Famiglia Giovani Anziani

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Lunedì, 27 Febbraio 2012 10:24

Accompagnamento per i separati

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Occorre portare a compimento il progetto nuziale di Dio per la coppia (anche se vive separata), perché il separato è ancora custode del coniuge. Il separato, fedele al sacramento, resta a testimoniare, con la propria vita, la relazione nuziale di Cristo-Sposo Risorto con la Chiesa-Sposa anche se infedele.

 

II gruppo diocesano "S. Maria di Cana" nasce ufficialmente nel settembre 2003, come una delle attività pastorali curate dalla Commissione di Pastorale Familiare (il termine "gruppo" indica una delle attività pastorali curata dalla Commissione diocesana della Famiglia). Dopo un periodo di studio del Magistero della Chiesa, di riflessione e di ricerca d'esperienze a livello locale, nazionale e internazionale (l'esperienza più fruttuosa è stata quella dell'associazione ecclesiale francese Communion Notre-Dame de l'Alliance. È un'associazione ecclesiale con statuto approvato dalla Conferenza Episcopale Francese. Sito internet www.cn-da.org), la Commissione di P. F. ha inserito fra le sue attenzioni pastorali un percorso specifico per le persone separate o divorziate sole. Il cammino spirituale è stato sottoposto all'attenzione di mons. Salvatore Di Cristina, già vescovo ausiliare di Palermo oggi arcivescovo di Monreale, che l'ha sostenuto fin dall'inizio, seguendone la nascita e l'evoluzione, presentandolo al papa in occasione della visita ad limina (marzo 2007) e scrivendo la prefazione al libro Il dono di sé, ed. Effatà, sul percorso di fedeltà al sacramento. Dalla riflessione sull'orizzonte escatologico del matrimonio sono scaturite delle considerazioni che sono alla base di questo cammino, in particolare: i sacramenti sono eventi ecclesiali e pertanto la comunità deve prendersi cura delle famiglie che vivono la difficoltà della disunione dei coniugi; il giorno del matrimonio, ognuno dei due coniugi è abilitato per la grazia del sacramento al "ministero coniugale": «Da parte loro, "i coniugi cristiani sono corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato" [GS, 48]». «Due altri sacramenti, l'Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all'edificazione del popolo di Dio. (CCC 1534)». Pertanto ognuno dei due coniugi è ministro in esclusiva della grazia che proviene dal sacramento per il servizio alla santità del coniuge (anche se vive separato) e dei figli in particolare, ma anche a favore della Chiesa tutta. Poiché nessun sacramento può fallire, spezzarsi o finire, è fuorviante parlare di matrimonio finito, spezzato o fallito perché, per il carattere di indissolubilità, permane l'unione nello spirito. Occorre portare a compimento il progetto nuziale di Dio per la coppia (anche se vive separata), perché il separato è ancora custode del coniuge. Il separato, fedele al sacramento, resta a testimoniare, con la propria vita, la relazione nuziale di Cristo-Sposo Risorto con la Chiesa-Sposa anche se infedele. La scelta del la "solitudine", cioè la scelta "unica", è stata fatta fin dal giorno della celebrazione del sacramento e non al momento della separazione. Infine, in questo momento storico di forti attacchi al matrimonio e alla famiglia fondata su di esso, non possiamo non evidenziare l'aspetto apologetico di questo cammino nei confronti del sacramento. Fin dall'inizio, i separati promotori dell'iniziativa hanno voluto porre il gruppo sotto la protezione di Maria scegliendo il nome di S. Maria di Cana.

Obiettivo: l'obiettivo dell'accompagnamento pastorale è quello di sostenere, umanamente e spiritualmente, il separato solo e aiutarlo ad essere fedele al progetto nuziale di Dio per la coppia. Pertanto gli incontri hanno il fine di valorizzare il matrimonio e approfondire il senso dell'indissolubilità nella situazione di separazione coniugale. Il cammino prevede tre tappe fondamentali; la riedificazione personale come figlio di Dio; il percorso del perdono; il rinnovo degli impegni matrimoniali. Il perdono e il Rinnovo del Sì sono mete del cammino, per cui è opportuno iniziare dal Battesimo, che è la radice del nostro essere cristiani e del matrimonio-sacramento. Il rinnovo degli impegni matrimoniali è una scelta libera e volontaria che la persona separata può fare quando ha acquisito la consapevolezza di essere sempre ministro in esclusiva della grazia, che proviene dal sacramento, per la santificazione del coniuge e dei propri figli. Solo così tutti sacrifici, le sofferenze, le lacrime hanno senso perché, riversati nella grazia del sacramento, sono come un fiume sotterraneo che non si vede, ma scorre silenziosamente facendo fruttificare le piante e gli alberi che vivono di sopra. Nel ritiro di chiusura di ogni anno, le persone separate, nel corso della celebrazione eucaristica, rinnovano comunitariamente il Sì nuziale a Dio con il Rito redatto appositamente da fra Pietro Sorci, docente di Liturgia alla Facoltà Teologia di«Sicilia.

Modalità, incontri e contenuti

Dall'inizio dell'attività le modalità degli incontri sono state via via adeguate alle esigenze che si andavano evidenziando. Gli incontri previsti mensilmente sono due domenicali, per permettere ai genitori separati di trascorrere le altre domeniche con i propri figli. I temi scelti annualmente hanno sempre lo scopo di ampliare e arricchire le conoscenze sul sacramento. Le riunioni sono strutturate in modo da alternare i momenti formativi con quelli della rielaborazione personale e della condivisione comunitaria. Per i separati che annualmente si presentano per la prima volta si organizza in contemporanea un secondo gruppo per aiutare a superare i momenti più bui della separazione. Gli incontri non prevedono cene, pellegrinaggi o attività cosiddette socializzanti. Solo in occasione dei ritiri si pranza insieme. I separati sono esortati a inserirsi nella propria parrocchia, a partecipare agli eventi diocesani con il vescovo e a convegni o seminari sulle tematiche familiari. L'incontro inizia con la preghiera, che in questi anni è diventata da breve e semplice a celebrazione comunitaria dei Vespri, sotto la guida del diacono Chiancone, già direttore con la moglie dell'Ufficio Famiglia.

Partecipanti: agli incontri possono partecipare tutte le persone che vivono direttamente o indirettamente la sofferenza di una separazione nella propria famiglia (nonni, figli, sorelle, fratelli, parenti in genere). Vengono invitati diaconi, catechisti, operatori di pastorale perché conoscano personalmente questo cammino.

Possono partecipare coniugi, fidanzati e chiunque voglia sostenere il cammino di fedeltà al sacramento. In questi anni sono state accolte anche coppie in situazione irregolare, con la sola condizione di rispettare il programma già organizzato, però dando ampia disponibilità ad incontri personali per le loro problematiche. Di fatto hanno frequentato solo alcuni incontri. Il gruppo quindi non è un ghetto, come talvolta erroneamente viene pensato. La presenza di altre persone è motivo di conforto per i separati frequentanti. Relatori: i relatori invitati sono sia presbiteri che laici, con una specifica funzione all'intorno della diocesi nel settore della famiglia. In questo modo abbiamo trattato vari argomenti dalla validità del consenso all'educazione dei figli, oltre gli aspetti liturgici, teologici e dottrinali del matrimonio.

Frutti: Ad intra, per i separati: una certa serenità, che porta ad avere rapporti meno conflittuali con il coniuge, anche in situazioni di difficoltà; la consapevolezza della testimonianza, data senza ostentazione, della propria vita (portano sempre la fede al dito}; crescita sul piano spirituale e su quello dottrinale, in generale come cristiano, in particolare come coniuge e genitore; maggiore senso di appartenenza alla Chiesa. Nella diocesi: diffusione, anche a livello parrocchiale, di un aspetto poco visto del matrimonio-sacramento. Ad extra, in Italia: un fecondo confronto con altri gruppi similari attivati dall'Ufficio di P.F. delle diocesi di: Cremona, Treviso, Cesena, Firenze, Biella e Reggio Calabria. Fuori Italia: Infine, a seguito dell'articolo pubblicato su Avvenire il 5 giugno 2005 e diffuso da ZENIT (Codice: ZI05060801) abbiamo ricevuto da oltre oceano (USA, Panama, Argentina, Australia) richieste d'informazioni da parte di persone separate, desiderose di poter avviare un gruppo analogo a questo di Palermo.

Per informazioni, v. sito internet:

http://www.arcidiocesi.palermo.il/?id_pagina=2044&link_menu=1

da IL DIACONATO IN ITALIA anno 42 gennaiofebbraio 2010 n. 160.

 

Letto 4847 volte Ultima modifica il Venerdì, 12 Aprile 2013 09:08

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