Ambientazione storica
L'organizzazione politica e sociale di Israele era adatta alla vita nomade nel deserto ma non per garantire la vita di borgate e città ed ora insufficiente per difendere il territorio. Le Nazioni vicine avevano lasciato già da tempo la struttura della vita tribale per passare a quella più efficace della monarchica. Solo Israele per motivi di fede e religione non l'aveva fatto. In caso di attacco alcune tribù si raccoglievano attorno ad un capo improvvisato poi nuovamente tutti tornavano alle proprie case. La realtà spingeva a prendere posizione nel senso di fondare una monarchia.
Il Profeta Samuele si oppone perché accettare un uomo al posto di Dio era come far ripiombare il popolo nella schiavitù, contraddire il piano di Dio. Enon aveva torto perché all'epoca un Re era padrone, proprietario e tiranno di tutto il territorio: persone e cose; e poteva giustificare ogni suo capriccio col titolo regale di figlio di Dio. Quindi Saul fu consacrato alla condizione di essere servitore ed amministratore del piano di Dio e non del proprio arbitrio e ciò costituiva di certo una novità notevole' per l'epoca.
Questo compromesso tra chi vuole nuove strutture o chi privilegia le tradizioni è una realtà di tutti i giorni, dal punto di vista strettamente umano ma è anche una difficoltà reale nel cammino di fede di ogni uomo.
Saul viene eletto con il carisma dell'unzione impostagli da Samuele, in base alle qualità che egli dimostra davanti al popolo, ma poi inizia la frattura perché usurpa le funzioni sacerdotali Anche David sarà unto da Samuele e riconosciuto re di Giuda o dopo 7 anni di vittorie militari verrà riconosciuto re anche delle tribù del nord. Egli non solo libera Israele, ma inizia anche la conquista dei territori vicini approfittando della non presenza di imperi solidi in quel momento storico.
A David succede Salomone, non per primogenitura, ma in quanto figlio di Betsabea, la sposa più amata dal padre; a ciò si aggiunga un intrigo di palazzo montato dal profeta Natan. Come era possibile che semplici uomini si sostituissero a Dio nella scelta del Re? Salomone, come d'uso, provvide ad eliminare, fisicamente o non, i propri rivali. Per avere forti alleati sposò la figlia del faraone e il suo regno assunse modi e strutture tipiche dell'Egitto. Si incrementarono i commerci con il re di Tiro (Libano attuale). In questo modo il suo paese si trovò al punto di incrocio di un commercio internazionale molto intenso o lucroso. Portò la nazione a una grande prosperità e a un grande sviluppo. Egli, personalmente divenne ricchissimo ma per far fronte ad una vita di lusso, potere ed anche vizio dovette imporre forti tasse. L'unico ad opporsi fu Geroboamo, giovane energico e lavoratore, sovraintendente ai lavori della capitale e leader degli operai, che fu costretto a fuggire in Egitto. In questo regno sotto molti aspetti, buono, prospero, efficiente, sapiente e per sino pio, sì celava la svolta che scoppiò quando il successore Roboamo non seppe capire una richiesta del popolo "Tuo padre ci ha imposto un duro giogo. Ti preghiamo! rendici più leggera questa pesante schiavitù; alleggerisci il peso del nostro giogo e ne riceverai in cambio il nostro servizio" (1Re 12,4).
Il risultato politico fu che Geroboamo, tornato dall'Egitto, fece appello al sentimento nazionalista delle tribù del Nord e si impose come leader a 10 tribù su 12 e formò un nuovo stato delle 12 tribù. Da allora mai più si ricostituirà l'unione Israele.
Samuele è l'ultimo dei Giudici e la sua figura può essere confrontata con quella di Giovanni Battista, di Àbramo, di Mosé la cui presenza ha costituito una svolta nel cammino di fede dell'umanità e della benevolenza di Dio nei confronti dell'uomo e delle sue debolezze.
Sino ad allora, la vita sociale politica degli ebrei era guidata da un giudice, e Samuele ne è stato l'ultimo, che aveva anche funzioni di sacerdote e profeta. Ma ora gli Israeliti vogliono un re "come tutte le genti", e a nulla valgono le esortazioni di Samuele; Dio gli ordina di cedere al loro desiderio: "non ripudiano te, ma me, affinché io non regni più su di loro. (Sam.8,7) L'istituzione della monarchia è un atto di condiscendenza da parte di Dio. Israele vuole un re che lo guidi in guerra! LA STORIA SI RIPETERÀ' CON IL MESSIA.
Dio si è rivelato giudice che legge nel segreto dei cuori e pronuncia eque sentenze: Israele preferisce essere al servizio di un padrone in carne ed ossa.
L'istituzione della monarchia Fondata sul consenso di Dio e poi sulla alleanza con Davide fa sì che nasca l'idea che il Re (Messia=UNTO) sia un salvatore, che impersoni il bene dei propri sudditi.
LA PROSPERITÀ DEL PAESE DIPENDE DA LUI, EGLI PROCURA LA SALVEZZA DEL SUO POPOLO. IL RE E' ADOTTATO DA YÀHVE' COME FIGLIO. MA LA MONARCHIA' COSTITUIRÀ' PRESTO UN NUOVO "IDOLO" E A NULLA VALGONO LE PAROLE ISPIRATE DEL CANTICO DI ANNA, LA QUALE CANTA L'UMILIAZIONE DEI POTENTI E L'ESALTAZIONE DEGLI UMILI.
Dio lascia al popolo la responsabilità della scelta e la esaudisce, ma nelle mani di Dio l'esperimento della monarchia diventa per Israele, un nuovo mezzo della grazia (1 Sam. 12, 18-25) in quanto dalla stirpe di David nascerà il Salvatore del mondo.
Saul rigettato da Dio e spogliato della regalità si umilia e supplica, ma Dio l'ha già abbandonato e il suo pentimento non poteva essere molto sincero se si preoccupa di ottenere "almeno di non essere disonorato davanti al popolo".
A Saul, impazzito, succede David, tenero con gli amici e terribile con i nemici; ha tutto l'aspetto di un eroe leggendario. David è l'artefice dell'unità del popolo di Israele, ma ciò è frutto di lunghe lotte e, anche se è opera sua il ritorno dell'arca a Gerusalemme, "sarà un uomo di pace (Salomone)" ad edificare la "casa di Dio" (il tempio), (1 Cron.22, 7-10).
David, è uomo e peccatore ma proprio nei momenti in cui apparentemente Dio l'abbandona si rivelano la fede e l'umiltà del re. Le parole che i salmi mettono in bocca a David evocano ed annunciano qualcuno più grande di Lui: Colui che espierà per tutto il popolo.
Appare Salomone sul trono di Israele che pur essendo uomo di pace spesso "fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno". E ciò dimostra come allo scrittore biblico prema più il giudizio di Dio che non le gesta umane. Così alcuni re, ottimi sovrani dal punto di vista umano, si preclusero di attingere alle grazie affidate alla casa di David (1 Re, 12,5-33)»
In tre secoli solo tre re fecero ciò che è bene agli occhi dell'Eterno e ciò nonostante Dio mantenne fede al suo impegno salvando un "resto" mentre scomparivano il regno d'Israele e poi quello di Giuda. Il trono di David e il tempio sono i due pilastri sui quali si fonda l'esistenza teocratica di Israele come Nazione-Chiesa. Il tempio è l'unico luogo in cui si possono offrire olocausti, anche se già Geremia cerca di far capire, con poco successo, che la rivelazione e la vita di fede non è legata ad una costruzione.
L'oppressione di Salomone produsse i suoi frutti: il popolo prese coscienza delle vere intenzioni di Dio: Questi voleva che Israele fosse un popolo libero. Così la divisione delle tribù fu definitiva dopo la morte di Salomone. Quando gli uomini approfittano dell'unità per fare i
propri interessi, Dio ritira il suo sostegno e l'unità si spezza. L'UNITA' DIO LA PROMUOVE E LA CREA IN VISTA DELLA FRATERNITÀ E NON IN FUNZIONE DELL'OPPRESSIONE.
E' opportuno riflettere sulla figura che Dio sceglie liberamente per realizzare il suo progetto. I criteri non sono certo quelli del più potente, del più preparato, infatti David era il più piccolo di un gruppo di fratelli pastori. Il successo di questo re "salvatore" è assicurato perché non si è fatto come "dei", ha riconosciuto i limiiti del suo potere, non confida nelle sue forze ma nel potere di Dio. La sua fede, la sua fiducia in Yahvé sono quelle che lo hanno portato alla vittoria a hanno provocato, a suo favore, la misericordia di Dio quando, sinceramente pentito, si umiliava al suo cospetto dopo aver compiuto "ciò che non era gradito al cospetto dì Dio".
David è il prototipo del futuro "Re-Messia" che unificherà non solo le;tribù di Israele ma anche le tribù, popoli e genti della terra. David riesce nella sua opera di unificazione grazie al segno visibile della presenza di Yahvé in mezzo al popolo: l'arca, e alla speciale alleanza, (che nulla toglie a quella con tutto il popolo), con la sua stirpe anche se questa non adempie il piano di Dio.
Ogni re della discendenza di David avrebbe dovuto essere una prefigurazione del Messia ed in un certo ensso era il re-messia. Ma poiché i discendenti della stirpe davidica, come dice la Bibbia, fecero "ciò che è male agli occhi dell'Eterno"cioè erano molto spesso non perseveranti e ricercavano, per motivi politici, economici ecc, più il potere che l'ubbidienza a Yahvé, i profeti cominciarono a proiettare verso un'epoca futura la promessa di Dio e la speranza del popolo. La promessa messianica acquista una trascendenza sempre più precisa.
Il nuovo re-messia non vincerà più solo i nemici del popolo ma il grande nemico: il peccato e... sarà non solo certo per il "trono" ma per le sue "ferite-piaghe" che noi saremo riconciliati. Egli salverà il suo popolo "per sempre".
RIFERIMENTI BIBLICI
I Samuele capitoli 8-9-10 e 16
Il libro di Samuele cap. 7, 4-16 La promessa messianica
I dei Re : 1 w.32-40 - 11 w.1-13
I Re: 1 vv.32-40 – 11 vv. 1-13
Re Re Roboamo 14, 22-24
Re Abiam 15,3-5
Re 22,52-54
II Re Re A 15,1-7
Re Manasse 21, 1 ~17
Distruzione dei due regni – Esilio
RIFLESSIONI
II progetto di Dio da quanto abbiamo letto si muove nella storia del mondo; naturalmente ci sono progetti umani che si discostano o interpretano male quello divino. E ci sono però sempre segni di speranza. Cristo è presente nella storia del mondo. La sua "morte-risurrezione-ascensione" costituisce la sua intronizzazione da parte di Dio come Re". Questo segno già instaurato, è in crescita ed attende la sua consumazione nella Gerusalemme celeste negli ultimi tempi.
Quali sono secondo te i segni di questo Regno, oggi e in prospettiva futura al di là delle apparenze?
Quali sono i progetti umani attuali: tuoi, nazionali, mondiali che contrastano con la genuinità del Regno?
Il Re-Messia era chiaramente solo un amministratore del popolo a nome di Dio. Chiaramente tu hai un'autorità: famigliare, in ufficio, in fabbrica, ecc.; come la vivi interiormente e come la eserciti in pratica?
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