I Dossier

Domenica, 22 Agosto 2004 14:06

La voce dovuta (Federico Mayor Saragoza)

Vota questo articolo
(1 Vota)

Dare la voce a chi non ha voce, perché il futuro non può essere la tragica conseguenza di un silenzio complice, ma si radica nella speranza rappresentata dalle nuove generazioni.

Dobbiamo tante parole, tanto clamore, ai giovani, a quelli che vengono!
Dobbiamo la parola esatta e rigorosa. Di tanto in tanto, il grido.
Sempre la mano tesa, la voce tesa verso il futuro comune.

Voce dovuta ai bambini e agli adolescenti, perché non consumino i prodotti di compagnie
che vivono di una pubblicità che svilisce, che butta in trivio
le cose essenziali, che conduce all'indifferenza.

Voce dovuta ai bambini di strada, a tutti quelli che vivono nell'oblio,
nell'abbandono, nell'emarginazione.
Voce dovuta sempre, fino all'ultimo istante.

Voce per ricordare i grandi creatori del nostro tempo.
Grandi artisti, architetti, filosofi, scienziati...
dimenticati nella ressa degli avvenimenti "stellari " di ogni giorno.

Voce per ricordare che non si possono privatizzare le responsabilità dello Stato,
né trasferire alla scuola quelle che sono proprie della famiglia.

Voce per ricordare da dove vengono i beni di nostro godimento:
dai Paesi che con tanta frequenza, fruttiamo senza mantenere le promesse che facciamo
e senza facilitare il loro autonomo sviluppo.

Voce dovuta a quelli che si alienano nell'alcool o nella droga, prede di artifici,
ma carenti di tenerezza e di dialogo. Voce per quelli che vivono male
e muoiono del tremito della dipendenza. Voce per le loro famiglie strozzate,
affondate.

Voce dovuta alla voce assente della donna, esclusa da tanti scenari e fori
dove la sua presenza i più necessaria che mai. Voce dovuta, soprattutto, agli invisibili, agli anonimi.
Voce alta dovuta a chi, stando al vertice, non ode a volte, a volte non ascolta,
le parole che si levano da chi ancora aspetta, da chi ancora spera.

Voce dovuta a quelli che sono morti, a quelli che hanno sofferto ogni tipo di crudeltà,
perché nessuno ha saputo, perché nessuno ha osato alzare la voce.

Voce dovuta alle madri, ai maestri, a quanti, malgrado i malgrado,
nei venti impetuosi e nelle tempeste, avanzano ogni giorno
nel cammino dell'amore e del dono. Voce dovuta a quelli che vengono,
a quelli che non sono ancora arrivati e rischiano di trovare la casa "diroccata e fredda".

Voce dovuta ai giovani di oggi che, così plurali, così disuguali,
sono tutti, senza eccezione alcuna, la nostra speranza.
I loro occhi ci guardano già. E ci impediscono di rimanere in silenzio. Senza cessare, senza riposare. José Angel Valente ha scritto: " È tempo di dolore. È tempo, allora, di alzarsi, tempo di non morire".
Senza riposo, perché i giovani non guardino indietro un giorno e ci dicano con tanta delusione quanto disprezzo: "Aspettavamo una parola, non è mai arrivata".

Voce dovuta, voce di vita.

Federico Mayor Saragoza 

 


 

Profilo biografico: Federico Mayor Saragoza, già docente di biochimica all'Università Autonoma di Madrid, è un politico spagnolo; è stato direttore generale dell'UNESCO dal 1987 al 1999. E' anche presidente della fondazione "Cultura de Paz".

Opere di Federico Mayor Saragoza: in Italia è stato pubblicato Domani è troppo tardi: sviluppo, istruzione, democrazia, Studium, 1991, 352 p.

Il testo che presentiamo: è tratto da un articolo più ampio pubblicato dal quotidiano spagnolo "El Paìs" il 24 settembre 2002. Per l'autore si tratta di dare la voce a chi non ha voce, perché il futuro non può essere la tragica conseguenza di un silenzio complice, ma si radica nella speranza rappresentata dalle nuove generazioni e da quanti vengono emarginati dalla storia odierna.

 

Letto 2358 volte Ultima modifica il Mercoledì, 22 Febbraio 2012 19:21
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search