Famiglia Giovani Anziani

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 126

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Domenica, 23 Maggio 2010 19:23

I “gruppi familiari”: Una struttura permanente di cura pastorale della famiglia

Vota questo articolo
(1 Vota)

La parrocchia è chiamata a diventare “movimento”, vivendo non soltanto di struttura, ma anche di carisma, lasciandosi guidare dallo Spirito

 I “gruppi famiglia” sono una struttura permanente di cura della famiglia da parte della comunità di base - la parrocchia - definita dalla Chistifideles Laici: “l’ultima localizzazione della Chiesa, in un certo senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie” (n. 26).

Un tema pastorale spinoso e intrigante

Gruppi Famiglia (GF) non sono mai del tutto decollati come una struttura pastorale ordinaria di formazione permanente della coppia.  Dove sono sorti vivono, poco integrati nella struttura della parrocchia, in qualche caso tollerati quando non addirittura sopportati. Su di essi grava spesso il sospetto di esprimere una pastorale di élite o di salotto. E’ reale il rischio del GF di chiudersi in se stesso, quando invece la parrocchia sente la spinta di annunciare il Vangelo a tutti.

Ma come andare a tutti, soprattutto ai più lontani che sono preferiti da Gesù? Se è vero che Gesù ha mandato i suoi discepoli ad annunciare il Vangelo “ad ogni creatura” (Mc 16,15), ciò è stato nel suo stile e nel suo metodo: andare a tutti attraverso alcuni che Egli aveva adeguatamente preparato alla missione.

La pastorale dovrebbe far proprio lo stile e il metodo missionario di Gesù: i GF potrebbero costituire proprio quei pochi, che si associano e si formano per andare a tutti. I GF farebbero così parte di quella minoranza creativa di cui ha parlato l’allora card. Ratzinger:  “l cristiani credenti dovrebbero concepire se stessi come una minoranza creativa e contribuire a che l’Europa riacquisti il meglio della sua ereditò e sia così a servizio dell’intera umanità”.

I GF dovrebbero essere promossi come una struttura ordinaria e permanente di formazione e di evangelizzazione delle coppie con questa finalità: i pochi che vanno ai molti. Il GF attua una tensione missionaria che è del Vangelo, ma che è anche radicata nella persona e nella coppia. Sia la persona, sia la coppia infatti esiste  per rivelarsi all’altro!

La qualità del rapporto Chiesa-famiglia

I rapporti tra famiglia e Chiesa non sono di pura relazione istituzionale e strumentale, ma di ordine teologico e sacramentale. Tale consapevolezza è decisiva per poter comprendere che l’attenzione della Chiesa alla famiglia oggi ha carattere pastorale, non è solo motivata dal fatto che essa si trova in crisi o perché l’evangelizzazione del mondo in cambiamento è assai problematica.

L’affermazione dei Vescovi italiani contenuta negli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il prima decennio del 2000 ha certamente anche carattere strategico, ma anche una valenza teologica: “Proprio per il ruolo delicato e decisivo della famiglia nella società, la Chiesa, nonostante l’evidente crisi culturale dell’istituzione familiare, desidera assumere l’accompagnamento delle famiglie come priorità di importanza pari, in questi tempi, a quella della pastorale giovanile” (n. 52).

Possiamo seguire tre piste di riflessione per capire come i GF possano essere una espressione pastorale del reciproco rapporto Chiesa-famiglia:

  • la radice teologica del rapporto tra Chiesa e famiglia;
  • la sua ricaduta a livello operativo, cioè lo partecipazione della famiglia all’azione missionaria dello Chiesa;
  • la collocazione dei GF nella pastorale delle comunità parrocchiali.

Di tutto ciò il Centro Diocesano di Pastorale Familiare ne dovrebbe essere il promotore e l’animatore, senza svolgere funzioni di supplenza.

I GF come espressione del rapporto Chiesa-famiglia

Chiesa e Famiglia: la radice teologica. Dobbiamo essere consapevoli che la famiglia non è solo un ambito dell’azione evangelizzatrice della Chiesa, ma anche una realtà che tocca la Chiesa nella sua struttura teologica, proprio perché il matrimonio è un sacramento. Questo inserisce all’essere della Chiesa e tramite essa all’essere di Cristo, non sola come singolo (battesimo), ma come coppia, vale a dire secondo la modalità dell’essere una sola carne.

La sacramentalità del matrimonio risulta, quindi, decisiva e rilevante per pensare il rapporto tra Chiesa e famiglia.

  • Chiesa e Famiglia. La partecipazione alla missione:
  1. La partecipazione della coppia e della famiglia alla missione della Chiesa avviene nella sua specificità di soggetto ecclesiale, in quanto comunità legata da vincoli umani e cristiani.
  2. La Familiaris  Consortio è qui assai esplicita: “Se la famiglia cristiana è comunità, la sua partecipazione alla missione della Chiesa deve avvenire secondo una modalità comunitaria: insieme, dunque, i coniugi in quanto coppia, i genitori e i figli in quanto famiglia, devono vivere il loro servizio alla Chiesa e al mondo” (n. 50).
  • Chiesa e Famiglia. Il gruppo familiare:
  1. Il gruppo familiare deve diventare la normale modalità con cui lo Chiesa cura la formazione permanente dei cristiani ‘coniugati’ (la maggior parte) e li prepara alla missione, il cui contenuto fondamentale non è altro da ciò che la famiglia è.
  2. La famiglia annuncia il vangelo rimanendo se stessa, con il suo stesso essere coppia-famiglia.

 

Il Direttorio di Pastorale Familiare afferma: “Con vera saggezza pastorale e in docile obbedienza a Cristo Signore, nella comunità cristiana siano, innanzitutto, promossi, riconosciuti e valorizzati i gruppi familiari e ci si adoperi perché siano sempre più “luogo di crescita nella fede e nella spiritualità propria dello stato coniugale; momento di apertura alla vita parrocchiale e comunitario; stimolo al servizio pastorale nella Chiesa e all’impegno nella società civile” “ (n.126).

 Gianfranco Grandis, dottore in Teologia Morale. Sintesi a cura di Paola Albert.


Cosa chiediamo alla parrocchia

Guardando alla nostra realtà parrocchiale molti sono i segnali positivi: oratorio, catechesi, giovani, giovani coppie, gruppi famiglia, fidanzati….. che coinvolgono a vario titolo diverse coppie e famiglie.

Ma accorre uscire da una pastorale a “cassetti” per una pastorale più organica in cui quello familiare sia trasversale alle altre (giovani, catechesi, liturgia,.....) e lo sia concretamente rendendo visibile la corresponsabilità; sacerdoti e sposi insieme.

Corresponsabilità, per noi, significa spirito di squadra, accendere un “motore” che susciti nuove idee, che sia ideatore e sostenitore di programmi pastorali concreti, che sappiano andare al “cuore”delle persone. Significa creare uno stile di vita parrocchiale nuovo.

Alla parrocchia come coppia chiediamo un sostegno al cammino di fede; un cammino di spiritualità specifico per comprendere sempre di più la grandezza del sacramento del matrimonio; chiediamo di essere considerati in quanto coppia e non come singoli che sono anche sposati!

Chiediamo un accompagnamento specifico per le giovani coppie nei primi anni di matrimonio, dopo lo nascita del primo figlio..... anche se lo sguardo si allarga alla preparazione remota al matrimonio, praticamente assente.

Quella dell’accompagnamento ai genitori crediamo sia l’altra grande esigenza della nostra parrocchia.

Organizzare incontri di sostegno alla genitoriolità in senso lato (educazione dei figli, alla fede...) potrebbe essere un grande tema di catechesi per le coppie adulte.

La parrocchia anche potrebbe diventare una realtà che sa dialogare con le istituzione presenti sul territorio (scuole, associazioni familiari, consultori...).

Chiediamo anche alla parrocchia un cammino serio di formazione alla fede dei nostri figli con un maggior coinvolgimento delle famiglie.

Nella nostra parrocchia sono presenti alcuni gruppi famiglia: sono luogo di crescita umana e cristiana per la coppia e la famiglia, opportunità per uscire dall’isolamento e creare una rete amicale forte, dove si acquisisce la consapevolezza di essere risorsa nella chiesa e nella società.

Chiediamo che siano sempre di più riconosciuti e valorizzati, dai sacerdoti, in particolare con la loro presenza non soltanto virtuale; e anche dalle coppie stesse (che si facciano promotrici ad altre famiglie e non si tirino indietro nel farsi responsabili di altri gruppi).

Se da un lato chiediamo più attenzione alle nostre famiglie dall’altro però siamo invitati come coppie e genitori a collaborare nello comunità e a far partecipi i sacerdoti della nostra vita di famiglia, a creare con loro un clima di amicizia.

 

Brani per la Lectio:

  • 1Cr 21,1-5.7-9 Il censimento d’Israele (“contare”, “cantarsi” è segno di superbia, è contro la volontà di Dio).
  • Mc 7,24-30 La donna siro-fenicia (essere gruppi e chiese accoglienti, che non rifiutano lo “straniero”).

Domande per la R.d.V:

  • ll gruppo riesce ad essere una minoranza creativa in parrocchia o si accontento di sopravvivere?
  • Famiglie e giovani: che posto occupano nella pastorale della nostra parrocchia? Ci sono punti in comune, possibili sinergie?
  • Al centro del cammino del gruppo c’è la crescita della spiritualità propria dello stato coniugale? Quali difficoltà si incontrano?
Letto 5060 volte Ultima modifica il Domenica, 23 Maggio 2010 19:45

Search