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Lunedì, 22 Ottobre 2012 18:11

Compro oro, tra truffa e racket

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Proliferati con la crisi, hanno un giro d'affari da 7 miliardi di euro. Ma più di un esercizio su due nasconde attività illecite, ricettazione, evasione fiscale e riciclaggio di denaro sporco. Sulle spalle di chi non arriva a fine mese


'Compro oro, 49 euro al grammo, pagamento in contanti'. Volantini e luccicanti insegne ovunque. Via caffè e cappuccini del bar all'angolo, serrande chiuse per la pizza al taglio e la merceria sotto casa, è tempo di 'Compro oro'. Oramai non c'è quartiere che non ne abbia più d'uno. Apparsi nel 2008, con l'inizio della crisi economica, oggi sono oltre 28 mila, uno ogni 13 mila abitanti, movimentano circa 400 tonnellate di metalli preziosi, per un giro di affari stimato che supera i 7 miliardi di euro all'anno.

Sono l'ultimo rifugio per tanti italiani in difficoltà, che entrano con la fede nuziale per comprarsi da mangiare e vendono i ricordi di famiglia per avere subito i soldi dell'affitto. Secondo l'Eurispes il bisogno immediato di liquidità e le condizioni di accesso al credito restrittive fanno sì che l'8,5 per cento degli intervistati dichiari di preferire la vendita del proprio oro, piuttosto che fare ricorso ad un prestito in banca.

Moderni banchi dei pegni, più comodi perché richiedono meno formalità e pagano di più, gestiti privatamente e spesso in contesti opachi. Perché l'oro venduto dalle famiglie disperate è solo una parte del business. L'altro è quello della criminalità organizzata. «Chiaramente un business ad alta redditività attrae fenomeni criminosi ed è per questo che stiamo lavorando per una regolamentazione più stringente», spiega il presidente del Comitato tecnico-scientifico dell'associazione nazionale 'Tutela i compro oro', Nunzio Ragno.

Si va dall'evasione fiscale all'usura, fino alla ricettazione e al riciclaggio. Secondo l'avvocato Ranieri Razzante presidente di AIRA, l'Associazione italiana responsabili anti-riciclaggio, e consulente della Commissione parlamentare antimafia, «il 60 per cento dei negozi compie azioni illecite o criminali. Ed è una stima per difetto». Basti pensare che controllando solo 3.000 negozi si è giunti ad individuare 113 milioni di euro non dichiarati,
Iva evasa per 36,5 milioni e 31 evasori totali.

Gioielli acquistati ad un prezzo fuori mercato, con pagamenti in contanti di gran lunga oltre il limite consentito dalla legge, spesso senza alcuna registrazione dell'identità del venditore e senza alcuna fattura rilasciata. E poi un continuo cambio di licenze che rende ancor più facile la possibilità di riciclare denaro sporco e ricettare preziosi derivanti da furti e rapine. L'attuale legge prevede infatti un periodo obbligatorio di giacenza dell'oro di 10 giorni prima che possa essere rivenduto alle fonderie, al fine di consentire alla Polizia di controllarne la provenienza qualora ve ne fosse necessità, ma se il negozio chiude o cede la licenza prima che questo periodo sia trascorso è praticamente impossibile controllare la provenienza dell'oro.

E' soprattutto la mancanza di regolamentazione ad alimentare le fattispecie delittuose. Sebbene infatti il commercio dell'oro sia disciplinato, la normativa 7 del 2000 non si applica alle attività di 'Compro oro'. Per questi esercizi commerciali non si prevedono particolari procedure di apertura, è sufficiente una licenza della Questura, né il rispetto di requisiti quali la registrazione a un albo o il rilascio della ricevuta ai clienti.

La transazione avviene direttamente tra il compratore, che dovrebbe tenere un registro di carico e scarico per la merce, ed il privato che deve necessariamente esibire un documento d'identità valido, anche se di fatto si tratta di una transazione finanziaria e non di beni, considerando che chi compra paga in denaro e rivende valuta visto che l'oro acquistato viene venduto alle fonderie per essere fuso.

«Il Compro oro non è tenuto a darmi scontrino fiscale, per un motivo paradossale: non vende, ma acquista da me, soggetto privato che non fattura» spiega Razzante «Inoltre ci sono molti casi di evasione dell'Iva perché alcuni vendono l'oro usato alle fonderie 'in nero'».

Quanto all'obbligo di esibizione del documento d'identità da parte del venditore, necessario per evitare che siano acquistati oggetti preziosi di provenienza illecita, alcuni 'Compro oro' ne fanno volentieri a meno. Frediano Manzi, dell'associazione '

 

(11 giugno 2012)

di Silvia Cerami

Letto 2767 volte Ultima modifica il Martedì, 23 Ottobre 2012 12:45

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