cioè la loro diffusione sia per uso privato che per usopubblico (liturgico, catechetico, ecc.), avveniva attraverso la copiatura a mano, ad opera di scribi, su fogli di papiro o su pergamene.
- Trai materiali, il papiro è quello che fu usato tempi più antichi; venne sostituito, già dai primi secoli (ma soprattutto a partire dal IV) dalla pergamenache era più resistente econsentiva di scrivere più facilmente su entrambe le facciate; poteva perfinoessere raschiata e riscritta (palinsesto). Per la loro fragilità,i papiri si sono .conservati solo in ambienti estremamente asciutti (desertici, essenzialmente in Egitto e in Palestina) e comunque in modo frarnmentario.
- laforma adottata era, soprattutto per i papiri, quella del rotolo(volumen), acui si affiancò poi la forma a codice(codex), quella dei fogli piegati in quattro, rilegati insieme, da cui viene la forma attuale dei libri. Mentre gli Ebrei mantennero, per rispetto della tradizione, la forma del rotolo per le Sacre Scritture usate durante la liturgia, i Cristiani adottarono quella a codice, che risultava più facile da usare e anche più economica, perché consentiva di sfruttare meglio il materiale.
- I manoscritti più antichi furono scritti con la scrittura maiuscola( detta anche onciale),molto chiara e nitida; ma più tardi, peruna trascrizione più veloce e per risparmiare spazio, si passò allaminuscola corsiva,che diventò comune dal IX secolo.
- Il testo era scritto quasi sempre sucolonne appaiate (di numero variabile: 2,3,4) e non presentava separazione tra le parole (scriptio continua)né spiriti o accenti, nésegni di interpunzione; inoltre erano usate abbreviazioni, cosa che spesso ha provocato erroriparticolari nella trascrizione da copia a copia.
- Non esisteva l'attuale divisione in capitoli e versetti (che fu fatta, per i capitoli, in età medievale; sul testo della Vulgata, e, per i versetti, nel '500, in un'edizione a stampa). Però già in antichi manoscritti del IV e V secolo (es. nel Codex Vaticanus) si trovano forme di numerazione del testo dei libri d~l NT;_ per i Vangeli molti manoscritti riportano il sistema dei «canoni» elaborato da Eusebio diCesarea, che consentivadi riconoscere a colpo-d'occhio se un passo evangelico presentava paralleli negli altri Vangeli e quanti (Eusebio aveva suddiviso il testo di ciascun Vangelo in passi, dando a ciascuno un numero progressivo, quindi aveva elaborato dieci tavole, kanones, dove erano riportati i numeri dei vari passi, mettendo inparallelo quelli presenti in più vangeli).
ALTRI "TESTIMONI": LEZIONARI, TRADUZIONI, CITAZIONI
- A partire dal IV secolo invalse l'uso di copiarei testi della Scrittura per uso liturgico, secondo l'ordine del calendario liturgico,in appositi volumi, i lezionari:anch'essipossono costituire dei testimoni utili della tradizione manoscritta. Sono circa 2400, posteriori al IX- secolo, macontenendo passi destinati all'uso liturgico (pericopi) presentano solo alcune partidei libri del NT.
- Accanto alle copie dirette dei testi originali, fin dai primi secoli, via via che il messaggio cristiano veniva portato in paesi in cui si parlavano lingue diverse dal greco, si rese necessario tradurre i testi nelle varie lingue locati: le traduzioni in latinosono testimoniate a partire dal Il secolo. Anche queste traduzioni, che a loro volta furono copiate per essere diffuse, interessano ai fini della ricostruzione degli originali, soprattutto quando sono traduzioni antiche, che presuppongono originali antichi.
- Infine non vannotrascurate le citazionitestuali fatte dai Padri della Chiesa,specialmente quelli tra il Il e il IV secolo (Giustino, Ireneo, Clemente Alessandrino, Origene, ecc.): sono importanti perché presuppongonotesti greci antichi, anche se non si può escludere che L'autore a volte citi a memoria, e quindi con imprecisioni.
NUMERO DEI"TESTIMONI" DELLA TRADIZIONE MANOSCRITTA
Atutt'oggi i manoscrittisono ben 5.745,e si possono suddividere in 4 categorie:
- 118 papiri (dal Il al IV-V sec.) -
- 317 codici onciali (dal IV-Val X sec.)
- 2.877 codici minuscoli (dal X-Xl al XV-XVI sec.)
- 2.433 lezionari.
Per valutare il significato di tali dati, si èsoliti considerare, per contrasto, il numero di manoscritti che tramandano il testo deiclassici antichi.
- Se il NT ci è riportato parzialmente o integralmente, icirca 5.700 testimoni, l'Iliade di Omero è trasmessa solamente da 457 papiri. I manoscritti utili per la ricostruzione delle opere di autori come Platone, Erodoto, Tucidide, Euripide, Aristofane, Cesare, Tacito; non superano la decina.
- Moltissimi documenti antichi sono stati copiati e ricopiati per secoli prima di giungere alla copia più antica in nostro possesso: ad esempio,il più antico manoscritto oggi conservatodel De bello Galico di Cesare è del 900 d.C. (950 anni dopo l'originale), degli Annales diTacito è del 1100 (100 anni dopo l'originale),della Guerra del Peloponnesodi Tucidide èdel 900 (1300 anni dopo l'originale). Di contro, il manoscritto più antico delNuovo Testamento ha un intervallo disoli 30 anni dall'originale!
Si può dunque affermare che "nessun altro testogreco è tramandato così riccamente e così credibilmente come ilNuovo Testamento".
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