Formazione Religiosa

Mercoledì, 12 Marzo 2008 00:42

Teologia dell'Antico Testamento. 1. Introduzione

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A proposito dell’Antico Testamento è normale che ci si chieda se, nella varietà del suo formarsi per una lunga serie di secoli e attraverso situazioni storiche, politiche e sociali quanto mai diverse, esso conservi – e come – una sua unità.

John L. McKenzie

Teologia
dell’Antico Testamento

Riduzione di Cesare Filippini

 Ringrazio il Direttore dell’Editrice Queriniana
P. Vittorino Gatti
per aver permesso la pubblicazione in forma ridotta
- pur essendo ancora in catalogo -
dell’importante opera del McKenzie.


Teologia dell'Antico Testamento

1. Introduzione


A proposito dell’Antico Testamento è normale che ci si chieda se, nella varietà del suo formarsi per una lunga serie di secoli e attraverso situazioni storiche, politiche e sociali quanto mai diverse, esso conservi – e come – una sua unità.

La risposta al quesito si può dare percorrendo un duplice cammino.

Anzitutto è chiaro che, da qualunque parte lo si guardi, l’Antico Testamento si dischiude sempre come una realtà religiosa. Questa inevitabilità della prospettiva religiosa sta a indicare che proprio su questo terreno si trova il punto di raccordo dell’intero mondo veterotestamentario.

Il difficile inizia quando, passando a una seconda tappa, si cerca di precisare dove stia, all’interno della visione religiosa, il fulcro dell’unità.

Essendo posta al di là di tutto ciò che è verificabile empiricamente, la percezione del Signore che vive da vicino la vicenda del suo popolo si incarna bensì in tutti i momenti della vita, ma non vi si esaurisce; anzi, ne riemerge intatta, pronta a fecondare ogni ulteriore manifestazione.

È perciò naturale che i vari strati della tradizione israelitica si richiamino al passato e insieme lo superino. Vi si richiamano perché ad esso li salda la continuità dell’esperienza; li superano, perché nell’ambito della verifica cambia continuamente.

In questo dinamismo di continuità e di innovazione il cristianesimo si inserisce in maniera sua propria, perché presenta il Cristo come il punto di verifica di questo «compimento» cristologico, è impresa ardua, poiché esso non può venire accertato come la conclusione di un teorema o di un sillogismo, ma è frutto, in definitiva, della presa di contatto personale col Cristo.

Letto 2524 volte Ultima modifica il Mercoledì, 02 Giugno 2010 21:04
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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