Formazione Religiosa

Giovedì, 24 Luglio 2008 02:28

La maternità universale della Vergine. Garanzia di speranza e di salvezza (Sante Bianchi)

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La maternità universale della Vergine.
 
Garanzia di speranza e di salvezza

di Sante Bianchi













Una riflessione mariana alla luce degli insegnamenti di S. Bernardo di Chiaravalle.

Bernardo è «l’eletto di Dio, la perla, lo specchio e il modello della fede, la colonna della Chiesa, il vaso prezioso, la bocca d’oro che inebriò il mondo intero col vino della sua dolcezza».

Così si esprime S. Tommaso nel sermone LIV per la festa di S. Bernardo. E davvero Bernardo resta un gigante nella storia della Chiesa, che sintetizzando il passato ci ha lasciato una calda esposizione della verità che serva a disporre l’anima alla preghiera e alla contemplazione

TEOLOGIA E SPIRITUALITÀ

Anche se per la sua dottrina teologico mistica attinge ripetutamente ai Padri (preferisce Gregorio di Nissa, Origene, Ambrogio, Agostino e Gregorio Magno), non è un semplice ripetitore, anzi è sempre personale e vivo

Fonti della sua dottrina rimangono la Scrittura e la Tradizione interpretate dal Magistero della Chiesa e rivissute in una analisi della propria esperienza monastica.

Nel pensiero di Bernardo occupa un posto privilegiato Maria. In realtà Bernardo ha scritto poco su Maria. Ricordiamo le opere più importanti: Le Laudi della Vergine, detti discorsi «super missus est»; la famosa lettera 174 ai canonici di Lione; il discorso per la festa della Natività della Beata Vergine Maria detto «de Aquaeductu ». In tutto abbiamo 4 omelie, 16 sermoni, 1 lettera, 18 tra estratti e frammenti.

Resta comunque il fatto che per l’affetto, la pietà, l’efficacia con cui Bernardo ha parlato della Madonna, per la densità della dottrina, la precisione delle formule e per la novità delle conclusioni con cui si è dimostrato come il dottore più completo in materia nel Medio Evo, divenne l’iniziatore di un vasto movimento di devozione e di profondi studi sulla Madre di Dio, tanto da essere chiamato Cantore di Maria.

Lo stesso Pourrat lo conferma: «La devozione di Bernardo verso la Madre di Dio era proverbiale nel Medio Evo» (La spiritualité chrétienne, t. Il, n. 5, Paris 1921, p. 77), e il Bartmann lo ribadisce: «Bernardo è il più ardente dei devoti di Maria nel Medio Evo» (Précis de Théologie dogmatique, t. I, Multhouse 1935, p. 482).

La concezione mariana di S. Bernardo non può essere certo compresa se non nel disegno completo della sua teologia della Salvezza di cui premettiamo una sintesi.

Dio infinita carità, crea per amore l’uomo e per amore lo riscatta. Prove di questo amore sono l’Incarnazione e la Redenzione. L’uomo peccatore si salverà dal peccato soltanto con l’adesione libera, ferma e totale, all’amore di Dio, mediante un processo di purificazione e di elevazione nel quale sua forza portante sarà lo stesso amore di Dio (grazia efficace) e suo aiuto la mediazione di Maria.

Maria per Bernardo, come del resto per tutti i padri, fu «scelta fin da principio, conosciuta dall’Altissimo che la preparò per sé; custodita dagli angeli, previamente annunziata ai Patriarchi, promessa dai Profeti» (Hom. Il Super Missus Est, n. 4). Nel realizzare il suo piano di Salvezza quindi, Dio volle seguire lo stesso ordine di cose, farlo nello stesso modo in cui il primo uomo Adamo era caduto per opera di una donna, ingannata dal serpente. Ci sarebbe stata allora un’altra Donna che avrebbe vinto il demonio con l’aiuto di un altro Uomo che fosse al tempo stesso Dio: il Verbo Incarnato.

MEDIAZIONE NECESSARIA NELL’ECONOMIA DELLA SALVEZZA

La missione alla quale Maria era stata predestinata, era di dare agli uomini l’Uomo-Dio per nostra salvezza. E’ una maternità universale, ci dice Bernardo, che le permette di stringere al seno il Creatore e le creature, Cristo e i cristiani, il Redentore e i redenti.

«Il Creatore degli uomini dovendo per farsi uomo nascere da una donna, dovette scegliere come madre o meglio prepararsi fra tutte, quella che già sapeva dovergli convenire, e che già conosceva gli sarebbe piaciuta, perciò volle che fosse vergine.., e volle anche. che fosse umile» (Hom. Il Super Missus Est, n. 2).

L’Incarnazione è evidentemente dovuta alla sola munificenza della Grazia divina che porterà Maria ad essere esaltata sopra tutti i cori degli angeli (Cfr. Sermone LXXXVIII). Maria diventa cosi la più perfetta realizzazione dell’Israele di Dio, è il modello e il simbolo di tutto il popolo eletto e riscattato, è l’esempio compiuto della santificazione verso la quale tendevano l’Antica e la Nuova Alleanza e che si realizza nella Chiesa.

Dal compito principale che Maria ha nell’Economia della Salvezza scaturisce necessariamente anche quello della sua «mediazione», e «come Eva aveva cooperato con Adamo alla nostra disgrazia, così Maria, seconda Eva, doveva cooperare con il Redentore alla nostra riabilitazione» (Serm. fra l’ottava dell’Assunzione nn. 1-2).

La sua “mediazione” fu prima di tutto la primissima intercessione della sua preghiera prima dell’Annunciazione; intercessione già materna, perché Maria meglio di Debora, meritava di essere chiamata «madre del popolo di Dio» (Gdc. 5,7). Infatti la mediazione che Israele aveva esercitato dopo Abramo in favore del mondo peccatore (On 18,17-23), raggiunse in Lei la sua più alta efficacia. Poi ci fu il compito di collegamento che Lei esercitò nell’incarnazione (mediazione ontologica e mediazione morale). Indubbiamente, ci dice Bernardo, «Cristo da solo sarebbe stato sufficiente, dal momento che anche ora, tutto ciò che noi possediamo nell’ordine della salvezza ci viene da Lui. Ma era bene per noi che l’uomo non rimanesse solo. Era sommamente conveniente che i due sessi prendessero parte alla nostra Redenzione, come avevano preso parte alla nostra rovina» (Serm. per la Dom. fra l’Ottava dell’Assunzione, n. 1). Dal suo «fiat» con l’introduzione del Verbo nel mondo, fino all’offerta della Vittima, Maria coopera col suo Figlio alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza, e se viene invocata quale madre degli uomini, è perché ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel capo sono le membra.

Oltre che lodare Maria con temi biblici, Bernardo loda Maria utilizzando anche il vocabolario feudale del suo tempo: è «regina», «avvocata», «mediatrice », «riconcilia», «rappresenta», «raccomanda» gli uomini a suo Figlio; presso il Giudice, è «madre di misericordia», tratta la «causa» della nostra salvezza, interviene nel «processo» che ci oppone a Dio. Maria è posta perciò nel mezzo tra Dio e noi come per facilitare i nostri rapporti con Dio; prendendoci per mano ci riunisce a Cristo, ci conduce a Lui, ed è questo il motivo per il quale noi possiamo avere in Lei una confidenza illimitata; tutti i nostri bisogni li presenta a suo Figlio, poi ci trasmette tutti i soccorsi che Egli ci manda. «Tale è la volontà di Colui il quale ha voluto che tutto noi avessimo, per mezzo di Maria. Questa, dico, è la volontà di Lui, ma per noi» (In Nat. E. V. M. n. 7).

SORGENTE DELLA GRAZIA

Il Signore dunque si è servito di Maria come di un « acquedotto» attraverso il quale fa giungere a noi le sue grazie, « non perché era impotente, senza un tale acquedotto, ma perché volle provvederci di un veicolo» (Serm. In Nat.B.M.V.n. 18).

L’acquedotto è necessario affinché l’acqua della grazia, dalla fonte (che è Cristo) arrivi fino a noi: «La Fonte doveva arrivare fino a noi... Quella vena celeste discende mediante l’acquedotto... E’ pieno l’acquedotto, affinché gli altri ricevano da questa pienezza, non però la stessa pienezza».

La carità, le verginità e l’umiltà, sono le tre virtù che principalmente hanno elevato Maria fino a farle raggiungere la sorgente che è Dio, la inclinano anche fino a farle raggiungere gli uomini, ai quali comunica la grazia dell’adozione, l’acqua attinta a quella sorgente.

MODELLO E PRIMIZIA DELLA NOSTRA GLORIFICAZIONE

Per mezzo della carità che è intensità di desiderio, fervore di devozione e purezza di preghiera, Maria è elevata a Dio che la colma di Grazie, e la stessa carità che è anche misericordia la spinge verso gli uomini per sovvenire con la sua pienezza alle necessità della miseria umana. Maria è così la via regale attraverso la quale Dio viene all’uomo e l’uomo può più facilmente raggiungere Dio, praticando col suo esempio le virtù che Ella ci ha insegnato: purezza e umiltà. Se l’uomo avesse timore di rivolgersi direttamente a Dio e al Verbo per le sue richieste, può con fiducia rivolgersi a Maria che le presenta al Figlio. Se la maestà di Dio ci abbaglia, se la gloria infinita di Gesù Cristo ci dà l’impressione che è troppo lontano da noi, Maria ci dà fiducia.

E’ Lei quindi la « scala dei peccatori, la mia fiducia, la ragione di ogni mia speranza. Perché, o fratelli, desideriamo altre cose? Cerchiamo la grazia e cerchiamola per mezzo di Maria, perché Ella trova ciò che cerca e non può restare delusa. Cerchiamo la grazia, quella presso Dio, non la grazia illusoria presso gli uomini» (In Nativ. B M V. nn 7-8)

Corollario della maternità di Maria sia verso il Creatore che verso le creature; nonché della mediazione universale fra il Creatore e le creature, ci ricorda Bernardo, è la Regalità universale di Maria. Dato che le vie del Redentore e le vie della “corredentrice” sono parallele, l’Assunzione di Maria per Bernardo fa riscontro all’Ascensione di Gesù, ed è come il modello e la primizia della nostra glorificazione. La regalità di Maria, soggiunge il «dottore mellifluo», non fa di Lei una principessa lontana. Il suo compimento sopraterreno non distrugge in Lei l’umiltà, la povertà, che sono la materia stessa della sua gloria.

Maria anche in cielo è l’icona escatologica della Chiesa. La glorificazione finale di Maria è una delle « grandi cose» con le quali Dio fa segno alla sua Chiesa. È un pegno di ciò che tutta la comunità dei credenti è chiamata a divenire: «Nemmeno noi abbiamo qui una residenza permanente, ma aspiriamo a quella alla quale è arrivata oggi Maria benedetta» (Serm. nell’Assunzione della E. M. V., n. 1).

La madre di Gesù glorificata in cielo, in anima e corpo, è immagine della Chiesa che avrà il suo compimento nell’età futura. Così sulla terra brilla innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e consolazione, fino a quando non verrà il «Giorno del Signore».

«La nostra Regina ci ha preceduto» ci ricorda Bernardo, «ci ha preceduto ed è stata ricevuta così festosamente, che con fiducia i servi possono seguire la loro Signora dicendo: “Portaci con te”, correremo dietro l’odore dei tuoi profumi (Ct, l,3).La nostra umanità pellegrina ha mandato innanzi la sua Avvocata, che, essendo madre del Giudice e madre di Misericordia, potrà trattare con devozione ed afficacia la causa della nostra salvezza» (Serm. I sulla Assunzione della B. V. M., n. 1).

Da questa breve riflessione sulla dottrina mariana di S. Bernardo, possiamo con certezza ribadire che egli fu e rimane l’ispiratore di chi dopo di lui vuole meditare sul «mistero di Maria». Lo stesso Papa Giovanni rilevò: «Egli ha detto le parole più soavi e più belle in onore di Maria», e Fénélon ci porta a dire, riferendoci al pensiero di Bernardo:

«Dolci e teneri scritti, nulla riuscirà ad oscurarvi, e la successione dei secoli ben lungi dall’offuscarvi, trarrà da voi la sua luce: voi vivrete per sempre, e Bernardo vivrà in voi».

Letto 3418 volte Ultima modifica il Domenica, 03 Agosto 2008 13:56
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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