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Venerdì, 16 Febbraio 2018 15:25

I Domenica di Quaresima

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  – Domenica 18 Febbraio 2018 -

  Anno B

  don Paolo Squizzato

Prima lettura: Gen 9,8-15


Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».

Dio disse:

«Questo è il segno dell’alleanza,

che io pongo tra me e voi

e ogni essere vivente che è con voi,

per tutte le generazioni future.

Pongo il mio arco sulle nubi,

perché sia il segno dell’alleanza

tra me e la terra.

Quando ammasserò le nubi sulla terra

e apparirà l’arco sulle nubi,

ricorderò la mia alleanza

che è tra me e voi

e ogni essere che vive in ogni carne,

e non ci saranno più le acque per il diluvio,

per distruggere ogni carne».

Amen

Salmo: 24

Rit. Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Alleluia, Alleluia, Alleluia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza. Rit.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia

e del tuo amore, che è da sempre.

Ricòrdati di me nella tua misericordia,

per la tua bontà, Signore. Rit.

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via. Rit.


Seconda lettura: 1Pt 3,18-22

Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.

 

Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.

Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 4,4)


Alleluia, alleluia.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Alleluia

Vangelo: Mc 1,12-55

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Parola del Signore

OMELIA

All’inizio della sua attività, Gesù fa esperienza del deserto. Era necessario. Come è necessario per ciascuno fare esperienza di quello spazio d’ombra in cui, maledettamente soli, si è chiamati a decidere come giocarsi la vita. Uno spazio in cui tutto si riduce all’essenzialità, dove non è più dato fuggire, dove si è messi con le spalle al muro e, rimanendo piantati lì, affondare le radici a terra per cominciare a crescere: “Quando vi ritrovate con le spalle al muro, rimanete immobili e mettete radici come gli alberi, affinché da una fonte più profonda non arriva la chiarezza che vi permette di vedere oltre quel muro” (Carl Gustav Jung).

In altri termini Gesù nel deserto fa esperienza della crisi. E la crisi – quella che scortica e rende nuovi – fa sorgere dubbi, domande, rimette in questione tutto, facendo diventare adulti. E in ultima analisi fa scorgere il vero volto di Dio, abbandonato quello idolatrico proprio di un io bambino.

«Nella vita ho raggiunto la certezza che le catastrofi servono a evitarci il peggio. E il peggio è proprio aver trascorso la vita senza naufragi, è essere sempre rimasti alla superficie delle cose. Non essere mai stato scaraventato in un’altra dimensione. L’autunno, spogliando i rami, lascia vedere il cielo». (Christiane Singer)

Solo perché impariamo a stare con le nostre ‘bestie selvatiche’, quelle interiori, possiamo sperimentare angeli che ci servono. Solo dando un nome, abbracciando, addomesticando – senza il bisogno di uccidere – i nostri mostri interiori, possiamo fare esperienza di cielo.

«Essere in grado di sentire e vivere un amore tenero, esige un confronto col demoniaco. Le due cose sembrano essere opposte, ma se si nega una anche l’altra va perduta» (Rollo May).

«Se i miei demoni mi lasciano, temo che anche i miei angeli se ne andranno» (Rainer Maria Rilke).

Dentro un uragano esiste un punto di pace, di quiete, in cui niente si muove. Bisogna non fuggire, avere il coraggio di restare lì, resistere e trovare quel punto. Perché se lo si trova la vita si rovescia, e quella situazione nella quale sentivamo di perderci, in realtà ci permetterà di ritrovarci, ma in un luogo diverso, con un punto di vista nuovo. Il deserto, la crisi, una vita interiore adulta, non contribuirà a cambiare il mondo in cui ci si trova, ma a trasformarci per viverlo in modo nuovo e fecondo.

Gesù di Nazareth, attraversato il deserto, entrato dentro la sua ombra interiore, può finalmente cominciare a mettersi a servizio dell’amore avendo rinunciato alla proposta diabolica, quella di giocarsi la vita attraverso il potere, il possesso e il successo. Gesù alla fine ha scelto, ha intuito che l’unico modo per vincere è perdere l’io, che l’unico modo per fare esperienza del divino è vivere da essere umano completo, e che l’unica via per il compimento dell’essere è compiere la felicità di tutti. Per questo dopo l’esperienza del deserto invita a convertirsi, che non vuol dire pensare rettamente il proprio Dio, e tantomeno credere in un Dio. Ma piuttosto cambiare stile di vita, giocarsi in modo diverso le relazioni, cambiare mentalità sulle cose. Vivere insomma il Vangelo.

CAMMINO DELLA SETTIMANA

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

  • «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»

  • “l’unica via per il compimento dell’essere è compiere la felicità di tutti.”

Buon cammino!

 

"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola"

 

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