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Domenica, 22 Settembre 2019 12:23

I "TESTIMONI" DEL TESTO: SUPPORTI E SCRITTURA

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All'Inizio la "pubblicazione" dei testi,

 

cioè la loro diffusione sia per uso privato che per uso pubblico (liturgico, catechetico, ecc.), avveniva attraverso la copiatura a mano, ad opera di scribi, su fogli di papiro o su pergamene.

 

- Trai materiali, il papiro è quello che fu usato tempi più antichi; venne sostituito, già dai primi secoli (ma soprattutto a partire dal IV) dalla pergamena che era più resistente e consentiva di scrivere più facilmente su entrambe le facciate; poteva perfino essere raschiata e riscritta (palinsesto). Per la loro fragilità, i papiri si sono .conservati solo in ambienti estremamente asciutti (desertici, essenzialmente in Egitto e in Palestina) e comunque in modo frarnmentario.

- la forma adottata era, soprattutto per i papiri, quella del rotolo (volumen), a cui si affiancò poi la forma a codice (codex), quella dei fogli piegati in quattro, rilegati insieme, da cui viene la forma attuale dei libri. Mentre gli Ebrei mantennero, per rispetto della tradizione, la forma del rotolo per le Sacre Scritture usate durante la liturgia, i Cristiani adottarono quella a codice, che risultava più facile da usare e anche più economica, perché consentiva di sfruttare meglio il materiale.

- I manoscritti più antichi furono scritti con la scrittura maiuscola ( detta anche onciale), molto chiara e nitida; ma più tardi, per una trascrizione più veloce e per risparmiare spazio, si passò alla minuscola corsiva, che diventò comune dal IX secolo.

- Il testo era scritto quasi sempre su colonne appaiate (di numero variabile: 2,3,4) e non presentava separazione tra le parole (scriptio continua) né spiriti o accenti, né segni di interpunzione; inoltre erano usate abbreviazioni, cosa che spesso ha provocato errori particolari nella trascrizione da copia a copia.

- Non esisteva l'attuale divisione in capitoli e versetti (che fu fatta, per i capitoli, in età medievale; sul testo della Vulgata, e, per i versetti, nel '500, in un'edizione a stampa). Però già in antichi manoscritti del IV e V secolo (es. nel Codex Vaticanus) si trovano forme di numerazione del testo dei libri d~l NT;_ per i Vangeli molti manoscritti riportano il sistema dei «canoni» elaborato da Eusebio di Cesarea, che consentiva di riconoscere a colpo-d'occhio se un passo evangelico presentava paralleli negli altri Vangeli e quanti (Eusebio aveva suddiviso il testo di ciascun Vangelo in passi, dando a ciascuno un numero progressivo, quindi aveva elaborato dieci tavole, kanones, dove erano riportati i numeri dei vari passi, mettendo in parallelo quelli presenti in più vangeli).

ALTRI "TESTIMONI": LEZIONARI, TRADUZIONI, CITAZIONI

- A partire dal IV secolo invalse l'uso di copiare i testi della Scrittura per uso liturgico, secondo l'ordine del calendario liturgico, in appositi volumi, i lezionari: anch'essi possono costituire dei testimoni utili della tradizione manoscritta. Sono circa 2400, posteriori al IX- secolo, ma contenendo passi destinati all'uso liturgico (pericopi) presentano solo alcune parti dei libri del NT.

- Accanto alle copie dirette dei testi originali, fin dai primi secoli, via via che il messaggio cristiano veniva portato in paesi in cui si parlavano lingue diverse dal greco, si rese necessario tradurre i testi nelle varie lingue locati: le traduzioni in latino sono testimoniate a partire dal Il secolo. Anche queste traduzioni, che a loro volta furono copiate per essere diffuse, interessano ai fini della ricostruzione degli originali, soprattutto quando sono traduzioni antiche, che presuppongono originali antichi.

- Infine non vanno trascurate le citazioni testuali fatte dai Padri della Chiesa, specialmente quelli tra il Il e il IV secolo (Giustino, Ireneo, Clemente Alessandrino, Origene, ecc.): sono importanti perché presuppongono testi greci antichi, anche se non si può escludere che L'autore a volte citi a memoria, e quindi con imprecisioni.

NUMERO DEI "TESTIMONI" DELLA TRADIZIONE MANOSCRITTA

A tutt'oggi i manoscritti sono ben 5.745, e si possono suddividere in 4 categorie:

- 118 papiri (dal Il al IV-V sec.) -

- 317 codici onciali (dal IV-V al X sec.)

- 2.877 codici minuscoli (dal X-Xl al XV-XVI sec.)

- 2.433 lezionari.

Per valutare il significato di tali dati, si è soliti considerare, per contrasto, il numero di manoscritti che tramandano il testo dei classici antichi.

- Se il NT ci è riportato parzialmente o integralmente, i circa 5.700 testimoni, l'Iliade di Omero è trasmessa solamente da 457 papiri. I manoscritti utili per la ricostruzione delle opere di autori come Platone, Erodoto, Tucidide, Euripide, Aristofane, Cesare, Tacito; non superano la decina.

- Moltissimi documenti antichi sono stati copiati e ricopiati per secoli prima di giungere alla copia più antica in nostro possesso: ad esempio, il più antico manoscritto oggi conservato del De bello Galico di Cesare è del 900 d.C. (950 anni dopo l'originale), degli Annales di Tacito è del 1100 (100 anni dopo l'originale), della Guerra del Peloponneso di Tucidide è del 900 (1300 anni dopo l'originale). Di contro, il manoscritto più antico del Nuovo Testamento ha un intervallo di soli 30 anni dall'originale!

Si può dunque affermare che "nessun altro testo greco è tramandato così riccamente e così credibilmente come il Nuovo Testamento".


Clicca qui per andare a "Il testo del Nuovo Testamento: La sua trasmissione"



Letto 22037 volte Ultima modifica il Domenica, 10 Maggio 2020 19:33

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