Prof. Dario Vota
Nelle comunità cristiane delle origini - nei primi decenni dopo la vicenda storica di Gesù - le donne diedero un contributo notevole al movimento missionario cristiano ed ebbero ruoli importanti in diverse comunità cristiane locali, a cominciare da quelle nate con i viaggi e la predicazione di Paolo. Esse si impegnavano come annunciatrici del Vangelo, guide della comunità, catechiste e profetesse; alcune si offrivano come patrone del gruppo cristiano locale, ospitando le riunioni nelle loro case e dando sostegni di vario genere, altre collaborarono con notevole impegno all'attività missionaria di Paolo.
Purtroppo su questo contributo e sul ruolo importante che molte donne svolsero nelle comunità cristiane delle origini sappiamo poco a causa della scarsità delle fonti e del loro carattere maschile. E poi, dopo alcuni decenni di impegno paritario e di reciproco riconoscimento, verso la fine del 1 secolo d.C. le donne cominciarono a incontrare una seria opposizione e fu loro negato il diritto di assumere posizioni di guida; esse finirono per ritrovarsi sottomesse alle autorità maschili e anche il ricordo della loro importanza di un tempo finì per svanire. Così ancora oggi molti credono che nelle comunità delle origini soltanto gli uomini ricoprissero ruoli di guida.
Ma in questi ultimi decenni, soprattutto da quando la ricerca storica e teologica ha cominciato a sottolineare il punto di vista femminile, le vicende e i ruoli delle donne nelle più antiche comunità cristiane sono diventati oggetto di studi importanti, interessanti e oggi particolarmente stimolanti per una riflessione e un confronto sul ruolo delle donne nella Chiesa e nella vita cristiana.
Anche se le fonti su quelle vicende e su quei ruoli sono piuttosto limitate, tuttavia se ne possono ricavare informazioni non da poco, utili anche alla nostra riflessione.
Le informazioni più antiche sono quelle che troviamo nei più antichi scritti del Nuovo Testamento, in alcune lettere di Paolo, scritte negli anni '50 del I secolo d.C. (= tra 20 e 30 anni dopo la vicenda storica di Gesù). In esse troviamo notizie sul ruolo di collaborazione nell'evangelizzazione e nel coordinamento pastorale di alcune comunità cristiane nate nell'ambito della missione di Paolo o ad essa collegate .
E' vero che quando si fa riferimento agli scritti di Paolo per parlare delle donne nelle prime comunità cristiane, non si può sfuggire all'idea assai diffusa secondo cui Paolo doveva avere dei pregiudizi negativi nei confronti delle donne: serpeggia il sospetto che Paolo, pur senza negare alcune aperture verso le donne, abbia contribuito a frenare la forza evangelica del riconoscimento verso le donne, e addirittura sia stato un detrattore del ruolo della donna nella famiglia e nella Chiesa. Sarà perciò necessario a tale proposito provare a fare un po' di chiarezza, evidenziando· ad esempio che alcune affermazioni sulle donne attribuite a Paolo in realtà non sono sue e che qualche sua affermazione sulle donne può essere stata fraintesa.
Indice:
- Introduzione
- La collaborazione femminile nella prassi apostolica di Paolo: Lidia
Evodia e Sintiche
- Donne nella lettera di Paolo ai romani: Introduzione
Febe
Appendice 1, "Lett. di Plinio il Giovane a Traiano"
- Il pensiero di Paolo sulle donne
- La prima apostola: Maria Maddalena
-Giunia (con Andronico)
- Priscilla (con Aquila)
Le fonti
anno
- 100 - V
A Gv Gv 27-28: Maria Maddalena #
N
G Mt Mt 27-28: Maria Maddalena #
E Lc+At > At 16: Lidia
L Lc 8 e 24: Maria Maddalena #
I Mc Mc 15-16: Maria Maddalena #
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Lettere 56-58 Rm 16: Febe, Prisca, Giunia
di Paolo Cor 16: Prisca
(protopaoline) 55-56 Fil 4: Evodia e Sintiche
- 50- > 50
- 28 - Vita pubblica di Gesù #
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