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Martedì, 16 Gennaio 2018 11:35

Libri della Sapienza e del Siracide

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di P. Franco Gioannetti

Introduzione

I libri “sapienziali” sono: Proverbi, Ecclesiastico, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Giobbe, e Sapienza. Essi esprimono il pensiero del popolo che diventa parola e si organizza allo scopo di migliorare la vita, ad essi corrisponde la ricerca dell’uomo di oggi che, partendo dai dati concreti della vita, vuol trovare un cammino per migliorare la sua esistenza: psicologica, filosofica, economica, medicina, ecc. o in altre parole, la sapienza popolare e l’esperienza della vita.

Sapienza

Fino ad oggi, i libri sapienziali sono quelli che più piacciono al popolo ed i meno studiati dal clero. Forse un incosciente preconcetto di classe ha portato il clero, di cui fanno parte gli esegeti ed i teologi, a preferire i libri storici e profetici (quasi tutti gli scritti dai colleghi della stessa casta privilegiata) ai libri sapienziali, nati dalla bocca del popolo.

L’ambiente da cui trae origine la Sapienza è quello dell’educazione familiare: i genitori cercano con ogni mezzo che i figli aprano gli occhi sulla realtà e vedano con oggettività le cose della vita.

Proverbi

Questo libretto contiene un complesso di proverbi antichi e molto popolari.

Gli autori compilarono una specie di prefazione che va dal cap. I al cap. IX, in cui spiegano cos’è la sapienza e quale ne sia l’origine.

I primi nove capitoli sono molto posteriori e, perciò stesso, molto più teorici e molto più profondi che il resto del libro (derivanti da incontri familiari, cioè da genitori preoccupati per l’educazione dei figli e per i problemi della vita).

Cantico dei Cantici

A quanto sembra, si tratta qui di una compilazione di canti popolari che parlano d’amore. Un saggio pensò che questi canti potevano molto bene essere l’espressione concreta dell’amore degli uomini verso Dio. Mise insieme 12 di questi canti popolari e compose il libro che adesso si trova nella Bibbia e che fu sempre uno dei più commentati.

Ecclesiastico

Rappresenta la pratica della Sapienza, nel momento in cui uscì fuori dall’ambiente familiare. Contiene tanti piccoli trattati sui più svariati argomenti. Si nota una sistematizzazione dei proverbi, in diverse categorie. Ma, in questo Libro, non si arriva ancora alla riflessione filosofica sull’origine della sapienza. La concretezza predomina in tutti i settori.

Ecclesiaste

Fu scritto da uno dei saggi ufficiali del governo, che esprime così la sua profonda frustrazione di fronte ai differenti atteggiamenti degli uomini nella vita. Nessuno la soddisfa. Li esamina uno per uno, e arriva alla conclusione che tutto è assurdo. Introduce qua e là proverbi sull’intervento di Dio nella vita degli uomini, per dire che non avevano perso tutto: la fede nella vita e nell’autore della vita: Dio.

Giobbe

E’ la più alta espressione letteraria della sapienza e tratta di argomento che sempre ha occupato, più di ogni altro, i sapienti: il problema della sofferenza del giusto.

Sembra un copione di teatro. Non ha più nulla dell’antico proverbio, ma è quasi la forza classica del dramma. Rappresenta l’esperienza viva dell’uomo che soffre.

Sapienza

E’ l’ultimo dei libri sapienziali, scritto verso il 60 a.C.. E’ il più profondo trattato sull’origine della sapienza che viene da Dio. Risente molto l’influenza della filosofia greca, almeno nel modo di esprimersi. E’ stato scritto in Egitto.

Libri Sapienziali

Messaggio. A chi legge i libri della Sapienza, soprattutto quelli che contengono materiale più antico (Proverbi ed Ecclesiastico) viene spontanea un’osservazione: parlano poco di Dio e quasi soltanto parlano della vita. E ancora: la maggior parte di quello che vi è scritto poteva molto bene essere scoperto da chiunque si fosse messo a pensare un pò sulla vita. Sembra proprio che non dicano niente di straordinario. Trattano solo delle cose comuni della vita quotidiana.

Perché si trovano nella Bibbia? Perché Dio si dette pena di ispirare tali cose? Nei libri sapienziali dell’Egitto e della Babilonia si leggono cose del genere, spesso più belle di quelle raccontate nella Bibbia. Che senso ha tutto questo?

Il clima sapienziale determinava la mentalità e il modo di pensare del popolo, come ogni giorno accade alla mentalità scientifica.

Proprio in questa terra lavorata dalla sapienza, fu piantato il seme della Parola di Dio e germogliò l’albero della Rivelazione.

Passò molto tempo prima che i sapienti si accorgessero del valore della Rivelazione, rispetto alla stessa sapienza. E non per questo cessarono di essere uomini di fede. Ma la fede non influiva affatto sulle fonti e sugli schemi della ricerca che la sapienza faceva circa il senso della vita.

Oggi un antropologo può essere un uomo di molta fede, ma la sua condivisione religiosa non influisce affatto sui principi della sua scienza.

 

 

 

 

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“Cammino di Fede”

Letto 1815 volte Ultima modifica il Mercoledì, 17 Gennaio 2018 17:27

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