Salvezza in Cristo e vita cristiana
I documenti della sapienza cristiana
Il mistero di Dio
5. Il cristiano sa che all’origine di tutto ciò che esiste c’è Dio, uno, vivo e vero, onnipotente, eterno, misericordioso, perfettissimo nell’intelligenza, nella volontà e in ogni attribuzione. Diverso e distinto - dal mondo e quindi invisibile e superiore a ogni immaginazione e idea che se ne possa concepire, Dio è tuttavia vicino agli uomini e a tutti gli esseri che sussistono per lui, «dando a tutti la vita e il respiro e ogni cosa». Egli si fa conoscere già attraverso le creature, che lo riflettono come principio della loro esistenza e perfezione: «Ciò che si può conoscere di Dio, dichiara san Paolo, è manifesto agli uomini; Dio infatti lo ha manifestato. Fin dalla creazione del mondo, le sue perfezioni invisibili si possono contemplare con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità».
6. Questa reale possibilità dell’uomo di conoscere Dio e la certezza della sua vicinanza agli uomini permettono al cristiano di dare un giudizio positivo su ogni forma autentica di culto e di religione esistente nell’umanità, e di vedere in essa i segni della sua azione provvidenziale nel genere umano che egli, come attesta san Paolo, «ha fatto abitare su tutta la faccia della terra, stabilendo i tempi e i confini delle abitazioni, perché lo cerchino se mai lo raggiungano come a tastoni e lo trovino, sebbene egli non sia lontano da ciascuno di noi: in lui infatti viviamo, ci muoviamo e siamo».
7. Il mistero della vita intima di Dio non può essere compreso da mente umana. Gesù ha rivelato la ricchezza della vita intima di Dio adoperando parole e immagini tratte dalla vita degli uomini: disse che il Padre ha mandato per amore il proprio Figlio unigenito nel mondo per condurre gli uomini a sé, e che il Padre e il Figlio inviano lo Spirito Santo per renderli santi e figli di Dio. Perciò il cristiano crede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, un unico Dio, vivente in tre persone che possiedono la identica natura divina. La ragione umana sperimenta la sua impotenza davanti a questo mistero, ma l’esistenza cristiana è tutta dominata da esso, perché è nel contatto vivente con ciascuna di queste divine persone che si opera la salvezza.
8. Volendo trovare un’immagine, la teologia cristiana ha pensato nella vita divina un dinamismo simile a quello che esiste nell’uomo tra lo spirito che pensa e il pensiero che è «generato»; (per questo la seconda persona viene detta Figlio[1] del Padre e « Verbo» cioè pensiero-parola); quanto alla terza persona, essa viene pensata come l’Amore che unisce le altre due persone (per questo lo Spirito Santo viene spesso chiamato Amore). Un antico poeta cristiano canta: «Un’immagine del Padre la puoi trovare nel sole, del Figlio nel suo splendore, dello Spirito Santo nel suo calore. E tuttavia è una cosa sola. Chi può spiegare l’incomprensibile?» (sant’Efrem).
[1] «Figlio» in Dio non è da intendersi in senso biologico, ma come un’espressione analogica, tratta dal mondo creato, per esprimere una realtà che Io trascende