Formazione Religiosa

Venerdì, 22 Gennaio 2010 21:56

Figure di donne nel vangelo di Giovanni (Damiano Marzotto)

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Il vangelo di Giovanni, vangelo della maturità, presenta figure di uomini e di donne, in cui identificarci, che approfondiscono, dopo qualche tempo, la loro relazione con Cristo.

Figure di donne
nel vangelo di Giovanni

di mons. Damiano Marzotto


Spunti per una riflessione personale

Il vangelo di Giovanni, vangelo della maturità, presenta figure di uomini e di donne, in cui identificarci, che approfondiscono, dopo qualche tempo, la loro relazione con Cristo.

 

Ci fermeremo sulle figure delle donne.

1- La Madre di Gesù (2,1-12;19, 27-28)

2 - La Samaritana e la Maddalena (4,1-31; 20,1-18) La sposa

3-Marta e Maria (11-12) La sorella

A- La donna - la Madre di Gesù

1) Le nozze di Cana

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli (Gv 2,1-12).

Il miracolo, il primo “segno” di Gesù, è noto; ma vanno rilevati alcuni particolari.

Il terzo giorno ci rimanda al giorno della resurrezione, al giorno della manifestazione della gloria di Dio sul Sinai: “ Si tengano pronti per il terzo giorno” (Es 19,11) e al dono della legge (Es 20). “Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto noi lo faremo» (Es 19,8)”.

Maria si fa voce del popolo: “Fate quello che vi dirà”. Maria ha provocato Gesù, si è fatta voce della disponibilità dei popolo, ha introdotto l’opera di Gesù, ha, iniziato il raduno dei dispersi.

Arriva il momento in cui i figli crescono; la madre ha ormai un ruolo importante, riconosciuto da tutti. S’invita lei; e la madre è sempre materna, preoccupata del buon andamento della cena e vorrebbe coinvolgere ancora il figlio, come quando era piccolo; il suo intervento è discreto, ma Gesù prende le distanze: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».

Il figlio non accetta di essere sempre sotto tutela. È un dolore, ma la madre va avanti, la sua prospettiva si allarga al di là della sua famiglia; si fa voce di un popolo, delle sue esigenze e della sua disponibilità. Così la sua fede, la sua efficacia apre scenari nuovi, rivelazioni nuove, esperienze nuove, ebbrezze nuove per tutti; una unità che abbraccia tante persone, tutti coloro che credono; audacia e perseveranza, testimonianza personale di fede; una disponibilità personale alla volontà di Dio che trascina altri...

Anche il personale rapporto con Dio cambia; non è più un Dio per me mi chiede di assumere orizzonti più vasti; ma così l’ebbrezza è più grande, per tutti.

Dopo che fu gustato il vino migliore, si dice: “Così Gesù, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui. E scesero tutti insieme a Cafarnao.

2) Gesù in croce

Gesù morendo dona lo Spirito; tutto è compiuto, Gesù è rimasto fedele al Padre fino alla fine. Ma presso la croce notiamo quattro donne; la Madre, citata per prima, partecipa a questa fedeltà estrema del figlio. Perciò Gesù le dice: Ecco tuo figlio e al discepolo: Ecco tua madre ed egli l’accolse... Maria partecipa dell’obbedienza del figlio e dello splendore di questa fedeltà; è simbolo della vera comunità, fedele al suo Signore, della nuova Gerusalemme. Perciò Gesù già le indica nel discepolo il primo di innumerevoli figli, attirati dalla sua gloria che su di lei risplende, sulla donna. E a Giovanni indica la madre, quella vera, portatrice della gloria di Gesù; e Giovanni accoglie questo tesoro, per sempre, come la realtà più preziosa.

I Figli crescono, ma giunge anche il momento della morte di un figlio, o comunque una separazione drammatica. Può essere un momento di alta tensione pubblica, emotiva; altre donne sono vicine alla madre; le donne sanno portare il dolore; c’è una solidarietà femminile, ma anche la scoperta che non si è più l’unica donna del proprio figlio; gioia, sì, ma anche lacerazione. Comunque la madre sta presso la croce. E il figlio, che se ne va, indica la fecondità del sacrificio della madre: “ecco tuo figlio”. Quel discepolo che Gesù amava e che rappresenta tutti i credenti è stato generato anche da lei, che ha provocato e anticipato il dono della vita, che Gesù è venuto a portare.

I genitori imparano dai figli, sono portatori di una esperienza di luce, possono divenire punto di riferimento per altri. La maternità, alla morte di un figlio, invece di rinchiudersi nel proprio dolore, può ampliarsi, estendersi, portare ad altri l’affetto per il figlio.

La famiglia si allarga a tutto il mondo; la madre diviene portatrice di una eredità spirituale, di una luce che è del Figlio, ma anche di lei stessa che ha passato la prova della croce. Ella è per sempre la “Madre di Gesù”.

Ancora una volta la personale relazione con il Figlio di Dio deve subire una trasformazione, un ampliamento, uno sviluppo. Maria sta presso la croce, ma proprio sulla croce risplende la gloria del Figlio di Dio. “E io quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”.

B – La donna, la sposa

1) La Samaritana

Una donna viene ad attingere acqua al pozzo; gesto consueto per la donna di casa, ma anticipatore. Con le sue domande provoca la automanifestazione di Gesù: egli può dare un’acqua viva, è un profeta, il Messia, mette a nudo la sua situazione matrimoniale.

La donna chiama i suoi concittadini; molti credono per la sua parola. Si inizia il grande raduno dei dispersi. Tutti sono attirati da quest’acqua viva, dal cibo di Gesù: fare la volontà del Padre. È esigente, ma è acqua viva per la vita eterna.

La donna è sposata, ma inquieta; ha già avuto cinque mariti. Perciò cerca acqua viva.

E Gesù gliela promette: “Va’ a chiamare tuo marito e torna qui”. Gesù intende proporle una fedeltà a tutta prova, come la sua verso il Padre, sola speranza di vita.

La donna, (di qualche anno) è provocata a una revisione della sua vita matrimoniale. Non sarà facile; ma Gesù le promette il suo aiuto. Se si fiderà, se crederà, sarà salva. Nell’amore occorre credere.

Tuttavia la Samaritana scopre, ancora alla sua età, di avere, proprio come donna, un importante, anzi essenziale ruolo: la donna anticipa e provoca l’uomo, già con la sola sua esistenza, la sua gestualità.

La donna viene ad attingere acqua; Gesù la vede e le chiede: “Dammi da bere”. La donna è sempre per l’uomo portatrice di una promessa: E successivamente le sue domande consentono a Gesù di spiegarsi, di manifestarsi...

Anche qui però la donna matura non solo riscopre il suo ruolo femminile, aiutare l’uomo (Gesù) a far conoscere al mondo la sua missione; ma è precorritrice, va per prima presso la fonte della vita. La donna è esploratrice a ogni età, anche matura, anzi soprattutto. E può aprire ad altri la via della salvezza.

2) Maria Maddalena al Sepolcro

Un’altra donna esploratrice, il primo giorno della settimana, quando era ancora buio, viene al Sepolcro, lo trova vuoto e va dai discepoli a raccontare ciò che ha visto. Ed essi vennero, videro e credettero. Ma intanto Maddalena piange: “Hanno portato via il mio Signore, e non so dove lo hanno messo”.

Gesù ha pietà di lei, di questa donna che cerca; la chiama per nome; Maria gli abbraccia i piedi. Gesù le dà una missione: “Non mi trattenere... va dai miei fratelli” e Maria va e annuncia: : “Ho visto il Signore”.

E in quel momento i discepoli vengono come rigenerati alla fede: “Beati quelli che non hanno veduto e hanno creduto... e credendo abbiate vita nel suo nome”.

Maddalena è donna fedele e tenace; ma di fronte al sepolcro vuoto deve confrontarsi con i discepoli maschi e così facendo apre loro la via alla fede pasquale. La donna è più audace; e la donna cerca il confronto e così donne e uomini crescono e si aiutano.

Maddalena non è la sposa di Gesù (con buona pace di Dan Brown) , ma è vero che il vangelo la descrive con i tratti della sposa del Cantico. Perché Maria è la umanità intera che cerca il Suo sposo, Dio.

E in ogni caso Maria era una donna fedele discepola di Gesù, e il corpo di Gesù era scomparso. Quando le appare, Gesù la invita ad andare oltre la sua corporeità, per aprirsi a una missione più ampia: “Va’ dai miei fratelli”.

Viene il momento della vedovanza, o comunque la situazione non è più quella degli inizi. Si fa fatica; si cerca vanamente qualcuno che ci stia accanto, in una notte che sembra non finire mai. Ma per vari motivi, non si trova nessuno. Gesù però ci è accanto sempre, per invitarci ad allargare l’orizzonte del nostro desiderio di donarci e di amare. Va’ dai miei fratelli e di loro: salgo al Padre mio e Padre vostro.

Anche la relazione di coppia si sviluppa, si apre, si allarga a una missione per gli altri.

Anche il rapporto con Dio è toccato da questi eventi: Dov’è Dio? che prima sembrava così vicino? è scomparso? si piange sulla nostra solitudine. Occorre continuare a cercare nella notte, finché saremo chiamate per nome. Una nuova relazione con Dio, più profonda, più personale ci attende; e una missione al Suo servizio.

C - La donna, la sorella

1) La risurrezione di Lazzaro

Se il primo miracolo (Cana) avvenne per intercessione di una donna, così avviene per il settimo segno, il più clamoroso, la risurrezione di un morto.

Lazzaro è malato e le sorelle mandano ad avvertire Gesù. Giovanni sottolinea i rischi mortali di un’eventuale ritorno in Giudea, Finalmente Gesù va a Betania. Gesù amava Marta, sua sorella e Lazzaro; anche il suo temporeggiare ha la funzione di poter mostrare loro qualche cosa di ancora più splendido.

Quando Gesù arriva, già molti Giudei sono convenuti per consolare le sorelle. Marta gli si muove subito incontro, Maria rimane in casa. L’incontro cori Gesù è drammatico, sa di rimprovero, ma alla fine Marta proclama la sua fede in Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”.

Poi è la volta di Maria: “Il Maestro è qui e ti chiama” ed ella “si risvegliò” subito e andò da Lui. E i Giudei la seguivano... Gesù le dice: “ non ti ho detto che se crederai vedrai la gloria di Dio”. Poi la grande voce: “Lazzaro, vieni fuori” e molti dei Giudei che erano venuti da Maria credettero in Lui.

Ma altri andarono a denunciare Gesù e così fu decisa la sua condanna a morte.. per salvare il popolo e radunare in unità i figli di Dio dispersi .

La fede delle due donne in Gesù ha provocato la risurrezione di Lazzaro e affrettato il compimento drammatico degli eventi della salvezza.

Marta e Maria sono innanzi tutto le sorelle di Lazzaro; preoccupate per la sua fragilità. Ma hanno anche avuto il dono di essere state toccate dall’amore, dall’amicizia di Gesù. E così nel momento della difficoltà si rivolgono a Lui. Preoccuparsi dei fratelli deboli e stimolare gli amici a dare il meglio di sé, a donare tutto se stessi, perché la gloria di Dio si manifesti, il mondo creda, i dispersi siano riuniti, il popolo non perisca.

Ma questa iniziativa femminile nasce da una profonda intuizione, conoscenza della persona di Gesù, che viene anche proclamata: “Tu sei il Cristo”; una fede sofferta, messa in dubbio, ma finalmente rafforzata dal dialogo con il Signore.

Questa profonda fede e affezione a Gesù delle due donne conferisce loro un ruolo determinante per la vita del mondo:

1) Essere punto di riferimento, almeno iniziale, per uomini sensibili, in ricerca; precederli verso il Signore, perché vedano la sua gloria.

2) Anticipare, con la propria prontezza a destarsi, dall’apatia, quando il Signore chiama, il grande miracolo della risurrezione di un morto.

3) L’ insistenza femminile ha disturbato Gesù nel suo ritiro di là dal Giordano, ma ha avvicinato l’ora della salvezza.

2) L’unzione di Betania

La risurrezione del fratello non ha lasciato indifferenti le due sorelle. Nell’imminenza della Pasqua offrono un banchetto, un pranzo in onore di Gesù, Marta si occupa del servizio, Maria ha pensato a qualcosa di straordinario; come straordinario è l’ospite: ungerne i piedi con un profumo prezioso. Qualcosa di gratuito, sovrabbondante, evocativo. Giuda (perché è maschio o perché ladro?) non è d’accordo. Gesù invece capisce il gesto di Maria, in relazione alla sua prossima sepoltura... molti vengono e credono in Gesù.

Quando, qualche giorno dopo, Gesù, preso un asciugamano, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli... e Pietro non capisce questo suo gesto, noi comprendiamo che Maria ha anticipato il gesto di Gesù, il suo esempio di servizio umile e anche il suo significato profondo: Gesù lava col suo sangue i nostri peccati. Perciò il profumo ha riempito tutta la casa; la morte e resurrezione di Gesù è un profumo che riempie l’universo; “‘tutto il mondo gli va dietro” (Gv 12,19).

Le due sorelle, che Gesù amava, intuiscono l’avvicinarsi degli eventi, la Pasqua di Gesù, e gli aprono la strada. Non lo bloccano, ma gli offrono quel sostegno, quel contesto simbolico di affetti, che permetta a Gesù di vivere in totalità la sua donazione: una cena, un profumo. Non ci sono parole, solo gesti, ma molto significativi. Forse collidono con la funzionalità maschile, ma anticipano e sostengono l’amico.

Le due sorelle agiscono insieme, senza gelosie, rispettando il temperamento l’una dell’altra; anzi aiutandosi; Marta dice a Maria “Il Maestro è qui e ti chiama”(Gv 11.28).

Conclusione

Confrontarsi, soprattutto dopo qualche anno di vita cristiana, con le figure femminili del IV Vangelo può aiutarci, uomini e donne, ad approfondire la nostra vocazione specifica, valorizzando i doni che Dio ha fatto a ciascuno, vedendo meglio quanto l’uno deve all’altro, e imparando ad aiutarci e a collaborare più proficuamente.

Mentre tutte le nostre capacità trovano un loro fecondo inserimento nel mistero della salvezza, si può scoprire che il passare degli anni può essere occasione di un più appassionato e ampio coinvolgimento nel servizio del Signore, perché il mondo creda e si salvi.

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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