La speranza non può essere in alcun modo un'evasione, una fuga altrove, essa è penetrazione, immersione piena, decisa e paziente nel solco dell'esistenza. La Gaudium et Spes ci ammonisce invitando tutti a calare la propria fede nel cuore del mondo, là dove regna la sofferenza:
"le gioie e le speranze. Le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore..."
La speranza, dunque chiama a farsi carico della vita, in tutte le sue manifestazioni, anche dolorose e problematiche. Nulla della vita, anche nel suo grande carico di dolore, è estraneo alla speranza. Questa via della speranza ha i tratti della partecipazione e della condivisione, della sofferenza per gli ultimi, della dedizione del dono, della misericordia e del perdono, della riconciliazione della pace.
Il senso profondo di questa profezia sta nel proporre con forza, anche nella società complessa, all'interno di un mondo dominato dall'efficienza e del consumismo, il significato dell'inutile. Nulla è più inutile dell'amore: esso non edifica ponti né produce automobili, non trova posto nella bilancia commerciale né concorre a determinare il reddito nazionale. Ma è appunto dell'apparentemente inutile che il mondo moderno ha bisogno. Testimoniare questa apparente inutilità, mostrarne e rivelarne tutta la fecondità, tutta la forza, tutta la capacità critica, è il servizio eminente che può rendere al proprio tempo la coppia e la famiglia cristiana.
Luca Tosoni (Gruppo Pastorale familiare Fabriano-Matelica)