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Giovedì, 31 Gennaio 2013 21:46

Salmo 128

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Imprecazioni contro gli aggressori

Giorgio De Stefanis

1 Canto dei pellegrini.

Quanta guerra mi han fatto

dalla giovinezza,

2 - puoi dirlo, popolo d'Israele, -

quanta guerra mi han fatto

dalla giovinezza!,

ma non mi hanno vinto.

3 Mi sono passati sul dorso come aratri,

mi hanno lasciato profonde ferite;

4 ma il Signore è giusto:

mi ha liberato dalle catene

dei malvagi.

5 Siano svergognati e messi in fuga

quelli che odiano Sion!

6 Diventino come l'erba dei tetti,

secca prima d'essere strappata

7 nessuno la falcia e raccoglie

o la mette in covoni.

8 A nessuno di loro i passanti diranno:

'Il Signore vi benedica'.

9 Ma su di te, Israele, noi invochiamo

la benedizione del Signore.

Leggi attentamente queste righe ti aiuteranno a ben comprendere il salmo e ad immergerti in esso.

Vissuto nella schiavitù, passando attraverso le sofferenze fisiche e psicologiche, un ebreo torna alla sua terra. Là aveva patito per testimoniare la propria fede e non vi aveva rinunciato nonostante percosse e fatiche ("Sul mio dorso hanno arato gli aratori, hanno scavato lunghi solchi."). Ora deve lottare per non doversi integrare con i pagani che abitano le terre dei suoi padri, scendendo a compromessi nel campo della propria fede.

Ora rileggi lentamente il salmo e verifica di averlo compreso.

Poi riferisciti alla frase del Nuovo Testamento.

Più che ad una frase potremmo meditare sul parallelismo tra la storia dell'ebreo, che torna dall'esilio, e quella della passione di Gesù

E concludi con la colletta salmica:

Preghiamo

Mentre andiamo seminando nel pianto, apri, Signore, i nostri cuori alla tua gioia, nella certezza della mietitura.

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Letto 2812 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Gennaio 2014 18:31

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