicendo. Datemi qualcuno che desideri, che cammini in questo deserto, qualcuno che abbia sete e aneli alla fonte della vita. Mostratemelo ed egli saprà quello che voglio dire" (Trattato sul Vangelo di Giovanni 26,4).

(Tratto da Adista n. 88, 2004)

Letto 1496 volte Ultima modifica il Domenica, 20 Febbraio 2005 17:09
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search