senza quiete, né riposo,
trascorrevo il viver mio.
Dalla sete torturata
- era sete del mio amore,
mi credevo abbandonata-
ti chiamavo, o mio Signore!
La mia sete era preghiera
che bruciante s'innalzava
verso il Cielo, là dov'era
quello sol che il cuor bramava.
E tu m'eri sì vicino!
Nel silenzio eri nascosto;
proprio lungo il mio cammino
la tua tenda avevi posto!
Ma il mio sguardo era offuscato
nulla sorgere poteva,
dalla luce abbacinato
che il tuo Volto rispandeva.
Ma la luce penetrando
poco, a poco, nel mio cuore
e d'amore l'infiammando
riconobbi te, Signore.
Il deserto sconfinato
"solitudine sonora"
eri tu, mio Dio amato,
lo compresi, o quanto, allora!
suor Maria Maria degli Angeli
– Carmelitana scalza
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