sembrerebbe quasi un fiorire di esperienze del tipo “credere, obbedire, non combattere” per una crescita anche umana
Le chiese pentecostali hanno saputo prosperare in un paese dove un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con una ricetta molto semplice: ascoltano,consolano ed aiutano spesso materialmente. Questi luoghi di culto sono pieni. Alle spese della Chiesa cattolica che fa però il suo mea culpa. Un reportage da Belém, capitale dell’Amazzonia.
La città di Belém. Situata nel delta del Rio delle Amazzoni, Belém,capitale dello stato del Parà, è una città di 1,5 milioni di abitanti. Porta di entrata, e soprattutto di uscita, del commercio amazzonico, essa ha conosciuto un’età dell’oro al tempo del boom della gomma, fra il 1860 ed il 1910. Dopo di che la città è entrata in una lunga fase di recessione. Cominciò ad uscirne con la politica di colonizzazione dell’Amazzonia iniziata alla fine degli anni 1960. Ma questo “miracolo economico” non ha approfittato a tutti. Oggi, i servizi, il commercio, le piccole attività di sussistenza costituiscono l’occupazione degli abitanti. Quasi la metà di loro è stata relegata nelle zone soggette ad inondazione.
Una domenica a Belém nell’ Amazzonia brasiliana. Una notte calda scende sulla città. Un autobus pieno è lanciato sull’Avenida Almirante Barroso - immensa ferita aperta al cuore della città, saturata di gas, bordata di edifici lebbrosi - vibra, ruggisce e cigola. Lungo l’Avenida delle grandi insegne segnalano i luoghi dove le chiese pentecostali chiamano i loro fedeli a radunarsi per calmare i loro mali: “Centro di guarigione delle malattie incurabili”, “Valle dellabenedizione”, “Tenda dei miracoli”… Ad ogni fermata dell’autobus, sale un gruppo di piccoli venditori che prova ad offrire chewing gum, biscotti, cioccolata. Gli affari importanti di questo ricchissimo paese si trattano in altri luoghi … Qui, è chiamato sviluppo, lo sfruttamento frenetico e caotico delle risorse da cui trae profitto soltanto un piccolo numero. Per gli umili, questo “progresso” significa soprattutto sradicamento, precarietà, sofferenza …
Il pastore Gilberto.
Mi dirigo verso il Satellite, un quartiere diseredato della periferia. È sulla strada, in un ex-locale notturno (un dancing), che il Pastore Gilberto dell’Assemblea di Dio ha messo la sua chiesa. L’Assemblea di Dio è la più importante istituzione pentecostale del Brasile: la prima è nata in 1911 a Belém per iniziativa di due missionari battisti svedesi che venivano dagli Stati Uniti.
Gilberto non è rappresentativo del clero di questa chiesa, conosciuto per la sua austerità morale e per le sue prese di posizione tradizionaliste. Non nasconde il suo percorso personale tumultuoso. Perché il pastore Gilberto fu un trafficante di droga e un pericoloso gangster. Si è convertito all’età di 20 anni mentre era su un letto di ospedale con due pallottole sotto la pelle… Dagli anni di galera, Gilberto ha tratto un senso del contatto fraterno e una autorità spirituale incontestabili. Questa sera, presiede il culto con un tamburello in mano, è un culto molto animato che mescola canti, testimonianze ( di una ex-prostituta e di un carceriere), sermoni infiammati “dialogati”con l’assemblea che interviene,reagisce, approva.
“La forza di queste chiese risiede anzitutto nel fatto che il fedele vi è accolto personalmente ed esce dell’anonimato al momento in cui vi entra” commenta il padre Ronaldo, sacerdote cattolico di Belém osservatore attento dello sviluppo dei pentecostalisti. “Mentre il cattolico medio può partecipare alla messa rimanendo nella solitudine totale.”
Martedì, ore 19. a Ananindeua, nella vicina periferia, fra gallerie commerciali e fast food, l’immensa cattedrale dorata della Chiesa universale del Regno di Dio, “l’Universal” si riempie velocemente. In un paese che non è noto per il senso dell’ordine, sono colpito dalla pulizia dei luoghi e per l’organizzazione. I fedeli sono accolti all’entrata da un battaglione di pastori, uomini e donne, e dai loro assistenti in uniforma. Questi postano accompagnano i nuovi arrivanti per evitare ogni disordine. In poco tempo i 4700 posti sono occupati. Ci sono molte persone in piedi. Siamo quindi più di cinquemila persone nell’edificio quando comincia una cerimonia sbalorditiva di esorcismo collettivo.
Sul palco un pastore va e viene arringando la folla che reagisce come un solo uomo ad alcune delle sue parole: “oggi, dice lui, prenderemo il vostro problema alla sua radice”. Poi inizia il rituale: “Pensate al vostro problema, concentratevi su di lui … Tenete in mano le foto di quelli e quelle che volete proteggere o oggetti che a loro appartengono…”.Una foresta di braccia si alza. Viene infine il momento dell’esorcismo. Il discorso dell’ufficiante diventa sempre più spezzettato, In un certo senso sempre più aggressivo. Interpella gli spiriti maligni, chiedendo loro di manifestarsi, diuscire dai corpi: “Tu che hai trasformati in inferno la vita di questa famiglia, tu che ti dedichi ai riti abominevoli alla porta dei cimiteri, mostra il tuo volto nel nome di Dio onnipotente.” Gliassistenti percorrono i corridoi trasversali, osservano attentamente i fedeli, si avvicinano a loro se notano cambiamenti nel comportamento…
Perché fra poco le persone cominciano adandare in trance. Qua e là uomini e donne crollano urlando, immediatamente presi in carico dai pastori che cominciano a pronunciare, a bassa voce, ai loro orecchi parole di esorcismo. La tensione è al suo vertice. Nell’assemblea di 5000 persone che è in combattimento col demonio, c’è una energia palpabile, un soffio potente che si sente in crescendo. Fanno salire sul palco i posseduti, che si contorcono violentemente. Il pastore principale fa una intervista in diretta al diavolo… Si avvicina aduna donna e le chiede suo nome. “Lucifer” risponde in un rantolo. Segue una successione di ingiurie. Poi l’ufficiante scongigge lo spirito maligno effettuando tre passi in direzione della donna che crolla bruscamente.
Sedute per doni
“Dell’isteria collettiva e del teatro” ,commenta il P. Ronaldo. “E abbiamo prove ci sono persone pagate per fingere.” Forse. Ma questi rituali sono notevolmente ben condotti e se ne esce sentendosi come risanati. Si capisce come la gente con problemi insolubili possa trovarci conforto.
Più tardi, dopo l’esorcismo, i pastori dell’Universal organizzano una seduta per i doni dove i fedeli sono invitati a rivaleggiare in generosità tra vigorosi applausi che sfidano il diavolo e rinforzano economicamente il patrimonio della loro Chiesa . “E funziona bene” …secondo Rosa Marga Rohte, pastore della Chiesa luterana che ha fatto un lavoro universitario sullo sviluppo dei pentecostali a Belem. “Alcune di queste chiese sono ricchissime relativamente agli edifici che costruiscono ed al benessere in cui vivono alcuni pastori. Qui si tocca quella che viene chiamata “Teologia della Prosperità” e chi si potrebbe riassumere così: “il mio successo materiale è il segno del mio successo spirituale. Se sono ricco, significa che sono nella verità e che Dio mi ricompensa.” Una curiosa lettura del Vangelo, ma che corrisponde bene a una convinzione che viene appunto dalle Chiese nord-americane. Di vuole una religione dei risultati e dei riti che producono effetti immediati, che guariscono e che danno la forza di affrontare i problemi di sopravivenza.”
Giovedì, un pomeriggio di caldo equatoriale, la sala di attesa del dispensario di “Terra Firme”, uno dei quartieri più poveri della città, è piena di bambini accompagnati da loro mamme. Questo “posto di sanità” come si dice qua, è di proprietà della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. Vi viene curato gratuitamente un elevato numero di bambini ogni giorno. I locali sono esigui ma l’organizzazione è efficace. Gli Avventisti non sono propriamente pentecostali. Sono piuttosto come quelli chiamati in Brasile: Chiese evangeliche missionarie, confessioni cioè protestanti tradizionali : battisti, luterani, metodisti… A causa però di alcuni di alcuni suoi metodi e pratiche, la Chiesa avventista si avvicina dai pentecostali. Dal suo modo, ad esempio, diinvestire in campo sociale e politico. Ma soprattutto, è laChiesa del Vangelo Quadrangolare che ha dato negli anni 70, il segnale dell’entrata in politica di questi gruppi. La città è piena di grandi cartelloni colorati del sorridente pastore Giosuè Bengtson, un notabile della Chiesa Quadrangolare e deputato federale, di ci si festeggia il compleanno. “Se la presenza dei pentecostali nelle istituzioni dello Stato del Parànon è massiccia, spiega Hanny Amoras, responsabile del servizio-stampa dell’Assemblea legislativa, essa è significativa. Hanno tre deputati su quarantuno e uno di loro ha già occupato il posto di presidente di questa assemblea. Hanno ugualmente tre deputati federali (all’assemblea nazionale di Brasilia) sui diciassette dello Stato del Parà e quattro dei trentatè consiglieri municipali di Belem.”
Clientelismo
Quasi una metà di questi rappresentanti viene dall’Assemblea di Dio, l’altra dalla Quadrangolare. La loro azione politica è pituttosto clientelare. Cercano di ottenere favori per loro fedeli: impieghi, viaggi, protesi per handicappati… Succede anche che i deputati, da tutte chiese, si uniscano per ostacolare il voto di disposizioni che ritengono immorali. Ma non sembra che abbiano un progetto politico ben definito. Tuttavia, si inquieta P. Ronaldo, “ il loro peso elettorale, il loro modo di investire massicciamente nei media ed i loro metodi settari cominciano a porre dei problemi.” Questo prete mi accoglie in una vasta canonica silenziosa al centro della città. Sulle mura, sfilano pie immagini e foto di vescovi. In un corridorio oscuro, passa velocemente una religiosa con un bicchiere d’acqua fresca su un piatto. Il rumore stressante della città non sembra giungere in questo luogo.
Uno risveglio in ritardo.
La Chiesa cattolica, sola maestra nel passato, ha i mezzi per contrapporsi a questa marea del pentecostalismo che rappresenta ora in alcuni quartieri della Grande Belem il 20 percento della popolazione ? “Non abbiamo saputo accogliere l’angoscia ed il malessere dei più vulnerabili, confessa P. Ronaldo, non abbiamo personalizzato le nostre relazioni con i fedeli. Ma la dura lezione è stata appresa, e stiamo entrando in una fase di ri-evangelizzazione”… Ri-evangelizzazione che si ispira spesso alle pratiche pentecostali: liturgie più vive, più piene di calore umano, più partecipative, un’azione pastorale con più autentico senso ecclesiale .
La Chiesa cattolica si sveglia po’ tardi, commenta Isabela, una professoressa di francese che dichiara di essere stata guarita dall’epilessia in una assemblea pentecostale. “Molto tempo fa, in molti luoghi, la Chiesa cattolica ha perduto il contatto con le popolazioni più diseredate che si sentono ugualmente abbandonate dai servizi pubblici. Qui, a Nuova Marituba,il campo è stato completamente occupato dai pentecostali che inquadrano i giovani, ostacolano l’istallarsi del traffico di droga, organizzano la solidarietà.”
Sabato pomeriggio, gli abitanti di questo nuovo quartiere della periferia nelle loro piccole case ascoltano la radio a tutto volume.Le strade di terra hanno buchi profondi e pozzanghere di fango, perché piove ogni giorno a Belém. Non ci sono luci sulle strade pubbliche e la spazzatura si accumula aspettando la fluttuante buona volontà dei rarissimi ed imprevedibili servizi pubblici.
Subito, in una casa vicina, un canto collettivo si alza e si fa sentire, punteggiato dal battere le mani e da voci fragorose. “Il figlio del vicino è ammalato, spiega Isabela, allora la gente della Quadrangolare si è mobilitata per pregare e cantare per lui.”
Frederic Pagès
N.B. traduzione ed adattamento, a cura di Damien Diouf, dall’omonimo articolo pubblicato sul n° 1/03 di Le Monde des Religions
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